Il Mistero della Passione di Cristo nei poemi teologici di Cosma di Maiuma per la Settimana Santa
P. Onufry (Oleh Kindratyshyn)
Introduzione
Capitolo 1. Cosma di Maiuma. La questione prosopografica
1.1. La figura di Cosma nei testi antichi
1.2. La figura di Cosma nelle fonti agiografiche
1.2.1. Le fonti agiografiche del tipo A
1.2.2. Le fonti agiografiche del tipo B
1.2.3. Le fonti agiografiche del tipo C
1.3. La questione prosopografica
Introduzione
Attualmente un posto importante nella liturgia bizantina occupa il canone, un grande inno poetico musicale in lode di Dio e dei santi, una composizione di odi basate sui Cantici biblici e modellate in conformità delle regole della poesia e della musica bizantina. I temi concernenti l’origine del canone, la sua struttura poetica e musicale sono stati oggetto di studi dei liturgisti e letterari famosi. Gli studiosi tendono a riferire gli inizi del canone in forma classica alla fine del VII – prima metà dell’VIII sec. collegandoli con l’attività della prima generazione dei canonografi: Andrea di Creta (+740), Giovanni Damasceno (+749/750), Cosma di Maiuma (+751/752)[1]. Th. Detorakis sostiene che l’inventore del canone, come nuovo genere poetico, sia Cosma di Maiuma (674/676 – 751/752), uno dei più grandi rappresentanti della poesia ecclesiale bizantina, l’autore dei canoni dedicati alle solennità più importanti: Esaltazione della Croce, Natale, Epifania, Presentazione del Signore, Domenica delle Palme, della Settimana Santa, Pentecoste, Trasfigurazione, Dormizione della Madre di Dio, ecc.[2]
I dati biografici su Cosma sono scarsi e contradditori, le notizie sulla sua vita sono molto limitate e non chiare. Gli elementi storici ricavati dalle fonti sono esigui, essi si smarriscono nel mare delle oscurità e delle informazioni contraddittorie. La confusione è maggiore per quanto riguarda la sua origine, infanzia, educazione, data di nascita e quella di morte, rapporti con il Damasceno, ecc. complicano gravemente la possibilità di trovare la verità storica[3]. Il primo capitolo della tesi è dedicato alla questione prosopografica di Cosma di Maiuma. Attraverso l’analisi di tutte le fonti biografiche ed agiografiche sulla base della monografia di Th. Detorakis e delle osservazioni degli altri autori, si cerca di rispondere, se sia possibile ricostruire la biografia di Cosma. Vengono esaminate e spiegate non solo le fonti, ma anche il silenzio delle fonti contemporanee all’epoca in cui ha vissuto il poeta: Cosma non viene menzionato né dal concilio iconoclasta di Hiereia (754) diretto contro il Mansour (Giovanni Damasceno), né dalla Cronaca di Teofane il Confessore (+818), che dichiara il ruolo importante del Damasceno[4]. Innanzi tutto vengono rilevati i dati biografici di Cosma ricavati dagli acrostici delle sue opere che attribuiscono al poeta l’eponimo di Gerusalemme: «Δεύτερος ὕμνος Κοσμᾶ ἁγιοπολίτου», «Τρίτος ὕμνος Κοσμᾶ Ἱεροσολυμίτου»[5]. La notizia dell’autore del lessico Suda (il tardo X sec.) afferma il collegamento di Cosma con Gerusalemme, e aggiunge che egli era il contemporaneo di Giovanni Damasceno[6].
Per quanto riguarda le fonti agiografiche, si segue lo schema di Th. Detorakis, il quale sulla base delle relazioni e differenze dei testi, le ha raggruppate in tre tipi[7]. Secondo i testi del tipo A, a cui appartengono la vita di Cosma esposta nel Sinassario della Chiesa di Costantinopoli, la Vita Damascenica Marciana e la Vita Athoniensis Laurae, Cosma proviene da Damasco, è il fratello adottivo di Giovanni Damasceno; il loro maestro è uno costantinopolitano, un dotto d’ordine d’ἀσηκρῆτις (segretario privato)[8]. Secondo i testi del tipo B, a cui appartengono la Vita Damascenica Hierosolymitana e la biografia comune dei poeti Cosma e Giovanni Damasceno, opera del patriarca di Gerusalemme Giovanni Mercuropulo (1156-1165), Cosma proviene da Gerusalemme, è il fratello adottivo del Damasceno; il loro maestro è un dotto monaco di Italia, anche lui si chiama Cosma[9]. Le fonti del tipo C riportano dati completamente diversi dai due tipi precedenti: Cosma proviene da Creta ed è maestro di Giovanni Damasceno (la Vita di Halki, la Vita Atheniensis), oppure Cosma il monaco proviene da Creta ed è maestro comune dei due fratelli adottivi (Vita Vaticana)[10].
Il secondo capitolo della tesi è dedicato alle caratteristiche della poesia del grande Melodo che sta proprio alle sorgenti del genere poetico del canone, per ciò si risponde alla questione, se Cosma il Melodo possa essere stato l’inventore del nuovo genere poetico ecclesiale, il canone.
Secondo Detorakis, l’elenco delle opere di Cosma include 173 irmi, 33 canoni, 6 canoni brevi (triodi, diodi e tetraodi), un contacio, 83 idiomela e 30 prosomoia[11]. Le caratteristiche distintive dei canoni di Cosma (l’uso continuo degli acrostici, dell’efimnio, l’uso raro dei theotokia, l’assenza dell’ode 2°) potrebbe aiutare nell’attribuzione di opere dubbie[12].
La poesia di Cosma è caratterizzata dalla ricchezza del contenuto, dallo stile elevato, dalla maestosità delle frasi, dai voli poetici irripetibili e dal lirismo elevato. Secondo S. Eustratiades, Cosma come melodo e poeta ecclesiale possiede il secondo posto dopo Romano il Melodo[13]. Le antitesi composte dal Melodo spesso sono non soltanto lessicali, ma anche concettuali, e, secondo una tecnica molto diffusa nella letteratura bizantina, mettono a confronto le persone ed azioni contrarie[14]:
– Ὅτε ἡ ἁμαρτωλὸς προσέφερε τὸ μύρον, τότε ὁ μαθητὴς συνεφώνει τοῖς παρανόμοις· – Mentre la peccatrice offriva il profumato unguento, proprio allora il discepolo si accordava con gli iniqui;
– ἡ μὲν ἔχαιρε κενοῦσα τὸ πολύτιμον· ὁ δὲ ἔσπευδε πωλῆσαι τὸν ἀτίμητον· – essa si rallegrava versando l’olio preziosissimo, mentre l’altro si studiava di vendere colui che non ha prezzo;
– αὕτη τὸν Δεσπότην ἐπεγίνωσκεν, οὗτος τοῦ Δεσπότου ἐχωρίζετο· – essa riconosceva in lui il Sovrano, mentre quello se ne separava;
– αὕτη ἠλευθεροῦτο, καὶ ὁ Ἰούδας δοῦλος ἐγεγόνει τοῦ ἐχθροῦ· – essa fu liberata, mentre Giuda divenne schiavo del nemico.
– δεινὸν ἡ ῥᾳθυμία, μεγάλη ἡ μετάνοια· … – Quanto è orrenda la noncuranza e quanto grande il pentimento! …
Per quanto riguarda le figure retoriche Cosma ne applica le metafore coraggiose, i parecchi ossimori, le allitterazioni con il riscontro dei componenti della parola composta; così il linguaggio dogmatico e la raffinatezza del greco antico vengono alleggeriti, la poesia ottiene la leggerezza e l’allegria[15].
Nei poemi di Cosma spesso si osserva la tendenza alla narrazione, introdotta con le parole: ἐβόα (diceva gridando), ἔλεγε (diceva), ἔφη (ha detto), ἔφησας (hai detto), ecc.[16]:
– Ὑμᾶς μου τότε μαθητὰς πάντες γνώσονται, εἰ τὰς ἐμὰς ἐντολὰς τηρήσετε, φησὶν ὁ Χριστὸς τοῖς φίλοις πρὸς πάθος μολῶν … – Tutti vi riconosceranno per miei discepoli se osserverete i miei comandamenti, dice il Salvatore agli amici, andando verso la passione …
– Ἀφορῶντες εἰς ἐμὲ, εἶπας, κύριε, τοῖς μαθηταῖς, μὴ φρονεῖτε ὑψηλὰ … – Guardate a me, hai detto, Signore, ai tuoi discepoli, e non pensate cose alte …
Τοῖς μαθηταῖς ὁ ἀγαθὸς, γρηγορεῖτε, ἔφησας … – Dicevi, o buono, ai discepoli: Vigilate …
Λέγει πορευθεὶς [ὁ Ἰούδας] τοῖς παρανόμοις ἄρχουσι, τί μοι δοῦναι θέλετε; κἀγὼ Χριστὸν ἡμῖν τὸν ζητούμενον τοῖς θέλουσι παραδώσω … – Recatosi dagli iniqui capi egli dice: Che volete darmi perché io vi consegni il Cristo che volete, il ricercato? …
Talvolta la narrazione si evolve alla forma del dialogo che qualche volta si svolge in due o più tropari, creando lo stile veramente drammatico. L’ode 9° del tetraodio per il Sabato Santo presenta un dialogo tra Gesù morto e la sua Madre dolorosa; l’irmo inizia con l’invocazione impressionante: Non piangere per me, o Madre, vedendo nella tomba il Figlio (Μὴ ἐποδύρου μοι, μῆτερ, καθορῶσα ἐν τάφῳ … υἱόν). La Madonna dolente risponde: ora, Dio mio, vedendoti morto, senza respiro, sono orribilmente straziata dalla spada del dolore (νῦν δέ σε, θεέ μου, ἄπνουν ὁρῶσα νεκρὸν, τῇ ῥομφαίᾳ τῆς λύπης σπαράττομαι δεινῶς). Il tropario 2°, che è una risposta per le parole della Madonna del tropario precedente, pone l’accento sulla volontarietà della morte e della sepoltura di Cristo: Per mio volere la terra mi ricopre (Γῆ με καλύπτει ἑκόντα). Il tropario conclusivo pieno della gioia pasquale ci esorta intensamente: Esulti il creato, si rallegrino tutti gli abitanti della terra … Vengano avanti le donne con gli aromi … il terzo giorno risorgerò (Ἀγαλλιάσθω ἡ κτίσις, εὐφραινέσθωσαν πάντες οἱ γηγενεῖς … μετὰ μύρων γυναῖκες προσυπαντάτωσαν … τῇ τρίτῃ ἡμέρᾳ ἐξαναστήσομαι)[17].
L’isosillabismo e l’omotonia, le due leggi principali della poesia del canone, vengono seguite fedelmente da Cosma il Melodo. Perciò l’ultima sezione del capitolo 2°, attraverso l’analisi metrica dei componimenti di Cosma per la Settimana Santa, approfondisce la questione del ritmo tonico basato sulla nuova prosodia bizantina, di cui l’isosillabismo e l’omotonia costituiscono le regole fondamentali della composizione del canone. Nella tesi vengono ricordate sia la famosa scoperta delle regole della prosodia bizantina da parte del cardinale Jean-Baptiste-François Pitra (+1889) fatta nell’anno 1859, sia le ricerche scientifiche sul ritmo tonico e sulla metrica della prosodia bizantina dei grandi studiosi H.M. Stevenson (+1890), E. Bouvy (+1940), ecc.[18]
Il terzo capitolo costituisce la parte principale della tesi. Seguendo la tradizione bizantina dei commenti dei testi liturgici, si tenta di fare un’analisi dettagliata dei poemi di Cosma per la Settimana Santa alla luce della teologia biblica, dogmatica, patristica. La tradizione dei commenti dei poemi teologici di Cosma risale ai tempi bizantini almeno del X sec.; tra i commentatori celebri ci sono Niceta di Paflagonia (X sec.), Michele Psello (+1078), Gregorio Pardos (+1156), Teodoro Prodromo (+1170 ca.), Niceforo Callisto Xanthopoulos (+1350 ca.), Nicodemo Hagiorita (+1809), altri commenti sono pervenuti anonimi[19]. Il limite principale di questa tesi sta nell’impossibilità di consultare tutti questi commenti per avere una visione completa della tradizione interpretativa bizantina. La maggior parte di questi commenti, purtroppo, rimane finora inedita, attendendo un serio lavoro critico filologico. Sono riuscito a decifrare una parte del commento di Gregorio Pardos pervenuto nel Codex Vaticanus gr. 1712 (XII)[20]. Invece, il commento di Teodoro Prodromo pervenuto nel Codex Vaticanus gr. 1603, ff. 37v-58 (XIII) mi è risultato meno accessibile. In ogni caso per comprendere bene i commenti pervenuti nei codici dell’età bizantina si richiede un approccio paleografico e filologico, che includa tutti i manoscritti pervenuti. Tuttavia, l’apporto della tesi sta nell’ampio sfruttamento dell’Heortodromion di Nicodemo Agiorita (+1809)[21] che attinge parecchie idee dai commentatori bizantini. Nicodemo Agiorita nel suo commento riporta molti riferimenti biblici e patristici concernenti al tema di ogni tropario. Ho assimilato quasi tutte le citazioni bibliche e patristiche correggendole e completandole dalle altre fonti. Invece, le questioni teologiche spiegate nel commento di Nicodemo Agiorita sono state meno usate. Non ho preso in considerazione altri materiali riportati dall’Heortodromion, come le esortazioni omiletiche, gli insegnamenti morali ed ascetici. Ho evitato di fare riferimento agli autori post-patristici. Anche se loro commentano i temi affrontati nei poemi di Cosma, ovviamente non potevano avere nessun influsso al pensiero del grande Melodo.
Dunque, il mio metodo dell’analisi dei poemi teologici di Cosma di Maiuma per la Settimana Santa si potrebbe formulare con i punti seguenti. Tutti gli irmi e tropari vengono analizzati successivamente uno dopo l’altro; nei casi quando il tema dell’irmo non corrisponde al tema dei tropari, l’analisi di tali irmi si trasferisce alla fine.
All’inizio vengono presentati i temi principali del poema. P.es. il triodio del Mercoledì Santo presenta tre temi principali: la condanna a morte del nostro Liberatore da parte del sinedrio degli empi, il riscatto della donna peccatrice che ha versato l’unguento prezioso sul divino capo di Cristo, la cieca avarizia, il tradimento e la fine infausta di Giuda[22].
Poi, passando alla prima strofa del poema, identifichiamo innanzi tutto i passi biblici usati. Gli irmi e tropari dei poemi di Cosma sono di solito pieni di citazioni e allusioni bibliche, presentando sia i fondamenti veterotestamentari sia il Mistero di Cristo nel Nuovo Testamento. P.es. in una breve strofe, cioè nel primo tropario dell’ode 8° del triodio per il Lunedì Santo sono integrati almeno 11 riferimenti biblici:
Tutti vi riconosceranno per miei discepoli (Gv 13,35) se osserverete i miei comandamenti (Gv 15,10ss), dice il Salvatore agli amici (Gv 15,15), andando verso la passione. Abbiate pace in voi (Mc 9,50, Gv 14,27) e con tutti (Eb 12,14), e nutrite pensieri umili (Rm 12,16, Fil 2,6-11) per essere innalzati (Mt 23,12). Riconoscendo in me il Signore (Gv 13,13), celebratemi e sovresaltatemi per tutti i secoli (Dn 3,57ss)[23].
Poi l’interpretazione biblica di Cosma viene esaminata sulla base dei commentari biblici moderni. I passi scritturistici interpretati negli irmi e nei tropari vengono messi a confronto con l’interpretazione dell’approcciò critico moderno.
I poemi di Cosma presentano una teologia matura in pieno accordo con la dottrina cristologica espressa negli atti dei concili ecumenici e negli insegnamenti dei Padri. Il Mistero della Passione di Cristo nei poemi di Cosma il Melodo per la Settimana Santa è presentato teologicamente in modo assai ricco e profondo. Riflettendo sul mistero doloroso e glorioso insieme della passione, morte e risurrezione di Gesù, l’innografo tocca tutti i punti principali della cristologia: l’affermazione della vera divinità e della completa umanità di Cristo, l’incarnazione del Logos come evento soteriologico, il mistero della passione, morte, discesa agli inferi e risurrezione[24].
Per valutare esattamente il pensiero teologico di Cosma, si deve tenere presente il carattere compilatorio che caratterizza le sue opere. Insieme con Giovanni Damasceno, Cosma appartiene all’ultima generazione dei Padri a cui è toccato in sorte di sistemare, riassumere tutta la tradizione precedente e trasmetterla in possesso della Chiesa[25]. Anche se sembra ingiusto di qualificare questi grandi poeti e melodi come non creativi, Giovanni Damasceno stesso annuncia di non intendere dire nulla di personale, di scegliere invece i detti migliori degli altri:
Comunque, come ho detto, non annuncerò nulla di mio, ma raccogliendo insieme, per quanto possibile, le cose elaborate con fatica dagli autorevoli maestri, farò un breve compendio, seguendo in tutto il vostro comandamento[26].
Nell’Expositio fidei Giovanni Damasceno ripete ancora il principio del suo metodo riferendosi a Pv 22,28 (Non spostare il confine antico, che è stato posto dai tuoi padri):
Perciò stiamo contenti di queste cose e rimaniamo in esse, non rimuovendo gli antichi confini (Pv 22,28) e senza andare al di là della divina rivelazione![27]
Infatti, nelle sue opere Giovanni Damasceno recepisce la terminologia dialettica e teologica dei Padri, il loro modo di ragionare e di dividere il materiale raccolto[28]. Il metodo della sintesi invece della creatività riguardo ai concetti teologici potrebbe essere suggerito dal canone 19 del concilio Quinisesto che impone ai pastori delle chiese il dovere di spiegare le Scritture secondo i commentari dei Padri; si tratta di esegesi biblica a base patristica:
Occorre che i capi delle chiese, quotidianamente, ma soprattutto la domenica, insegnino a tutto il clero e a tutto il popolo le dottrine di pietà, leggendo dalla divina Scrittura i pensieri e i giudizi di verità, senza andare contro le definizioni già stabilite o la tradizione dei Padri ispirati da Dio. Ma se venisse sollevata una questione relativa alla Scrittura, costoro non la interpretino diversamente da quanto i luminari e i dottori della Chiesa hanno esposto nei propri scritti; e ricevano onore nel proporre questi scritti piuttosto che allontanarsi da ciò che conviene componendone dei propri, essendo talvolta incapaci di farlo; grazie, infatti, all’insegnamento dei Padri sopra menzionati, i popoli, venendo a conoscenza delle cose importanti e da preferire così come delle cose inutili e da rifiutare, rimodellano la loro vita in meglio e non vengono colti dal male dell’ignoranza ma, rivolgendo la propria attenzione all’insegnamento, incitano se stessi a non soccombere al male e, per paura della pene incombenti, si procurano la salvezza[29].
Il canone 75 dello stesso concilio Quinisesto, stabilendo alcune modalità del canto in chiesa, ordina di non usare testi che non sono adatti e appropriati per la Chiesa (… μήτε τι ἐπιλέγειν τῶν μὴ τῇ ἐκκλησίᾳ ἁρμοδίων τε καὶ οἰκείων)[30].
Anche la poesia di Cosma è profondamente ancorata nella tradizione patristica dell’esegesi biblica, facendo delle sintesi teologiche basate sulle opere dei Padri e sugli insegnamenti conciliari.
Nel corso della tesi sempre si tiene conto del metodo di Cosma, che è piuttosto sintetico e compilatorio invece di creativo quando si tratta di affrontare concetti teologici dogmatici. Spesso vengono ricercate le fonti patristiche o conciliari che potrebbero essere alla radice dell’ispirazione del grande Melodo. Si mettono in evidenza non solo i riferimenti alle omelie ed opere dogmatiche di Basilio Magno, Gregorio Nazianzeno, Giovanni Crisostomo, Giovanni Damasceno, ecc., ma anche i collegamenti con la tradizione innografica di Romano il Melodo, Sofronio di Gerusalemme, Efrem Siro.
Con questa tesi speriamo di dare un contributo soprattutto allo studio delle scienze liturgiche e patristiche, nella filologia e nella poetica bizantina, ma anche nello studio della musica sacra e dell’innografia bizantina.
Capitolo 1. Cosma di Maiuma. La questione prosopografica
1.1. La figura di Cosma nei testi antichi
Cosma di Maiuma [di Gerusalemme, Hagiopolites, il Melodo] (674/676 – 751/752), detto poi Princeps Melodorum, nella storia della poesia ecclesiale bizantina è uno dei più grandi rappresentanti del genere letterario di canone[31]. Alla sua mano appartengono molti canoni dedicati alle solennità più importanti: Esaltazione della Croce, Natale, Epifania, Presentazione del Signore, Domenica delle Palme, della Settimana Santa, Pentecoste, Trasfigurazione, Dormizione della Madre di Dio, ecc.[32]
Secondo la biografia tradizionale Cosma nacque intorno al 674/676 a Damasco; rimasto orfano fu allevato insieme con Giovanni Damasceno. Divenne monaco nella Laura di S. Saba e nel 735 fu elevato alla sede vescovile di Maiuma. Morì nel 751/752[33].
Nel XVIII sec. B. de Montfaucon e M. Le Quien hanno ordinato i primi dati biografici elementari, nel 1979 Th. Detorakis sulla base di materiale abbondante compone la prima monografia: Κοσμᾶς ὁ Μελωδός. Βίος καὶ ἔργο (Thessalonikê 1979), nel 1989 A. Kazhdan e S. Gero hanno messo in discussione quasi tutte le notizie sulla vita di Cosma sottolineando l’inconsistenza della tradizione biografica[34].
La prima fonte delle notizie su un autore occorre cercare ovviamente nelle sue opere, cioè in caso di Cosma bisogna cercarli negli acrostici dei suoi componimenti; gli acrostici costituiscono un fenomeno diffuso negli innografi bizantini[35]. I due acrostici dei canoni di Cosma forniscono il nome dell’autore con l’eponimo di Gerusalemme: «Δεύτερος ὕμνος Κοσμᾶ ἁγιοπολίτου», «Τρίτος ὕμνος Κοσμᾶ Ἱεροσολυμίτου», un altro canone informa che l’autore è monaco: «Πένθος Κοσμᾶ μοναχοῦ ἐπὶ νοός»[36].
La Dialectica di Giovani Damasceno, sia la versione breve sia quella estesa, iniziano con l’annotazione dedicata a Cosma, vescovo di Maiuma: Al venerabilissimo ed onorato da Dio Cosma, santissimo vescovo di Maiuma, Giovanni il monaco[37]. La tradizione manoscritta non è anteriore X sec., ma la traduzione georgiana di Efrem Mcire del XI sec. non riporta la dedica. Si può quindi supporre che l’originale greco non la avesse. Annotazioni bizantine poterono essere composte dai copisti, non sempre dagli autori. La dedica potrebbe essere un’aggiunta secondaria anche perché i destinatari dell’opera sono designati al plurale: μακάριοι, συγγνώμονες, θεοτίμητοι, cioè i destinatari sono un gruppo o una comunità, ma non una singola persona[38].
È messa in discussione anche la paternità del Canone di San Cosma attribuito da S. Eustratiades a Teofane Grapto (+845). Il canone esiste in alcunimanoscritti del Monte Atos, sempre anonimo, e in un Mineo della Biblioteca di Gerusalemme (XIII) ascritto a Teofane il Melodo. L’autore del canone, però, applica all’imperatore Costantino V (741-775) l’epiteto Copronimo, che non è testimoniato in nessuna fonte del periodo dell’iconoclastia e appare per la prima volta nella cronaca di Giorgio Hamartolos nella seconda parte del IX sec. Un altro argomento contro la paternità di Teofane Grapto si fonda sul fatto che il nome di Cosma non appare nei sinassari e nei menologi prima dell’XI sec.[39]
Alcune fonti agiografiche menzionano la partecipazione di Cosma nel conflitto dell’iconoclastia dalla parte dei difensori delle immagini sacre[40]. Gli anatemi del Concilio iconoclasta (754), però, sono diretti contro il Mansur (Giovanni Damasceno) e non menzionano Cosma. Ciò permette di sospettare che il ruolo di Cosma nel conflitto dell’iconoclastia non fosse stato così eminente come quello del Damasceno[41].
Anche Teofane il Confessore (+818) nella Cronaca dichiara il ruolo importante di Giovanni Damasceno, ma non fa menzione di Cosma[42].
I poemi di Cosma, tuttavia, sono stati conosciuti nel IX sec., gli autori degli epimerismi sui Salmi e su Omero (datati al IX sec.) adoperavano i due canoni di Cosma: per il Natale e per il Giovedì Santo[43]. La Cronaca di Teofane Continuato (X sec.) racconta che ai tempi di Leone VI (886-912) il monaco Marco, l’economo della chiesa di S. Mocio, ha completato il tetraodio per il Sabato Santo del grande Cosma[44]. I tre canoni di Cosma sono stati tradotti in siriaco e introdotti nell’uso liturgico dei giacobiti[45]. Un inno, tradotto in latino, è ancora nell’uso liturgico della Chiesa Cattolica Romana[46].
L’autore del lessico Suda (il tardo X sec.) fornisce la più antica testimonianza biografica su Cosma: lo designa come Cosma da Gerusalemme (Κοσμᾶς ὁ ἐξ Ἱεροσολύμων), contemporaneo di Giovanni Damasceno (σύγχρονος Ἰωάννου τοῦ Δαμασκηνοῦ / συνήκμαζε δ’ αὐτῷ), essendo un uomo molto intelligente (ἀνὴρ εὐφυέστατος), dotato di grande talento musicale (πνέων μουσικὴν ὅλως τὴν ἐναρμόνιον); i canoni dei due melodi sono incomparabili (οἱ γοῦν ᾀσματικοὶ κανόνες Ἰωάννου τε καὶ Κοσμᾶ σύγκρισιν οὐκ ἐδέξαντο οὐδὲ δέξαιντο). La notizia conferma il collegamento di Cosma con Gerusalemme, il dato che risulta dagli acrostici; il vescovato di Maiuma non è menzionato[47].
Nel Menologio di Basilio II (X-XI) Cosma non viene provvisto con il proprio commento come santo, egli viene menzionato, però, come un grande innografo e melodo nel commento dedicato a S. Giovanni Damasceno: S. Giovanni diventò monaco insieme con Cosma, di cui sono molti inni e melodie per le feste sante e soprattutto per la Santa e Grande Settimana preceduta alla Pasqua[48].
Giorgio Cedreno (XI sec.) nel Compendium historiarum menziona Cosma di Maiuma, collocandolo tra i difensori delle sacre immagini Giovanni Damasceno e Teofane Grapto:
Questo Santo Giovanni è chiamato anche “il Melodo” insieme con Cosma, il vescovo di Maiuma, e con Teofane, fratello di Teodoro, detti Grapti, perché loro componevano gli inni istituiti per il canto nelle chiese cristiane[49].
Dalle fonti storiche risulta il fatto dell’esistenza di Cosma il Melodo, dotato di grande talento musicale, l’autore dei canoni di sovrastante qualità, coetaneo di Giovanni Damasceno e attivo nell’area di Gerusalemme.
1.2. La figura di Cosma nelle fonti agiografiche
I più antichi manoscritti della vita di Cosma appartengono al X sec., essi sono almeno duecento anni distanti dalla vita del Melodo[50]. Si tratta soprattutto dei più antichi codici del Sinassario della Chiesa di Costantinopoli e del codice Sinaitico gr. 376 che presenta la Vita Damascenica Marciana[51].
Le notizie sulla vita e sull’opera del grande Melodo possiamo ricavare dalle fonti agiografiche concernenti a Cosma stesso, a Giovanni Damasceno e dalle vitae comuni dei due poeti. Le fonti non appartengono tutte alla stessa tradizione, e spesso le loro notizie sono contraddittorie. Spesso ci troviamo di fronte delle difficoltà insormontabili nel tentativo di conciliare le contraddizioni che derivano da esse[52].
Esaminando le notizie riguardo alla provenienza, educazione e ai rapporti con Giovanni Damasceno, sulla base delle relazioni e differenze dei testi, Th. Detorakis raggruppa tutte le fonti agiografiche in tre tipi[53]:
A. Cosma proviene da Damasco, è il fratello adottivo di Giovanni Damasceno; il loro maestro è uno costantinopolitano, un dotto d’ordine d’ἀσηκρῆτις (segretario privato).
B. Cosma proviene da Gerusalemme, è il fratello adottivo del Damasceno; il loro maestro è un dotto monaco di Italia, anche lui si chiama Cosma.
C. Cosma proviene da Creta ed è maestro di Giovanni Damasceno, oppure Cosma il monaco proviene da Creta ed è maestro comune dei due fratelli adottivi.
Generalmente i dati biografici su Cosma sono scarsi e contradditori, le notizie sulla sua vita sono molto limitate e non chiare. Gli elementi storici ricavati dalle fonti sono esigui, essi si smarriscono nel mare delle oscurità e delle informazioni contraddittorie. La confusione moltiplicata per quanto riguarda alla sua origine, infanzia, educazione, data di nascita e quella di morte, rapporti con il Damasceno, ecc. complicano gravemente la possibilità di trovare la verità storica[54]. È difficile esaminare i fatti presentati nelle diverse tradizioni agiografiche non soltanto a causa dei molti testi perduti, ma anche perché lo sviluppo avveniva in parte tramite la tradizione orale sfuggita dallo studio[55].
1.2.1. Le fonti agiografiche del tipo A
Le fonti agiografiche del tipo A sembrano di rispecchiare la tradizione manoscritta costantinopolitana. Al tipo A appartengono i tre testi: la vita di Cosma esposta nel famoso Sinassario della Chiesa di Costantinopoli, la Vita Damascenica Marciana e la Vita Athoniensis Laurae. Il primo e l’ultimo dei testi riguardano direttamente Cosma, il secondo presenta una breve vita di Giovanni Damasceno[56].
L’edizione del Sinassario della Chiesa di Costantinopoli è fondata sui molti codici dei X-XVI sec., di cui il più famoso è il codice Sirmondiano (o Berolinensi gr. 219) del XII-XIII sec.[57] La vita di S. Cosma nel Sinassario viene esposta il 15 gennaio; ci sono indicate, però, le altre date (14 ottobre: Κοσμᾶ τοῦ ποιητοῦ, 16 gennaio: Κοσμᾶ), ciò potrebbe testimoniare la presenza delle tradizioni diverse[58]. Cosma è menzionato nel Sinassario anche nella vita di S. Giovanni Damasceno, esposta il 4 dicembre[59]. L’importanza del Sinassario consiste non solo nella sua antichità, ma anche nella semplicità delle notizie esposte, esso è privo di ampliamenti e d’iperboli abituali allo stile di una vita[60].
Innanzi tutto, gli autori della vita di Cosma si richiamano alla tradizione (orale o scritta) più antica: questa parola dai Padri è giunta a noi[61]. Cosma è chiamato con l’eponimo di Gerusalemme «Ἁγιοπολίτης», ciò intende qualche collegamento con Gerusalemme sia tramite la provenienza, sia tramite l’appartenenza alla Laura di S. Saba vicino alla Città Santa; i monaci di S. Saba di solito furono nominati con l’eponimo di Gerusalemme (p.es. i poeti Giorgio (IX), Stefano (VIII), Sergio (IX) Ἁγιοπολίτες)[62]. La grande parte del Sinassario è dedicata alla formazione ed educazione di Cosma da parte del padre di Giovanni Damasceno:
Questo stesso il padre di soprammenzionato sapientissimo Giovanni prese con cura anche beatissimo Cosma, un bambino premuto dall’orfananza e anche dalla povertà estrema. Allevandolo con cura, lo adottò come figlio e con educazione gli ha fatto raggiungere la sapienza sia divina, sia umana[63].
Il Sinassario informa del grande successo di Cosma nell’innografia: egli è autore dei canoni, tropari e delle altre composizioni[64]. Poi Cosma si sottomette al giogo della vita monastica e in seguito viene ordinato vescovo di Maiuma dal patriarca di Gerusalemme[65], ciò è confermato anche dalla vita di S. Giovanni Damasceno dello stesso Sinassario: egli (S. Giovanni) abbracciò la vita solitaria, insieme con il beato Cosma, divenuto poi il vescovo di Maiuma[66]. La vita di Cosma si conclude con il fatto che il santo morì nell’età avanzata[67].
La prima osservazione da notare è la struttura sbilanciata del commento di Cosma esposto nel Sinassario: la grande parte introduttiva, che infatti costituisce quasi la metà del tutto il testo, non si riferisce a Cosma. Si tratta, invece, della nobiltà e ricchezza del padre di Giovanni Damasceno e dell’educazione del sapientissimo Giovanni da parte del dotto e sapiente ἀσηκρῆτις. Sembra che tutto questo frammento è importato da qualche vita di Giovanni Damasceno[68]. Bisogna osservare che nella prefazione alla vita di Cosma all’anonimo ἀσηκρῆτις, maestro di Giovanni, è dedicato uno spazio sostanziale; invece, l’educazione di Cosma viene trattata a parte senza riferimento all’ἀσηκρῆτις. Dall’altra parte nella prefazione alla vita di Giovanni Damasceno dello stesso Sinassario non c’è nessuna menzione del maestro di Giovanni. Quindi, sembra strano che il maestro di Giovanni appare nella prefazione a Cosma e non nel commento dedicato a Giovanni[69]. Esaminando la vita di S. Giovanni Damasceno, esposta nello stesso Sinassario, si nota uno spazio sostanziale dedicato a Cosma, il monaco e poi il vescovo di Maiuma, il poeta-compositore dei tropari e canoni, come se fosse piuttosto la vita comune dei due poeti, che la vita di S. Giovanni Damasceno:
… [S. Giovanni Damasceno] abbracciò la vita solitaria, insieme con il beato Cosma, divenuto poi il vescovo di Maiuma. Loro, ispirati dalla grazia divina, per mezzo dei diversi tropari e moltissimi canoni, lodavano Dio, la Madre di Dio e molti santi. Sono ancora cantati da tutti i loro canti destinati per la gloria divina. Seguendo, dunque, la vita ascetica i loro due nello stesso modo … Il famoso Cosma, anche egli studiando la Divina Scrittura, ha offerto per la Chiesa le moltissime e numerose opere, e lascò questa vita in pace[70].
La Vita Damascenica Marciana è edita sulla base del cod. Marcianus gr. 363 (XII), 293r-294v; la vita è giunta anche nel cod. Sin. gr.376 (X – inizi del XI) e nel cod. Atheniensis2108 (XII)[71]. Il passaggio concernente Cosma è caratterizzato dalla semplicità e sobrietà delle notizie, esso è privo d’iperboli. La vita fornisce in modo breve riassuntivo gli elementi noti su Cosma: l’orfananza, l’adozione, la vita monastica, il vescovato di Maiuma, il prosperamento nell’innografia; egli è autore dei tropari e dei canoni che sono cantati nella Chiesa di Dio fino ad oggi[72]. Il testo riferente a Cosma sembra di essere inserito nella vita di Giovanni, per di più Cosma non appare come una figura importante, ma soltanto come “qualcun altro del nome Cosma” (ἕτερον τινὰ, κοσμᾶν ὀνόματι). Un agiografo non userebbe l’appellativo «ἕτερος τις» ad un santo, ciò potrebbe suscitare l’idea che il testo fu composto ancora prima della venerazione di Cosma come santo[73]. La questione della provenienza è omessa; l’anonimo ἀσικρίτης, maestro di Giovanni, è uno dei prigionieri riscattati dal padre di Giovanni Damasceno[74].
Nonostante le scarsità delle notizie presentate, il Sinassario e la Vita Damascenica Marciana si distinguono dal lessico Suda, il quale non menziona né l’adozione né il vescovato di Maiuma[75].
La Vita Athoniensis Laurae, un testo importante sia per i dati preziosi sia per l’antichità, è edita sulla base del codex unicus Athoniensis Laurae Γ 44 (150r-157v), datato con il XIII sec.[76] Un passaggio nell’epilogo ci fornisce l’informazione, che la Vita è stata scritta come il discorso laudativo per celebrare la festa di Cosma, dichiarando che essa ancora spesso rimane sotto silenzio e sconosciuta fino ai nostri giorni; questo dato interno potrebbe permettere di datare la composizione del testo originale all’XI sec.[77]
La Vita Athoniensis Laurae condivide con il Sinassario le notizie comuni della condizione di orfano, dell’adozione dal padre di Giovanni Damasceno, dell’anonimo ἀσηκρῆτις, del successo nell’innografia[78]. L’anonimo ἀσηκρῆτις, un dotto monaco proveniente da Costantinopoli (ἀνὴρ Βυζάντιος … τῇ ἀξίᾳ … ἀσηκρῆτις), qui appare non solo come il maestro di Giovanni (Sinassario), ma di Cosma e di Giovanni[79]. L’autore della Vita Athoniensis Laurae espone una lunga storia che racconta delle circostanze a causa delle quali l’ἀσηκρῆτις si trovò a Damasco: si tratta della prigionia araba, collocata durante il regno di Leone III Isaurico (717-740), ciò non corrisponde cronologicamente ai dati biografici di Cosma e di Giovanni, i quali allora sarebbero stati già in età troppo avanzata per lo studio[80]. Nel manoscritto Cosma è presentato come un coraggioso difensore delle sacre immagini nella controversia iconoclasta[81]. La Vita Athoniensis Laurae presenta i tre punti specifici: la provenienza di Cosma da Damasco[82], l’omissione del suo vescovato di Maiuma e la morte prematura all’età di cinquantaquattro anni[83].
1.2.2. Le fonti agiografiche del tipo B
Al tipo B appartengono i due testi che rispecchiano la tradizione gerosolimitana e, probabilmente, quella araba: la Vita Damascenica Hierosolymitana e la biografia comune dei poeti Cosma e Giovanni Damasceno, opera del patriarca di Gerusalemme Giovanni Mercuropulo (1156-1165)[84].
La Vita Damascenica Hierosolymitana è pervenuta almeno in 57 manoscritti, tra cui i più antichi sono: Athon. Vatop. 497 (X) e Vindob. Phil. gr. 158 (X-XI)[85]. L’ultima edizione è fatta da M. Le Quien e J.P. Migne[86]. Il nome dell’autore della vita viene fuori dall’epilogo: il portatore dello stesso nome (ὁ ὁμωνυμῶν σοι); perciò un gruppo dei manoscritti attribuisce la vita a Giovanni patriarca di Gerusalemme, un altro gruppo a Giovanni patriarca di Antiochia, molti manoscritti sono pervenuti senza indicazione della paternità[87]. L’autore, Giovanni, dice di aver usato per la sua composizione l’originale arabo[88]. Il testo arabo che possediamo oggi[89], anche se è relativamente vicino alla vita gerosolimitana, non può essere identificato con la fonte araba per Giovanni l’autore della Vita Damascenica Hierosolymitana. La prefazione della vita arabica esistente ci informa di essere composta dallo hieromonaco Michele dopo la salvezza di Antiochia dall’assedio dell’anno 1084 per intercessione meravigliosa di S. Giovanni Damasceno[90]. La vita arabica di hieromonaco Michele fu tradotta in greco da Samuele metropolita di Adana e poi la traduzione greca di Samuele viene tradotta in georgiano da Efrem Mcire minor, morto alla fine dell’XI sec.[91] Tutto questo processo letterario si colloca in un breve periodo tra gli anni 1085-1100. I primi manoscritti della Vita Damascenica Hierosolymitana composta da Giovanni appartengono al X sec., ciò indica all’esistenza delle due vitae arabicae e delle due traduzioni greche quella di Giovanni nel X sec. e quella di Samuele alla fine del XI sec. I due agiografi arabi presentano il materiale in modo molto simile, perciò, anche se l’hieromonaco Michele, autore della vita arabica della fine dell’XI sec., non menziona qualche prototipo, la sua redazione non è considerata indipendente dalla tradizione gerosolimitana[92].
La Vita Damascenica Hierosolymitana, un testo encomiastico dedicato a S. Giovanni Damasceno, fornisce qualche notizia su Cosma, però lascia per gli altri la composizione della sua biografia vera e propria: … tale del tutto fu certamente anche Cosma; ma su di lui è stabilito un altro discorso[93]. La vita ci informa dell’origine di Cosma da Gerusalemme (ἐξ Ἱεροσολύμων ὁρμώμενον), la sua orfananza dalla prima infanzia (ἀφ’ ἁπαλῶν ἀπορφανισθέντα τῷ σώματι)[94]. Il tema dell’adozione, però, è poco sviluppato nella biografia gerosolimitana e nei testi collegati. La vita evita l’episodio dell’adozione: Cosma non è fratello adottivo di Giovanni, ma il suo fratello spirituale e compagno (κατὰ πνεῦμα τούτου ἀδελφὸς καὶ συμμύστης)[95] e anche il figlio spirituale del Mansur (ὃν καὶ εἰς υἱὸν ἐποιησάμην πνευματικόν)[96]. Secondo la versione georgiana Cosma è amico e compagno di Giovanni Damasceno, educato nella casa del padre di Giovanni[97].
La Vita Damascenica Hierosolymitana racconta che Cosma e Giovanni Damasceno condussero la vita ascetica nella Laura di S. Saba[98]; si tratta dell’ordinazione di Cosma a vescovo di Maiuma[99] e della collaborazione con il Damasceno nella controversia iconoclasta[100]; secondo la vita gerosolimitana Cosma è morto nell’età avanzata[101]. L’autore della Vita Damascenica Hierosolymitana menziona anche il grande successo di Cosma nell’innografia[102].
Una delle differenze importanti tra le vitae del tipo A e la biografia gerosolimitana consiste nella mancanza del nome del maestro di Giovanni e Cosma nei testi del tipo A[103]. Nella vita gerosolimitana il maestro non è un ἀσηκρῆτις costantinopolitano, ma è un monaco proveniente da Italia, liberato dalla prigionia barbarica dal padre di Giovanni Damasceno; il nome del maestro coincide con il nome di Cosma di Maiuma[104], perciò l’autore della vita arabica e poi il traduttore e curatore della vita georgiana ammonisce di non confondere Cosma il maestro con Cosma il vescovo di Maiuma[105]. Cosma il monaco secondo la Vita Damascenica Hierosolymitana è il maestro di Giovanni (ὁ τούτου διδάσκαλος, ἐκ τοῦ μαθητοῦ)[106]; dopo l’effettuazione del suo compito magistrale Cosma il monaco è entrato e ha finito la sua vita nella Laura di San Saba[107].
La biografia comune di Giovanni Damasceno e Cosma, composta da Giovanni Mercuropulo il patriarca di Gerusalemme (1156-1165), sussiste in un solo manoscritto, il cod. Athen. 983, ff. 315β-357β, datato all’anno 1267, pubblicato da A. Papadopoulos-Kerameus nel 1897[108]. La Vita di Giovanni e Cosma di Giovanni Mercuropulo è composta sulla base della Vita Damascenica Hierosolymitana e delle altre fonti; alcuni passaggi dipendono dalla vita gerosolimitana non soltanto concettualmente, ma anche nella scelta delle parole[109]. Giovanni Mercuropulo conosce le notizie dei testi del tipo C che raccontano dei viaggi di Cosma ad Antiochia, a Costantinopoli; Mercuropulo, però, li considera del tutto falsi[110]. Le notizie riguardanti la differenza dell’età tra Cosma e Giovanni Damasceno, ma anche l’elenco delle opere di Cosma ci spingono a pensare che Giovanni Mercuropulo potrebbe sfruttare anche altre fonti a noi sconosciute[111].
Secondo la Vita di Giovanni e Cosma di Giovanni Mercuropulo, Cosma proviene dalla Palestina[112], è adottato dal padre di Giovanni Damasceno[113]. I due fratelli adottivi sono educati dal maestro Cosma, il monaco proveniente da Italia, catturato dai pirati mentre andava nel pellegrinaggio a Gerusalemme, e liberato dalla prigionia dal padre di Giovanni Damasceno. Il maestro Cosma ha ricevuto la sua educazione a Costantinopoli, questa notizia è in qualche consonanza con l’espressione «ἀνὴρ Βυζάντιος» della Vita Athoniensis Laurae[114]. Dopo la morte di Sergio Mansur negli inizi dell’VIII sec. il suo figlio Giovanni riceve dal califfo la carica di governo. La particolarità della Vita composta da Giovanni Mercuropulo consiste nell’episodio che anche il fratello adottivo Cosma fa parte della carica governativa nell’ordine d’ἀσεκρῆτις (segretario privato), il titolo che nei testi del tipo A viene attribuito al maestro dei due fratelli adottivi[115]. Giovanni Mercuropulo informa i dati riferenti all’età: Cosma è entrato nella Laura di S. Saba all’età di 26 anni (mentre Giovanni aveva allora 21 anni)[116], dopo 11 anni passati nel monastero (δέκα γὰρ ἐφ’ ἑνὶ πρὸς τὸν μονήρη βίον ἐπύκτευσε)[117] è ordinato vescovo di Maiuma, città portuale vicino a Gaza (πρὸς τὸν τοῦ Μαϊουμᾶ περίοπτον θρόνον ἐγκαθιδρύουσιν)[118], fu vescovo per 17 anni[119]; dunque, se ne deduce che Cosma è morto nell’età di 54 anni, ciò che di nuovo corrisponde alla notizia della Vita Athoniensis Laurae[120]. Alla fine, però, sembra che Giovanni Mercuropulo cada in contraddizione dicendo che i due fratelli adottivi sono morti in età avanzata (ἀπῄεσαν ἐν εἰρήνῃ καὶ γήρᾳ βαθεῖ τὴν πρὸς τὸν Κύριον)[121]. Troviamo altre due incoerenze cronologiche. L’entrata di Giovanni e Cosma nel monastero è collocata nel contesto della controversia iconoclasta con Leone III (717-741) che iniziò a battersi contro le immagini religiose nel 726. Anche se proviamo a spostare nel tempo i dati biografici, sembra poco probabile che Giovanni Damasceno nell’età di 21 anni potesse svolgere in modo così considerevole l’attività politica e teologica contro l’iconoclastia. Gli studiosi sono propensi a datare il ritiro del Damasceno a vita monastica agli anni 705-706, nel contesto della politica sfavorevole ai cristiani del califfo al-Walid (705-715)[122]. La seconda questione cronologica deriva dalla notizia di Giovanni Mercuropulo secondo cui Elia il patriarca di Gerusalemme ha ordinato Cosma vescovo. L’unico patriarca gerosolimitano che cronologicamente potrebbe entrare in questione sarebbe Elia II (770-797), ciò significa che la vita di Cosma, e di conseguenza quella di Giovanni Damasceno, dovrebbe essere spostata di una cinquantina d’anni[123].
1.2.3. Le fonti agiografiche del tipo C
Le fonti del tipo C riportano dati completamente diversi dai due tipi precedenti. Al tipo C appartengono tre testi: la Vita di Halki, la Vita Atheniensis, e la Vita Vaticana (Barberiniana); i primi due presentano le biografie comuni dei due poeti Cosma e Giovanni Damasceno, il terzo testo costituisce la biografia di Cosma solo[124]. Anche se i testi del tipo C sono sopravvissuti nei manoscritti più tardi rispetto a quelli dei gruppi precedenti, però copiano prototipi più antichi[125].
La Vita di Halki è nota in tre manoscritti: il più antico è il codice del monastero Leimonos nell’isola Lesbo n. 13, 92v-116 (XII); gli altri due sono mancanti, il codice del monastero della Panagia nell’isola di Halki n. 1, 108r-121r (XIV) con i mancanti primi due fogli e il codice Paris. Coisl. gr. 286, 187v-189r (XIV), tagliato; esiste anche la traduzione araba inedita dell’anno 1665 salvata in una copia manoscritta dell’anno 1888[126]. La Vita di Halki viene edita da A. Papadopoulos-Kerameus nel 1897 sulla base di un solo codice con i due fogli mancanti cod. di Halki 1 (XIV)[127].
La Vita di Halki appartiene ad una tradizione completamente differente sia da quella orientale, sia dalla costantinopolitana. La vita fornisce uno schema del tutto nuovo e molto sorprendente[128]. La particolarità principale consiste nel fatto che il testo di Halki tratta di un solo Cosma il maestro di Giovanni Damasceno[129]. Bisogna osservare che lo schema simile troviamo nel sinassario etiopico, in cui il maestro di Giovanni è un monaco e filosofo chiamato Quelherou-Quezmâ, il discepolo di Cirillo; invece il fratello adottivo del Damasceno non viene menzionato[130].
Secondo la Vita di Halki Cosma proviene da Creta[131], è un diacono e catecheta di tutta l’isola[132], un giorno viene catturato dai pirati arabi[133] e consegnato a Mansur, un arabo musulmano, l’emiro di Damasco[134]. L’emiro Mansur aveva il figlio di dodici anni del nome Giovanni, che in seguito è diventato poeta con l’eponimo Damasceno e Ἁγιοπολίτης; con lo stesso eponimo Ἁγιοπολίτης viene chiamato anche Cosma[135]. Dunque, Mansur libera il prigioniero Cosma, che allora aveva trentatré anni[136], e lo fece maestro per il suo figlio Giovanni[137]. Cosma insegna a Giovanni segretamente la fede cristiana e lo battezza all’insaputa dell’emiro[138]. Dopo la morte di Mansur Cosma e Giovanni andarono a Gerusalemme, ascoltarono insegnamento dei padri, lì cominciarono la loro opera poetica e musicale[139]. Cosma è diventato vescovo di Maiuma[140]. La Vita di Halki descrive in modo dettagliato i viaggi ed i miracoli di Cosma: egli visitò Antiochia, dove nel monastero di San Giovanni Battista viene riconosciuto come l’autore del canone per l’Esaltazione della Croce[141], a Nicomedia incontra il vescovo Eusebio iconoclasta, a cui predice una mala fine. A Nicomedia avvenne il primo miracolo di Cosma: la risurrezione del figlio di una vedova povera[142]. A Costantinopoli Cosma parla con l’imperatore e con il patriarca Tarasio (784-806), di cui predice la morte entro due anni[143]. Ciò potrebbe spostare i termini cronologici della vita di Cosma per 50 anni. Attraverso la Tracia e la Macedonia Cosma giunse a Roma e poi con la nave andò in Egitto[144]. Giovanni Damasceno secondo la Vita di Halki è morto martire e sepolto in Persia; dunque Cosma andò da Iberia in Persia, dove vide la sua tomba e costruì la chiesa nel nome del Santo Martire Giovanni[145]. I viaggi di Cosma terminano a Gerusalemme, dove si incontra con Stefano Sabaita (725-807), nipote di Giovanni Damasceno[146]. Cosma è morto all’età di 78 anni; la Vita di Halki alla fine riassume gli elementi cronologici della vita di Cosma: nell’età di 33 anni fu catturato e portato a Damasco, dove è rimasto durante 26 anni, i viaggi nelle diverse città e paesi duravano 18 anni e durante un anno ha dimorato nel monastero. È interessante sottolineare che non si menziona qui il vescovato a Maiuma[147].
Dunque, la particolarità principale della Vita di Halki consiste nel conoscere un solo Cosma di Maiuma, il maestro di Giovanni Damasceno; la vita descrive in modo dettagliato i viaggi ed i miracoli di Cosma[148].
La Vita Atheniensis, giunta in cod. Athen.321, ff. 10-46 (XII), ancora inedita, attinge dalla Vita di Halki seguendola fedelmente sia nella struttura sia nel contenuto; potrebbe essere una versione o rielaborazione della Vita di Halki, la somiglianza nelle formulazioni delle frasi è sorprendente[149]. La Vita Atheniensis presenta la vita comune dei due poeti, la parte maggiore e principale si riferisce a Cosma[150].
Secondo la Vita Atheniensis Cosma proviene da Creta, anche se l’autore è consapevole della tradizione dell’origine da Damasco, dicendo: Egli (Cosma) non è nato a Damasco, ma a Creta[151]. Una volta catturato dagli arabi[152], a Damasco viene consegnato a Mansur[153] che lo sceglie come maestro per suo figlio[154]. C’è una piccola differenza fra la Vita Atheniensis ela Vita di Halki riguardo agli elementi cronologici della vita di Cosma: sarebbe vissuto 78 anni, ha lasciato Creta all’età di 36 anni, durante 24 anni svolse l’attività magistrale a Damasco, e trascrose 18 anni in viaggio[155]. Anche il testo dell’epigramma sulla tomba di Cosma è un po’ differente nelle due vitae, ciò potrebbe suggerire l’uso di due fonti un po’ ineguali[156]:
Vita di Halki: Ἔχειν σε τύμβος κἂν δοκῇ κεκρυμμένον, λέληθεν· οὐρανὸς γὰρ ὄντως νῦν φέρει τὸν ὡς ἀληθῶς ἥλιον φαεσφόρον· οὐ γὰρ κάτω σε σὺν νεκροῖς ὥραν μίαν ἀφῆκεν ἡ πρόνοια, Κοσμᾶ παμμάκαρ, ἀλλ’ οὐρανὸς φέρει σε σὺν τοῖς Ἀγγέλοις.
Vita Atheniensis: Ἔχειν σε τύμβος κἄν δοκῇ κεκρυμμένον λέληθεν· αὐτὸν οὐρανὸς γὰρ κατέχει τὸν ὡς ἀληθῶς ἥλιον φαεσφόρον· οὐ γὰρ κάτω σε σὺν νεκροῖς ὥραν μίαν ἀφῆκεν ἡ πρόνοια δικαίᾳ κρίσει.
La frase «ὡς γέγραπται» spinge a pensare che la Vita Atheniensis attinga a fonti scritte. Dall’altra parte nella Vita Atheniensis sono presentate notizie assenti dalla Vita di Halki. Quindi, queste due vitae potrebbero essere parallele e attingono alla stessa tradizione agiografica[157].
La Vita Vaticana (Barberiniana), presente in un solo manoscritto cod. Vat. Barber. gr. 583 (olim VI. 22 = 467), pp. 722-756 (XV), è stata pubblicata da Th. Detorakis nel 1974[158]. L’autore anonimo dichiara di aver scritto la biografia di Cosma dietro ordine del suo superiore nella gerarchia ecclesiastica[159]. L’autore potrebbe essere un abitante della Laura di S. Saba[160]. Il linguaggio della Vita Vaticana è caratterizzato dall’uso di parole rare e di figure retoriche, di proverbi arcaici, di riferimenti agli autori antichi[161].
La Vita Vaticana condivide elementi dei testi agiografici dei tipi B e C[162]. La fonte principale per la Vita Vaticana potrebbe essere la Vita di Halki, poiché c’è una stretta parentela tra i due testi, i quali seguono lo stesso schema basilare e sottolineano gli stessi punti[163]. L’autore conosce anche la Vita Damascenica Hierosolymitana (tipo B), che, secondo lui, è composta da Giovanni patriarca di Gerusalemme[164]. Mentre gli altri testi del tipo C parlano di un solo Cosma, maestro di Giovanni Damasceno, la particolarità principale della Vita Vaticana consiste nella chiara distinzione fra Cosma il poeta e Cosma il maestro che non era poeta: Un altro Cosma è riconosciuto come pieno della sapienza divina, ma quello non è poeta, è, invece, istruttore comune e maestro divino per questi due (per Giovanni e Cosma)[165]. Mentre Cosma il maestro, proveniente da Creta[166], catturato dagli arabi, portato a Damasco, la patria del suo alunno, Cosma il poeta, è Gerusalemme[167]. La Vita Vaticana condivide con i testi del tipo B la storia dell’orfananza[168], la bella narrazione dell’adozione è trattata in modo dettagliato: il padre di Giovanni Damasceno senza prole una volta viene a Gerusalemme, trova l’orfano Cosma è lo adotta[169]. L’autore della Vita Vaticana ritiene inaccettabile la notizia della Vita di Halki su Mansur come un arabo musulmano[170]; la corregge negando che un musulmano affidasse l’educazione del suo figlio ad un monaco cristiano[171]. La Vita Vaticana dichiara che il padre del Damasceno è cristiano, l’autore della vita evita perfino di usare il nome arabo Mansur[172]. La differenza nell’età dei due fratelli adottivi Cosma e Giovanni è di tre anni[173]. Dopo la morte di Mansur, mentre Giovanni rimane a Damasco in carica di πρωτοσύμβουλος[174], Cosma diventa monaco a Gerusalemme, non è precisato, però, in quale monastero[175]. Viene menzionato il vescovato di Maiuma[176] e la partecipazione di Cosma nella controversia iconoclasta per difendere le immagini sacre[177]. L’autore della Vita Vaticana ci fornisce la testimonianza che i due fratelli adottivi poeti Cosma e Giovanni Damasceno sono inventori del nuovo genere poetico del canone[178]. Cosma è morto nella Laura di S. Saba circa un anno dopo di Giovanni Damasceno; l’autore della vita non fornisce l’epigramma sulla tomba di Cosma, presente negli altri testi del tipo C[179].
1.3. La questione prosopografica
Dopo l’analisi delle fonti e del riassunto degli elementi storici Th. Detorakis sulla base della scelta logica scientifica compone lo schema biografico di Cosma[180].
Secondo l’autore della monografia, la città nativa di Cosma è Damasco; la provenienza da Damasco è testimoniata dalla Vita Athoniensis Laurae, la composizione che potrebbe essere datata all’XI sec.[181] Anche l’autore della Vita Atheniensis è consapevole della tradizione dell’origine di Cosma da Damasco: Egli (Cosma) non è nato a Damasco, ma in Creta[182]. Nell’Heirmologion manoscritto di Grottaferrata cod. Crypt. E. γ. II, f. 16v (XIV) l’irmo di Cosma «Χριστὸς γεννᾶται δοξάσατε» è esposto come «Κοσμᾶ μοναχοῦ τοῦ Δαμασκηνοῦ». L’eponimo di Gerusalemme (Ἁγιοπολίτης, Ἱεροσολυμίτης) con cui viene chiamato Cosma[183] non necessariamente indica la provenienza; con l’eponimo di Gerusalemme sono stati nominati i monaci della Laura di S. Saba vicino alla Città Santa (p.es. i poeti Giorgio (IX), Stefano (VIII), Sergio (IX) Ἁγιοπολίτες)[184]. La provenienza da Creta viene vista da Th. Detorakis come per un malinteso, derivato dalla confusione dei termini «ἀσηκρήτης» (segretario privato) – «ἐκ Κρήτης» (da Creta) oppure «ἀπὸ τὴν ἀσηκρήτην» (dal segretario privato) – «εἰς Κρήτην» (da Creta)[185].
Il contesto cronologico della vita di Cosma è appoggiato sulla notizia delle relazioni fraterne con Giovanni Damasceno. La biografia composta da Giovanni Mercuropulo pone cinque anni di differenza dell’età tra i due fratelli adottivi, secondo la Vita Vaticana Cosma è maggiore soltanto per tre anni[186]. Siccome la data della nascita di Giovanni Damasceno si colloca orientativamente negli anni 679-680, la nascita di Cosma potrebbe essere posta negli anni 673-676[187]. Per quanto riguarda la data della morte il Sinassario della Chiesa di Costantinopoli informa che Cosma morì nell’età avanzata[188]. Secondo la Vita di Halki e la Vita Atheniensis Cosma è vissuto 78 anni[189]. La Vita Athoniensis Laurae tratta della morte prematura all’età di cinquantaquattro anni[190]. Secondo i dati riferenti all’età di Cosma dalla biografia composta da Giovanni Mercuropulo deriva che Cosma è morto all’età di cinquantaquattro anni[191]. Alla fine, però, sembra che Giovanni Mercuropulo cada in contraddizione dicendo che i due fratelli adottivi sono morti nell’età avanzata (ἀπῄεσαν ἐν εἰρήνῃ καὶ γήρᾳ βαθεῖ τὴν πρὸς τὸν Κύριον)[192]. Secondo la Vita Vaticana Cosma è morto nella Laura di S. Saba circa un anno dopo di Giovanni Damasceno[193]. Il Damasceno morì prima dell’anno 753, che si potrebbe dedurre dalla frase caratteristica del concilio iconoclasta (754)[194] «ἡ Τριὰς τοὺς τρεῖς καθεῖλε» (la Trinità ha abbattuto i tre, cioè Germano di Costantinopoli, Giovanni Damasceno e Giorgio di Cipro), la frase viene sostituita dal Concilio di Nicea II (787) per «ἡ Τριὰς τοὺς τρεῖς ἐδόξασε» (la Trinità rese gloriosi i tre)[195]. Per collocare la data della morte di Cosma Th. Detorakis prende in considerazione anche l’anno dell’ordinazione episcopale, ritenendo l’anno 735 e 17 anni sul trono di Maiuma, secondo Giovanni Mercuropulo[196], da ciò deriva l’anno 751-752. Dall’altra parte si conta l’età 78 anni, menzionata nelle vitae di Halki ed Atheniensis[197]: 674-676 + 78 = 752-754. Dunque, secondo Th. Detorakis Cosma morì nell’anno 751/752.
Siccome la maggioranza delle fonti agiografiche con piccole divergenze forniscono la notizia dell’adozione di Cosma da parte del padre di Giovanni Damasceno, Th. Detorakis la ritiene autentica, confutando l’opinione di M. Jugie che pensava soltanto della fraternita spirituale a motivo dell’appartenenza allo stesso monastero di S. Saba e per l’esercitazione della stessa arte poetica; secondo M. Jugie la Dialectica di Giovani Damasceno con l’annotazione dedicata a venerabilissimo ed onorato da Dio Cosma, santissimo vescovo di Maiuma, Giovanni il monaco[198] non menziona la relazione fraterna[199]. Visto che le fonti agiografiche più antiche trattano dell’adozione, anzi il Sinassario della Chiesa di Costantinopoli informa di essere giunti dai Padri le notizie esposte («ὁ λόγος οὗτος ἐκ πατέρων καὶ εἰς ἡμᾶς ἀφίκετο»), Th. Detorakis la ritiene come tradizione autentica[200].
Tutte le fonti agiografiche raccontano del maestro di Giovanni Damasceno o dei due fratelli adottivi, liberato dal padre del Damasceno dalla prigionia araba. Th. Detorakis pensa che i testi che trattano dell’origine costantinopolitana del dotto d’ordine d’ἀσηκρῆτις (segretario privato) trasmettono la realtà storica, invece dei testi che trattano della provenienza dell’Italia o della Creta[201]. Th. Detorakis confuta l’opinione di M. Jugie, che prendendo in considerazione l’espressione di Giovanni Damasceno sull’educazione ricevuta dai pastori della Chiesa di Gerusalemme, ritiene il maestro presentato dalle vitae come persona inesistente[202]. Secondo l’autore della monografia, qui si tratta dell’educazione nella teologia alta, invece nelle fonti agiografiche si tratta dell’istruzione primaria. Anche se a Damasco in quel periodo esistevano le scuole cristiane, gli uomini ricchi di solito incaricarono l’educazione dei propri figli ai pedagoghi privati[203]. Nell’Epistula de hymno Trisagio Giovanni Damasceno si riconosce come il discepolo di Giovanni V patriarca di Gerusalemme (706-735), anche questa notizia secondo Th. Detorakis potrebbe essere compresa nel contesto della formazione spirituale superiore ricevuta nella Laura di S. Saba[204].
Nelle molte fonti agiografiche Cosma è conosciuto come vescovo di Maiuma. L’autore della monografia ritiene autentica questa notizia, presupponendo che Cosma sarebbe ordinato da Giovanni V patriarca di Gerusalemme nell’anno 734-735. Secondo Th. Detorakis, se il patriarca Giovanni V è riconosciuto come maestro del Damasceno, è naturale presupporre che egli fu il maestro anche di Cosma, e probabilmente lo ha ordinato vescovo[205]. La notizia della vita composta da Giovanni Mercuropulo sul patriarca di Gerusalemme Elia nel contesto storico di Cosma secondo Th. Detorakis non è provata[206].
Dunque, lo schema biografico di Cosma secondo l’autore della monografia è seguente: Cosma è nato a Damasco in 674-676 e morì nell’età di 78 anni in 751-752; ordinato vescovo di Maiuma in 734-735; fu il fratello adottivo e collaboratore di Giovanni Damasceno; ambedue furono monaci della Laura di S. Saba; Cosma sosteneva Giovanni nella controversia iconoclasta[207].
A. Kazhdan e S. Gero hanno messo in discussione quasi tutte le notizie sulla vita di Cosma sottolineando l’inconsistenza della tradizione biografica[208]. Innanzi tutto gli autori fanno notare il silenzio dell’epoca in cui ha vissuto il poeta: Cosma non viene menzionato né dal concilio iconoclasta (754) diretto contro il Mansour (Giovanni Damasceno)[209], né dalla Cronaca di Teofane il Confessore (+818), che dichiara il ruolo importante del Damasceno[210]. L’annotazione dedicata a Cosma, vescovo di Maiuma nella Dialectica di Giovani Damasceno[211] non è presente nella traduzione georgiana di Efrem Mcire del XI sec., ciò permette la presupposizione che l’originale greco non la avesse. La dedica più probabilmente potrebbe essere l’aggiunta secondaria anche perché i destinatari dell’opera sono designati al plurale: μακάριοι, συγγνώμονες, θεοτίμητοι, cioè i destinatari sono un gruppo o una comunità, ma non una singola persona[212].
La paternità del Canone di San Cosma attribuito da S. Eustratiades a Teofane Grapto (+845) è messa in discussione a causa dell’applicazione dell’epiteto Copronimo all’imperatore Costantino V (741-775), che non è testimoniato in nessuna fonte del periodo dell’iconoclastia e appare per la prima volta nella cronaca di Giorgio Hamartolos nella seconda parte del IX sec. Un altro argomento contro la paternità di Teofane Grapto si fonda sul fatto che il nome di Cosma non appare in sinassari e menologie prima dell’XI sec.[213]
I poemi di Cosma sono stati conosciuti nel IX sec.: li adoperavano gli autori degli epimerismi sui Salmi e su Omero, datati al IX sec.[214]; la Cronaca di Teofane Continuato del X sec. fornisce l’episodio del completamento del tetraodio per il Sabato Santo di grande Cosma dal monaco Marco nei tempi di Leone VI (886-912)[215]. La prima testimonianza biografica su Cosma è fornita dall’autore del lessico Suda (tardo X sec.), chiamandolo Cosma da Gerusalemme, contemporaneo di Giovanni Damasceno, un uomo molto intelligente, dotato del grande talento musicale; i canoni dei due melodi sono incomparabili[216].
L’approccio critico di A. Kazhdan e S. Gero consiste nel tentativo di esaminare il processo storico dello “sviluppo dell’immagine della persona” di Cosma attraverso l’analisi e confronto delle fonti. Alcuni testi dei tipi A e B trattano dell’adozione, non menzionata nel lessico Suda, e del vescovato a Maiuma, sconosciuto dal lessico Suda e dalla Vita Athoniensis Laurae[217]. Dunque, mettendo a confronto le versioni agiografiche dei tipi A e B con la versione del Suda, A. Kazhdan e S. Gero osservano l’evoluzione seguente: da un semplice contemporaneo del Damasceno (Suda) Cosma diventa il suo amico e compagno, perfino l’orfano adottato dal padre di Giovanni. La provenienza da Gerusalemme prima è passata sotto silenzio, dopo viene sostituita dalla provenienza da Damasco (la Vita Athoniensis Laurae). Il vescovato a Maiuma, sconosciuto nel Suda e nella Vita Athoniensis Laurae, è introdotto dagli altri[218].
Tutte le vitae descrivono l’attività di un altro personaggio: il maestro di Giovanni e Cosma. Una delle differenze principali fra le vitae del tipo A e la biografia gerosolimitana riguardo al maestro è la mancanza del nome nel tipo A, nel quale egli è definito semplicemente come un dotto d’ordine d’ἀσηκρῆτις (segretario privato). Se la versione dell’anonimo ἀσηκρῆτις è primaria, perché il narratore posteriore ha scelto per il maestro lo stesso nome del suo discepolo, creando la situazione così complicata e confusa?[219] L’altra difficoltà: perché Giovanni Damasceno nelle sue opere, nominandosi il discepolo di Giovanni V di Gerusalemme (706-735), non menziona mai l’esistenza del maestro Cosma, il quale possiede così grande ruolo nella biografia agiografica?[220] Alcuni biografi (la vita arabica, la vita georgiana, la vita Vaticana) avvertono di non confondere Cosma il maestro con il suo discepolo omonimo a causa della coincidenza dei nomi[221]. L’avvertimento diventa comprensibile perché ci sono testi che conoscono un solo Cosma, il maestro di Giovanni Damasceno (la Vita di Halki, la Vita Atheniensis, il sinassario etiopico)[222]. In alcune vitae (p.es.: la Vita di Giovanni e Cosma di Giovanni Mercuropulo) il maestro e il discepolo sono qualificati con le stesse caratteristiche (l’ordine d’ἀσηκρῆτις, probabilmente l’abitazione nella Laura di S. Saba)[223].
A. Kazhdan e S. Gero concludono di non sapere una “vera” biografia di Cosma il Melodo. Non si può esaminare “il processo dello sviluppo dell’immagine della persona” di Cosma non soltanto perché molti testi sono andati perduti, ma anche perché questo sviluppo in parte intercorreva in forma della tradizione orale, che non è registrabile dalla nostra ricerca. Tuttavia, le opere dette di Cosma sono indubbiamente i prodotti di un autore dell’VIII o IX sec[224].
Recentemente N. Kalogeras ha messo in discussione la realtà storica del maestro comune di Giovanni Damasceno e Cosma[225]. Secondo N. Kalogeras è piuttosto difficile da accettare che un dignitario come Mansur ha dovuto porre la speranza su un prigioniero (monaco o asekretis) per insegnare ai suoi figli la sapienza greca. Il gran numero delle traduzioni siriache di opere greche in quel tempo rivelano non solo l’apprezzamento della cultura classica nella regione “siro-palestinese”, ma anche testimoniano che c’era una “rete” di studiosi che mantenevano una vita intellettuale vivace. La presenza di un gruppo di studiosi nella regione presuppone un sistema scolastico organizzato che potrebbe sostenerli e produrli. L’educazione elevata di Andrea di Creta (+740) ricevuta a Damasco testimonia una disponibilità di formazione greca a Damasco, anche dopo la conquista araba della città. È noto che la rinascita culturale di Costantinopoli del IX sec. veniva dall’Oriente. Dunque, il quadro pessimistico dell’immagine culturale di Damasco presentato nella Vita Damascenica Hierosolymitana probabilmente corrisponde piuttosto all’abbassamento culturale e religioso dell’inizio del IX sec. che all’epoca del Damasceno[226]. Secondo N. Kalogeras l’autore della vita gerosolimitana, rilevando l’educazione greca appresa dal maestro greco, vorrebbe riabilitare Giovanni Damasceno, offeso dal sinodo iconoclasta di Hiereia (754), che usa solo il suo cognome arabo per disprezzarlo per il suo sfondo culturale[227].
Dall’altra parte N. Kalogeras mette in discussione la notizia della Vita di Giovanni e Cosma di Giovanni Mercuropulo riguardo all’educazione del maestro comune a Costantinopoli[228]. Secondo N. Kalogeras il programma avanzato di studi a Costantinopoli presentato nella vita non sarebbe reale tra il 650 e 750, ma probabilmente piuttosto corrisponderebbe all’epoca dei secoli successivi. Gli studenti che volevano progredire negli studi avevano diverse possibilità di ricevere l’educazione nella penisola italiana[229].
Secondo N. Kalogeras, tenendo conto dell’erudizione di Giovanni e Cosma, sarebbe probabile di presupporre che i due fratelli avevano ricevuto l’istruzione da parte di più di un solo insegnante. La “leggenda” del maestro contiene un nucleo storico applicato e modificato dai biografi per sottolineare le caratteristiche dei loro eroi, specialmente Giovanni Damasceno[230].
Dunque, dopo aver esaminato il materiale biografico ed agiografico, si potrebbe affermare con certezza soltanto i dati riportati dall’autore del lessico Suda (tardo X sec.), i quali tra l’altro risultano dagli acrostici delle opere del Melodo: Cosma è collegato in qualche modo con Gerusalemme (la provenienza o la vita monastica nei pressi della Città Santa), egli è contemporaneo di Giovanni Damasceno, un uomo molto intelligente, dotato del grande talento musicale; i canoni dei due melodi sono incomparabili[231]. Accettando con Th. Detorakis la paternità del Canone a Cristo con l’acrostico «Πένθος Κοσμᾶ μοναχοῦ ἐπὶ νοός», pensiamo che Cosma sia stato un monaco[232]. L’analisi del suo patrimonio poetico ci permette di porre Cosma accanto a Giovanni Damasceno, collocandolo nella stessa epoca della fine del VII – prima metà dell’VIII sec. La contemporaneità dei due poeti è confermata dalla cooperazione tra Cosma e Giovanni Damasceno nel campo dell’innografia: ci sono almeno 6 canoni di Cosma fondati su irmi del Damasceno e almeno 10 canoni del Damasceno fondati su irmi di Cosma[233]. Dall’altra parte bisogna osservare che tutti i tre tropari dell’ode 6° del tetraodio per il Sabato Santo seguono i temi dei quattro ultimi capitoli del terzo libro dell’Expositio fidei di Giovanni Damasceno, ciò potrebbe suscitare l’idea della dipendenza di Cosma dal Damasceno, oppure della collaborazione o dell’uso delle stesse fonti dai due autori contemporanei[234].
Per quanto riguarda i rapporti interpersonali tra Cosma e Giovanni Damasceno, oltre alla cooperazione nell’innografia, descritti largamente nelle fonti agiografiche: amici e compagni (versione georgiana), fratelli spirituali (Vita Hierosolymitana), fratelli adottivi (testi del tipo A, vita composta da Giovanni Mercuropulo, Vita Vaticana), maestro-allievo (Vita di Halki, Vita Atheniensis, sinassario etiopico), non possiamo affermare con sicurezza nessuna delle versioni. Dall’altra parte potrebbe sorprendere l’omissione o lo scarso sviluppo del fatto dell’episcopato di Maiuma (Vita Athoniensis Laurae, Vita di Halki). Dato che tutti i testi provengono dalla stessa epoca di X-XI sec., non sembra possibile né fissare la versione primaria, né stabilire le correlazioni tra le fonti delle tradizioni diverse. Perciò qualsiasi tentativo di comporre lo schema biografico di Cosma sulla base del materiale agiografico pervenuto rischia di permanere soltanto sul piano dell’ipotetico.
W. Christ e M. Paranikas osservano che odi del Canone per il Sabato di Lazzaro sono conformate alle modulazioni altrui (sulla base degli irmi di Giovanni Damasceno); per cui quel canone viene attribuito a Cosma il Monaco, ritenendo che anche Cosma il maestro del Damasceno e di Cosma iunior fu un poeta; e così nella filologia bizantina viene introdotto un nuovo innografo[235]. Th. Detorakis nega l’idea che Cosma senior sia pure poeta[236] e difende la paternità di Cosma il Melodo con gli argomenti seguenti: la biografia comune dei poeti Cosma e Giovanni Damasceno, opera del patriarca di Gerusalemme Giovanni Mercuropulo (1156-1165) attribuisce il Canone per il Sabato di Lazzaro a Cosma il Melodo[237]; la paternità di Cosma il Melodo viene testimoniata dal Canone di San Cosma, ancora inedito, pervenuto nei numerosi manoscritti del Monte Atos[238]; il linguaggio e lo stile del Canone per il Sabato di Lazzaro confermano la paternità di Cosma il Melodo[239].
A Cosma il Monaco W. Christ e M. Paranikas attribuiscono anche il Canone in onore di Davide e Giacobbe, che nel Codex Colbertino 648 viene annotato: “è scritto con la mano di Cosma Panareta” (XIV sec.)[240]. Th. Detorakis annovera questo canone tra le opere dubbie di Cosma il Melodo con gli argomenti seguenti: la testimonianza di Giovanni Mercuropulo (1156-1165)[241], gli elementi distintivi della tecnica poetica di Cosma (i tropari brevi, l’efimnio, ecc.), lo stile caratteristico di Cosma il Melodo[242]. L’attribuzione eventuale a Cosma di Panareta (XIV) viene dichiarata impossibile, perché il Codex Parisinus graecus 1571 (XIII) contiene il Canone in onore di Davide e Giacobbe con l’iscrizione: «ποίημα Κοσμᾶ Μοναχοῦ»[243].
Insomma da 33 canoni, presentati nell’elenco delle opere di Cosma di Maiuma, 10 sono segnati da Th. Detorakis come dubbi o verosimilmente spuri[244].
Recentemente V. Vasilik ha messo in dubbio la paternità del diodio per il Martedì Santo, che per il suo contenuto pasquale esprimerebbe l’antica comprensione del Martedì come il giorno dell’Ultima Cena e della Pasqua secondo un calendario cristiano antico; così il diodio sarebbe sorto nel V-VI sec.[245] Non conosciamo, però, nessun esempio di canone dal V-VI sec. in forma così perfetta. L’acrostico «τρίτῃ τε»fa parte dell’acrostico comune dodecasillabo bizantino «τῇ δευτέρᾳ τρίτῃ τε τετράδι ψαλῶ» formato dagli acrostici degli inni dei primi tre giorni della Settimana Santa. Componendo gli inni per tutti i giorni della Settimana Santa, perché Cosma avrebbe saltato il Martedì? Dunque, non c’è ragione sufficiente a datare il diodio per il Martedì Santo con il V-VI sec., togliendo l’attribuzione di Cosma il Melodo.
A. Kazhdan, invece, ritiene non chiara la questione riguardo all’attribuzione del Canone per il Sabato Santo, più volte chiamandolo discutibile (questionable)[246]. L’incomprensione sorge già nell’articolo Kosmas of Jerusalem: A More Critical Approach to His Biography di A. Kazhdan e S. Gero e deriva dal fatto che gli autori erroneamente trattano di un solo tetraodio per il Sabato Santo, affermando che la tradizione manoscritta lo attribuisce a volte a Cosma, a volte a Cassia[247]. I manoscritti, però, evidentemente dividono il canone per il Sabato Santo per due tetraodi: il primo originale basato sulle odi 6°-9° della paternità indubitabile di Cosma il Melodo, l’altro ulteriore basato sulle odi 1°, 3-5° presenta i tentativi dei vari innografi a completare il famoso tetraodio di Cosma[248].
Da questa incomprensione deriva l’affermazione errata, come se fosse attribuito quel tetraodio “originale” dai vari studiosi ai diversi innografi: da Th. Detorakis a Cosma, da I. Roschow a Cassia, G. Schirò, invece, come se abbia confutato la paternità di Cassia[249].
Th. Detorakis, infatti, parla dei due tetraodi, attribuendo a Cosma solo il tetraodio basato sulle odi 6°-9° ed attribuendo a Marco Idruntino il tetraodio basato sulle odi 1°, 3-5° (gli irmi esclusi), gli irmi delle odi 1°, 3-5°, secondo Th. Detorakis, appartengono piuttosto a Cosma che a Cassia, anche se una parte della tradizione manoscritta li attribuisce a Cassia[250].
Anche I. Roschow parla dei due tetraodi: quello di Cosma e quello di Cassia che insieme formarono il Canone per il Sabato Santo, in seguito il tetraodio di Cassia fu sostituito con quello di Marco Idruntino[251].
G. Schirò si esprime con i termini “il primo mezzo canone di Cassia”, la “legenda” della paternità di Cassia non tocca il suo tetraodio, ma solo gli irmi delle odi 1°, 3-5°[252].
Dunque, il tetraodio originale per il Sabato Santo basato sulle odi 6°-9° con l’acrostico σάββατον μέλπω μέγα (irmi inclusi) appartiene alla mano di Cosma il Melodo. Secondo le esigenze liturgiche del IX sec., che suggerirono l’uso del canone completo, alcuni innografi si misero a completare il tetraodio di Cosma con le odi 1°, 3-5°[253]. Le fonti manoscritte presentano diversi inni destinati a trasformare il famoso tetraodio in canone; E-I. Tômadakês individua almeno 4 tradizioni collegate con i nomi dei grandi innografi bizantini Teofane Graptos (+845), Cassia (+865 ca.), Marco Idruntino (X sec.)[254]. Alla fine il tetraodio basato sulle odi 1°, 3-5° di Marco Idruntino con l’acrostico καὶ σήμερον δὲ (irmi esclusi) definitivamente è entrato nei libri liturgici e nell’edizione critica, il quale insieme con il tetraodio di Cosma creò un nuovo acrostico dodecasillabo bizantino: καὶ σήμερον δὲ σάββατον μέλπω μέγα[255].
Tuttavia, come giustamente dice A. Kazhdan, il lavoro per stabilire la collezione degli inni autentici di Cosma il Melodo sulla base dell’analisi del contenuto delle opere ancora non è stato fatto[256]. Per poter attribuire definitivamente certe opere a Cosma il Melodo e per poter introdurre eventualmente gli altri poeti omonimi è indispensabile una analisi teologica, filologica, poetica, storica, ecc.
Forse, l’unico tentativo dell’analisi dei poemi di Cosma il Melodo sotto la chiave storica, politica, ideologica è stato fatto da A. Kazhdan nell’articolo Kosmas of Jerusalem: Can We Speak of His Political Views?[257]Tramite analisi delle immagini scelte da Cosma per i suoi inni, l’autore cerca di trovare qualche traccia di partecipazione del poeta nelle dispute politiche ed ideologiche del suo tempo[258]. Il nucleo dell’indagine di A. Kazhdan sta nell’osservazione dei punti simili nei poemi giambici iconoclastici[259] e nei canoni di Cosma. Si tratta soprattutto del ruolo vittorioso, trionfale, militare della Croce come strumento principale della vittoria terrena[260]. Dai poemi iconoclastici si potrebbe ricavare i concetti seguenti: i portatori di corona (imperatori) innalzano la Croce; imperatori tracciano il segno [della Croce] portatore della vittoria; [Cristo con la Croce] è forza e speranza per la grande vittoria; [Dio] innalza i pii per incoronazione; imperatori che venerano degnamente [la Croce] con la sua forza scacciano i nemici sottomessi; volgono in fuga i nemici e ammazzo i barbari (scritto a croce)[261]. Secondo A. Kazhdan, l’immagine della Croce nei poemi di Cosma piuttosto coincide con il sistema iconoclasta dei sostenitori di Leone III (717-740) e Costantino V (741-775), che con difensori delle immagini sacre[262]. La ricerca di A. Kazhdan presenta parecchie espressioni tratte dai canoni di Cosma il Melodo sulla Croce vittoriosa; alcune possono essere spiegate anche con lo stile trionfale dei poemi di Cosma, altri assomigliano evidentemente con i concetti dei poemi iconoclastici: la Croce è forza e sostegno dei re (βασιλέων κράτος καὶ στερέωμα), vanto vittorioso dei re (τοῖς βασιλεῦσι τροπαιοῦχον καύχημα), re credenti dei cristiani hanno ricevuto da Dio la Croce, l’arma vittoriosa nella quale le nazioni bramose di audacie guerresche sono disperse per i secoli[263].
Bisogna osservare che il tema della forza che Dio dà ai nostri re nasce dal cantico di Anna, che sta nella base dell’ode 3° di canone; 1Re (1Sm) 2,10, LXX: il Signore darà forza ai nostri re (δίδωσιν ἰσχὺν τοῖς βασιλεῦσιν ἡμῶν)[264]. Per esempio, l’inizio dell’ode 3° del canone per l’Epifania costituisce una parafrasi a questo passo biblico[265]:
LXX: 1Re (1Sm) 2,10: [Κύριος] … δίδωσιν ἰσχὺν τοῖς βασιλεῦσιν ἡμῶν καὶ ὑψώσει κέρας χριστοῦ αὐτοῦ – [Il Signore] … darà forza ai nostri re ed eccelsa farà la potenza del suo Cristo
Canone per l’Epifania, ode 3°, irmo: Ἰσχὺν ὁ διδοὺς τοῖς βασιλεῦσιν ἡμῶν Κύριος καὶ κέρας χριστῶν αὐτοῦ ὑψῶν … – Il Signore, che dà forza ai nostri re, e solleva la fronte dei suoi consacrati …
Siccome la Croce era il simbolo venerato allo stesso modo sia da iconoclasti, sia dai difensori delle immagini sacre[266], anche un poeta ortodosso con uguale diritto potrebbe esaltare la Croce nello stile maestoso, menzionando il ruolo vittorioso e trionfale della Croce[267].
Per di più, il tono vittorioso e trionfale degli inni del grande Melodo (con la Croce Cristo-Dio ha abbattuto i nemici; con la Croce, l’arma invincibile, Mosè vince i carri di faraone, il potere del malvagio Amalek, nella Croce fu abbattuta la boria dei nemici ostili, ecc.) ha spinto A. Kazhdan alla supposizione che la scelta delle immagini di Cosma potrebbe riflettere l’aspettativa della vittoria sugli arabi[268]. La supposizione viene rafforzata con la geografia di Cosma orientata al sud, il poeta ritiene importante di rilevare la provenienza del pericolo dal sud[269]; la serie dei toponimi menzionati nel canone per il Natale coincidono con la terra degli “amaleciti-arabi”, cioè con il mondo sotto il dominio arabo: sei venuto a far preda delle ricchezze di Damasco e delle spoglie di Samaria; gli etiopi, la gente di Tarsis, le isole dell’Arabia, di Saba e della Media, i capi di tutta la terra, si sono prostrati davanti a te, Salvatore; La figlia di Babilonia trascinò via da Sion i figli di Davide presi in guerra; ma le inviò poi i magi suoi figli, per supplicare la figlia di Davide che ha accolto Dio[270]. Qualche volta nei canoni ritroviamo il concetto della contrapposizione con la forza delle genti pagane (ἔθνη): divorerete la forza delle genti (ἰσχὺν τῶν ἐθνῶν κατέδεσθε)[271], O genti, perché vi siete agitate? (Ἔθνη, ἵνα τί ἐφρυάξατε;)[272].
Tuttavia la connotazione degli arabi sotto l’immagine degli amaleciti è fondata sull’unico passo[273]. I toponimi biblici menzionati da Cosma, p.es. nel contesto della visita dei magi a Gesù neonato, soltanto per caso coincidono con territorio del Califfato di allora; almeno gli etiopi ricordati da Cosma non facevano parte del paese arabo[274].
Un altro punto somigliante con i poemi giambici iconoclastici costituisce il concetto della liberazione “dall’errore”. Le idee espresse dai iconoclasti: [i predicatori di Dio] calpestano apertamente il ritornante errore dei disegnatori delle ombre, perché è odiato da Dio; ora la Croce, gloria dei fedeli, ha fermato una forte corrente dell’errore; o Verbo, hai abolito facilmente come errore l’immagine disegnata abitualmente in precedenza[275]. Mentre nei poemi iconoclastici sotto l’errore si intende l’iconografia, Cosma qualche volta tocca il tema dell’idolatria: Cristo è venuto ad annientare l’irrazionale seduzione degli idoli e a domare l’indomabile impeto di tutte genti[276], Mosè prefigurò il passaggio delle genti alla pietà, grazie alla Croce, il miracolo della scure perduta nel Giordano (2Re 6,1-7) significa la recisione dell’errore per la Croce e il battesimo[277].
Non è escluso, però, che Cosma, come Giovanni Damasceno, considerava l’islam come una delle eresie cristiane, e pregava per la loro conversione dall’errore alla fede piacevole a Dio[278].
Con riferimento all’unico passo (Cristo è venuto ad annientare l’irrazionale seduzione degli idoli e a domare l’indomabile impeto di tutte genti), A. Kazhdan presume che i temi dell’idolatria e delle invasioni barbariche sono mescolati nella percezione di Cosma[279] e poi dice: se si tratterebbe della chiesa dell’VIII sec. che celebra la vittoria sugli amaleciti e la distruzione dell’idolatria, è difficile evitare il sospetto che questa era la chiesa iconoclastica[280]. Il sospetto aumenta il concetto della Chiesa, un tempo sterile e ora esultante: per la Chiesa un tempo sterile, è fiorito ora l’albero della Croce, come forza e sostegno[281]; Sterile un tempo, amaramente priva di prole, rallegrati oggi, o Chiesa di Cristo[282]; la Chiesa celebra te con giusta fede, la Chiesa che ora ama la pietà[283].
Dato che in canone, come genere letterario, ogni ode viene creata sul tema dell’ode biblica corrispondente, il tema della sterilità e poi fioritura nell’ode 3° attinge dal cantico di Anna (1Sm 2,1-10), che gioisce per la salvezza dall’afflizione della sterilità; così la Chiesa, prima sterile, ma poi diventata la Sposa di Cristo crocifisso, genera molti tramite l’acqua del Battesimo[284].
L’opinione della “mancanza dell’interesse” alla venerazione d’icona in Cosma, dedotta dalla comparazione della poesia di Cosma con le opere letterarie di Teodoro Studita (+826) e del patriarca di Costantinopoli Niceforo I (+828)[285], a mio parere, non è del tutto adeguata. Teodoro e Niceforo furono attivi durante il 2° periodo dell’iconoclastia (814-842) con la teologia dell’icona più sviluppata, anzi la loro attività era svolta a Costantinopoli, nel centro della lotta dell’iconoclastia; mentre Cosma fioriva all’inizio del problema, svolgendo la sua attività lontano dall’impero Bizantino nel territorio sotto il dominio arabo. Nemmeno la comparazione con la poesia del suo contemporaneo Giovanni Damasceno[286] non è adatta, perché Giovanni Damasceno non ha scritto canone per Esaltazione della Croce. Se Giovanni scrivesse un canone per la Croce, avrebbe dovuto anche lui cercare le immagini adeguate, p.es. per l’ode 1° dell’inno vittorioso di Mose o descrivere il ruolo della Croce nella vittoria di Costantino. L’affermazione di A. Kazhdan che per Giovanni Damasceno la Croce è il simbolo della pace e non della guerra vittoriosa è fondata sull’unico riferimento: Con la tua Croce hai evangelizzato la pace (Τῷ Σταυρῷ σου τὴν εἰρήνην εὐαγγελισάμενος)[287].
Le odi 7° ed 8° di canone sono basate sul tema dei tre fanciulli nella fornace di Babilonia (Dn 3,26-56; Dn 3,57-88). A. Kazhdan osserva che nei poemi di Cosma il tema dei tre fanciulli non viene collegata con la confutazione dell’idolatria, ciò sarebbe in questo contesto molto naturale[288]. A. Kazhdan spiega questo fatto nella chiave iconoclastica: Cosma evitava l’associazione con Nabucodonosor del re Leone III iconoclasta, che in modo simile ha fatto la propria “icona d’oro”[289].
L’opposizione dei tre fanciulli al folle editto del tiranno costituisce un tema frequente nei canoni di Cosma[290]. È possibile, però, che il folle editto del tiranno, spesso presente nei canoni di Cosma, potrebbe alludere al folle editto dell’imperatore iconoclasta. Teodoro Prodromo (+1170 ca.) nel suo commento al Canone di Cosma per l’Esaltazione della Croce, molto probabilmente, interpreta la frase «θυμὸς θηριώδης» (bestiale furore) come l’allusione all’imperatore iconoclasta Leone III Isaurico (717-740): non spaventò i tre fanciulli neanche il bestiale furore del tiranno ruggente come un leone (οὔτε ὁ θηριώδης τοῦ τυράννου θυμὸς λεόντειον μὲν βρύχοντος)[291]. Dall’irmo 7° di questo canone sorge un parallelo tra il folle editto dei due tiranni Nabucodonosor e Leone III[292]:
Ἔκνοον πρόσταγμα τυράννου δυσσεβοῦς, λαὸν ἐκλόνησε, πνέον ἀπειλῆς καὶ δυσφημίας θεοστυγοῦς· ὅμως τρεῖς παῖδας οὐκ ἐδειμάτωσε, θυμὸς θηριώδης, οὐ πῦρ βρόμεον … – Il folle editto di un tiranno empio sconvolse i popoli, spirando minaccia e bestemmia in odio a Dio: non spaventò però i tre fanciulli quel bestiale furore e quel fuoco crepitante …
Nell’ode 8° del triodio per Venerdi Santo Cosma riflette il tema dei tre fanciulli nel contesto d’idolatria con il termine «στήλη» (colonna, statua): I divini fanciulli esposero all’infamia la statua malvagia di un antidio (Στήλην κακίας ἀντιθέου παῖδες θεῖοι παρεδειγμάτισαν)[293].
Comunque, con lo spostamento della posizione ideologica di Cosma al campo iconoclastico sorgono le nuove questioni: Perché il poeta così talentoso e fecondo non è diventato famoso durante la 2° fase dell’iconoclastia (814-842)? Perché non è stato confutato da nessuno, p.es. da Teodoro Studita insieme con i poeti iconoclastici? Come spiegare la cooperazione reciproca con Giovanni Damasceno, grande difensore delle icone, nell’innografia attestata con l’uso reciproco degli irmi?[294]. Alla fine, per quale motivo Cosma, fiorendo nell’epoca favorevole all’ideologia iconoclasta, doveva restare fino a tal punto mascherato, che dai migliaia delle righe poetiche non posiamo individuare nemmeno una incontestabilmente promulgante l’ideologia iconoclastica?
A. Kazhdan stesso riconosce l’approccio necessariamente soggettivo[295] e giunge alla giusta conclusione finale: sarebbe troppo audace insistere sull’interpretazione iconoclasta degli inni di Cosma[296]. Anche se abbiamo trovato i punti simili nei poemi giambici iconoclastici e nei canoni di Cosma, non ci sono argomenti sufficienti per ritenere che il grande Melodo sostenesse l’ideologia iconoclasta[297].
Riassumendo lo status quaestionis della questione prosopografia di Cosma il Melodo potremmo accettare con tutta probabilità soltanto i dati riportati dall’autore del lessico Suda, i quali risultano dagli acrostici delle opere del Melodo: Cosma è collegato in qualche modo con Gerusalemme (la provenienza o la vita monastica nei pressi della Città Santa), è un poeta molto intelligente, dotato del grande talento musicale, l’autore dei canoni di sovrastante qualità, Cosma è coetaneo di Giovanni Damasceno[298]. La contemporaneità con Giovanni Damasceno è confermata anche dalla cooperazione reciproca nell’innografia attestata con l’uso reciproco degli irmi[299] e potrebbe essere confermata dalla dipendenza dell’ode 6° del tetraodio per il Sabato Santo di Cosma dall’Expositio fidei di Giovanni Damasceno[300].
Per quanto riguarda la questione della paternità dell’opera poetica, il lavoro per stabilire il patrimonio di Cosma il Melodo sulla base dell’analisi teologica, filologica, poetica, storica, ecc. del contenuto delle opere ancora non è stato fatto[301]. Anche se l’eredita letteraria di Cosma sembra di presentare i pochi casi dubbi[302], non si può escludere che, dopo una ricerca scientifica, con argomentazioni serie la paternità di qualche inno eventualmente potrebbe essere messa in discussione. Ma il fatto che la poesia di Cosma è di una qualità sovrastante, di uno stile elevato e maestoso, di una maestà aristocratica quasi irraggiungibile, caratterizzata con il linguaggio severo e antico, con la difficile sintassi, con ricchezza di contenuto, con i concetti profondi espressi in modo preciso e in stile laconico, con i voli poetici irripetibili e con lirismo elevato, ha causato che Cosma, nonostante di essere ammirato, non aveva seguaci[303]; ciò, a mio avviso, quasi escluderebbe anche eventuali poeti omonimi. Un genio nasce una sola volta!
[1] Christ W., Paranikas M. Anthologia graeca carminum christianorum. Lipsiae 1871, p. XXXVI. Wellesz E. A History of Byzantine Music and Hymnography. Oxford 1961, p. 198. Tômadakês N. Eisagôgê eis tên byzantinên filologian, vol. 2. Athênai 1965, pp. 63-64. Detorakis Th. Κοσμᾶς ὁ Μελῳδός. Βίος καὶ ἔργο. Thessalonikê 1979, p. 149. Jeffreys E.M. Kanon / ODB 2, p. 1102.
[2] Cfr. Christ, Paranikas Anthologia, pp. XXXVI, XLIX. Detorakis, Kosmas, pp. 3, 150ss, 205-221.
[3] Detorakis, Kosmas, p. 3. Kazhdan A., Gero S. Kosmas of Jerusalem: a more critical approach to his biography / BZ 82 (1989), p. 125.
[4] Sacrorum conciliorum nova, et amplissima collectio (ed. Mansi G.D.), vol. 13. Firenze 1767 (repr. Paris 1902), 356. Theophanes, Chronographia, vol. 1 (ed. De Boor C.). Lipsiae 1883, p. 41714-20. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 122.
[5] Eustratiadês S. Kosmas Hierosolymitês ho poiêtês episkopos Maiouma / Nea Siôn 28 (1933),pp. 257-262, 263-267, 406-413. Detorakis, Kosmas, pp. 81, 120, 155, 196. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 122.
[6] «Κοσμᾶς: ὁ ἐξ Ἱεροσολύμων, σύγχρονος Ἰωάννου τοῦ Δαμασκηνοῦ». Suidae Lexicon (ed. Adler A.), pars III. Lipsiae 1933, p. 162, n. 2139. Detorakis, Kosmas, p. 83. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 125.
[7] Detorakis, Kosmas, p. 15. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 127. Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), p. 106.
[8] Detorakis, Kosmas, pp. 17-29. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 127.
[9] Detorakis, Kosmas, pp. 30-50. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 127.
[10] Detorakis, Kosmas, pp. 51-80. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), pp. 127, 130.
[11] Detorakis, Kosmas, pp. 167, 205-212, 219-221, 246.
[12] Detorakis, Kosmas, pp. 118-119. Triodi, diodi e tetraodi sono i canoni composti rispettivamente da 3, 2 e 4 odi.
[13] Eustratiadês S. Kosmas Hierosolymitês ho poiêtês episkopos Maiouma / Nea Siôn 28 (1933),pp. 89-90. Detorakis, Kosmas, pp. 130-132.
[14] Anthologion tou holou eniautou, vol. 2.Roma1974, p. 1034. Anthologhion di tutto l’anno, vol. 2 (ed. Artioli M.B.). Roma 2000, p. 990. Eustratiadês S. Kosmas Hierosolymitês ho poiêtês episkopos Maiouma / Nea Siôn 28 (1933),p. 500. Detorakis, Kosmas, pp. 139-140.
[15] Detorakis, Kosmas, p. 142.
[16] Triod. Lun. S., ode 8°, trop. 1°; Triod. Lun. S., ode 9°, trop. 2°; Diod. Mart. S., ode 9°, trop. 1°; Triod. Merc. S., ode 9°, trop. 2°. Christ, Paranikas, Anthologia, pp. 187, 188, 190. Anthologhion, vol. 2, pp. 945-946, 968, 989. Detorakis, Kosmas, p. 152.
[17] Tetr. Sab. S., ode 9°. Christ, Paranikas, Anthologia, p. 201. Anthologhion, vol. 2, pp. 1115-1116. Nikodêmos Hagiorita, Heortodromion, pp. 411-415. Detorakis, Kosmas, pp. 153-154. Theodôrou A. “Pros to hekousion Pathos”. Athêna 1998, pp. 363-364.
[18] Pitra J-B. Hymnographie de l’Église grecque. Roma 1867, pp. 10-11ss, 14, 18. Stevenson H. Du rhythme dans l’hymnographie de l’Église grecque. Paris 1876,pp. 23-25, 33, 42, 52-58, 63. Lamy T.J. Mélodes postérieurs a Saint Romain, sabaïtes, studites, italo-grecs in: Stevenson, Du rhythme, pp. 27-28. Bouvy E. Poètes et Mélodes : étude sur les origines du rythme tonique dans l’hymnographie de l’Église grecque. Nimes 1886, pp. 273, 274. Detorakis, Kosmas, pp. 139-149. Petrynko O. Der jambische Weihnachtskanon des Johannes von Damascus. Münster 2010, p. 239.
[19] Detorakis, Kosmas, pp. 179, 202, 205-209.
[20] Gregorio Pardos, Exêgêseis eis tous leitourgikous kanonas Iôannou tou Damaskênou kai Kosma tou Melôidou / Ana eis tas hêmeras tês M. Hebdomados tou Kosma / cod. Vat. gr. 1712 (XII).
[21] Nikodêmos Hagiorita, Heortodromion: êtoi hermêneia eis tous asmatikous kanonas tôn despotikôn kai theomitorikôn heortôn. Benetia 1836, pp. 287-416.
[22] Triod. Merc. S. . Christ, Paranikas, Anthologia, pp. 189-190. Anthologhion, vol. 2, pp. 987-989.
[23] Triod. Lun. S., ode 8°, trop. 1°. Cfr. Anthologhion, vol. 2, p. 945.
[24] Cfr. Amato A. Gesù il Signore. Saggio di cristologia. Bologna 1993, pp. 419, 494-503.
[25] Cfr. Quasten J. Patrologia, vol. V. Genova 2000, p. 236. Cfr. Petrynko, pp. 283-285.
[26] «Ἐρῶ δὲ ἐμὸν μέν, ὡς ἔφην, οὐδέν, τὰ δὲ τοῖς ἐγκρίτοις τῶν διδασκάλων πεπονημένα εἰς ἓν συλλεξάμενος, ὅση δύναμις, συντετμημένον τὸν λόγον ποιήσομαι κατὰ πάντα ὑπείκων τῷ ὑμετέρῳ προστάγματι». Die Schriften des Johannes von Damaskos, I. Dialectica sive Capita philosophica(ed. Kotter B.), prooemium. Berlin 1969, p. 53.
[27] Giovanni Damasceno, La fede ortodossa, I,1 / CTP 142, p. 48. «Ταῦτα ἡμεῖς στέρξωμεν καὶ ἐν αὐτοῖς μείνωμεν μὴ μεταίροντες ὅρια αἰώνια μηδὲ ὑπερβαίνοντες τὴν θείαν παράδοσιν». Die Schriften des Johannes von Damaskos, II. Expositio fidei (ed. Kotter B.), 1; I 1, p. 8. Pv 22,28: La Bibbia. Nuova versione CEI, p. 961. Petrynko, pp. 284-285.
[28] Quasten J. Patrologia, vol. V, p. 236.
[29] «Ὅτι δεῖ τοὺς τῶν ἐκκλησιῶν προεστῶτας ἐν πάσῃ μὲν ἡμέρᾳ, ἐξαιρέτως δὲ ταῖς κυριακαῖς, πάντα τὸν κλῆρον καὶ τὸν λαὸν ἐκδιδάσκειν τοὺς τῆς εὐσεβείας λόγους, ἐκ τῆς θείας γραφῆς ἀναλεγομένους τὰ τῆς ἀληθείας νοήματά τε καὶ κρίματα, καὶ μὴ παρεκβαίνοντας τοὺς ἤδη τεθέντας ὅρους ἢ τὴν ἐκ τῶν θεοφόρων πατέρων παράδοσιν. Ἀλλὰ καὶ εἰ γραφικὸς ἀνακινηθείη λόγος, μὴ ἄλλως τοῦτον ἑρμηνευέτωσαν, ἢ ὡς ἂν οἱ τῆς ἐκκλησίας φωστῆρες καὶ διδάσκαλοι διὰ τῶν οἰκείων συγγραμμάτων παρέθεντο· καὶ μᾶλλον ἐν τούτοις εὐδοκιμείτωσαν, ἢ λόγους οἰκείους συντάττοντες, ἔστιν ὅτε πρὸς τοῦτο ἀπόρως ἔχοντες, ἀποπίπτοιεν τοῦ προσήκοντος· διὰ γὰρ τῆς τῶν προειρημένων πατέρων διδασκαλίας οἱ λαοὶ ἐν γνώσει γινόμενοι τῶν τε σπουδαίων καὶ αἱρετῶν καὶ τῶν ἀσυμφόρων καὶ ἀποβλήτων, τὸν βίον μεταρρυθμίζουσι πρὸς τὸ βέλτιον καὶ τῷ τῆς ἀγνοίας οὐχ ἁλίσκονται πάθει, ἀλλὰ προσέχοντες τῇ διδασκαλίᾳ ἑαυτοὺς πρὸς τὸ μὴ κακῶς παθεῖν παραθήγουσι καὶ φόβῳ τῶν ἐπηρτημένων τιμωριῶν τὴν σωτηρίαν αὑτοῖς ἐξεργάζονται». I canoni dei concili della Chiesa antica, vol. I: I concili greci (ed. Di Berardino A., Noce C., Dell’Osso C., Ceccarelli-Morolli D.): Canoni del concilio in Trullo, XIX / SEA 95 (2006), pp. 120-121. Conciliorum oecumenicorum generaliumque decreta, I, The Oecumenical Councils: from Nicaea I to Nicaea II (325-787) (ed. Alberigo G., Ritter A.M., Abramowski L. et al.). Concilium Trullanum – 692, canone XIX. Turnhout Brepols 2006, pp. 244-245. Salachas D. La normativa del Concilio Trullano / Oriente Cristiano 2-3 (1991), pp. 52-53. Ceccarelli-Morolli D. I canoni del Concilio Quinisesto o Trullano ed il Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium / Oriente Cristiano 36 (ottobre-dicembre 1996), pp. 29-30, note 2, 4. Salachas D. Il diritto canonico delle Chiese orientali nel primo millennio. Roma, Bologna 1997, p. 37. Petrynko, p. 284. Cfr. Palazzini P. Dizionario dei Concili, vol. I. Roma 1963, pp. 336-339.
[30] I canoni dei concili della Chiesa antica, vol. I: Canoni del concilio in Trullo, LXXV / SEA 95 (2006), pp. 154-155. Conciliorum oecumenicorum generaliumque decreta, I: Concilium Trullanum, LXXV, p. 277. Salachas D. La normativa del Concilio Trullano, p. 78. Ceccarelli-Morolli D. I canoni del Concilio Quinisesto o Trullano, p. 38. Petrynko, p. 284.
[31] Cfr. Christ W., Paranikas M. Anthologia graeca carminum christianorum. Lipsiae 1871, p. XLIX. Cfr. Detorakis Th. Kosmas ho Melôdos : bios kai ergo. Thessalonikê 1979, p. 3.
[32] Cfr. Christ, Paranikas Anthologia, p. XXXVI. Detorakis, Kosmas, pp. 205-221.
[33] Dell’Osso C. Cosma di Maiuma / NDPAC 1, pp. 1206-1207. Nikodêmos Hagiorita, Synaxaristês tôn dôdeka mênôn tou eniautou, vol. I, tomus III. Kônstantinoupolis 1842, pp. 83-84. Nikodêmos Hagiorita, Synaxaristês tôn dôdeka mênôn tou eniautou, tomus I. Athênai 1868, pp. 128-129. Cfr. Christ, Paranikas Anthologia, pp. XLIX-L. Eustratiadês S. Kosmas Hierosolymitês ho poiêtês episkopos Maiouma / Nea Siôn 28 (1933), pp. 83-91. Detorakis, Kosmas, pp. 84-98. Kazhdan A., Gero S. Kosmas of Jerusalem: a more critical approach to his biography / BZ 82 (1989), p. 122. Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), p. 102.
[34] Detorakis, Kosmas, p. 3. Kazhdan A., Gero S. Kosmas of Jerusalem: a more critical approach to his biography / BZ 82 (1989), pp. 122-132. Dell’Osso C. Cosma di Maiuma / NDPAC 1, p. 1206.
[35] Detorakis, Kosmas, pp. 81, 119.
[36] Eustratiadês S. Kosmas Hierosolymitês ho poiêtês episkopos Maiouma / Nea Siôn 28 (1933), pp. 257-262, 263-267, 406-413. Detorakis, Kosmas, pp. 81, 120, 155, 196. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 122.
[37] «Τῷ ὁσιωτάτῳ καὶ θεοτιμήτῳ Κοσμᾷ, ἁγιωτάτῳ ἐπισκόπῳ τοῦ Μαιουμᾶ, Ἰωάννης μοναχός». Die Schriften des Johannes von Damaskos, I. Dialectica sive Capita philosophica(ed. Kotter B.), prooemium. Berlin 1969, p. 51. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 123.
[38] Die Schriften des Johannes von Damaskos, I. Dialectica sive Capita philosophica(ed. Kotter B.), prooemium, pp. 51, 53. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 123.
[39] Eustratiadês, Kosmas / Nea Siôn 28 (1933), pp. 87ss. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 123. Gero S. Byzantine Iconoclasm during the Reign of Constantine V. Louvain 1977, pp. 171 ss. Detorakis, Kosmas, pp. 82, 99. Minei (μηναῖα), con questo termine vengono indicati i dodici libri, uno per ogni mese (gr. μῆνας), contenenti il ciclo annuale delle feste fisse del Signore, della Beata Vergine e dei santi. Cfr. Anthologhion, vol. 4, p. 1081. Cfr. Christ, Paranikas, Anthologia, p. 71. Μηνολόγιον è un libro che contiene le vitae dei santi ordinati secondo i mesi e giorni; gli origini salgono alle raccolte dei atti dei martiri. La redazione di Simeone Metafrasta (X-XI sec.) è il menologio più celebre e più diffuso nel mondo bizantino. Cfr. Anthologhion, vol. 4, p. 1082.
[40] La Vita Athoniensis Laurae: Detorakis, Vie inédite, pp. 111-112. Detorakis, Kosmas, p. 24. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 128. La Vita Damascenica Hierosolymitana: Vita S.P.N. Joannis Damasceni, XXXIV/ PG94, 477Α. Detorakis, Kosmas, p. 38. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 128. La Vita Vaticana: Vita et miracula / ΕHΒS, 41, p. 282599-607. Detorakis, Kosmas, p. 78.
[41] Gli anatemi del Concilio iconoclasta (754) sono inclusi nei documenti del Concilio di Nicea II (787): Sacrorum conciliorum nova, et amplissima collectio (ed. Mansi G.D.), vol. 13. Firenze 1767 (repr. Paris 1902), 356. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 122.
[42] Theophanes, Chronographia, vol. 1 (ed. De Boor C.). Lipsiae 1883, p. 417.14-20. Cfr. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 122. Dell’Osso C. Teofane il Confessore / NDPAC 3, 5274.
[43] Can. Nat., Can. Giov. S.: Christ W., Paranikas M. Anthologia graeca carminum christianorum. Leipzig 1963, pp. 165-169, 190-193. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), pp. 123-124. Epimerismo è un commento analitico su qualche opera, destinato ad uso scolastico nell’epoca della tarda antichità e nell’epoca bizantina. Browning R. Epimerisms / ODB 1, p. 713.
[44] «μετὰ δέ τινα καιρὸν Μάρκος ὁ σοφώτατος μοναχός, οἰκονόμος ὢν τῆς αὐτῆς ἐκκλησίας, ὃς καὶ ἐν μεγάλῳ σαββάτῳ τετραῴδιον τοῦ μεγάλου Κοσμᾶ ἀνεπλήρωσεν…». Theophanes Continuatus, Chronographia (ed. Bekker I.). Bonn 1838, p 365. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 124.
[45] Canone per l’Esaltazione della Croce, Canone per Epifania, Canone per Pentecoste. Christ, Paranikas, Anthologia, pp. 161-165, 169-173, 201-204. Detorakis, Kosmas, p. 161. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 124.
[46] «Κατακόσμησον τὸν νυμφῶνά σου, Σιών, καὶ ὑπόδεξαι τὸν Βασιλέα Χριστόν· ἄσπασαι τὴν Μαριάμ, τὴν ἐπουράνιον πύλην· αὕτη γὰρ θρόνος Χερουβικὸς ἀνεδείχθη· αὕτη βαστάζει τὸν Βασιλέα τῆς δόξης· νεφέλη φωτὸς ὑπάρχει ἡ Παρθένος φέρουσα ἐν σαρκὶ Υἱὸν πρὸ Ἑωσφόρου· ὃν λαβὼν Συμεὼν ἐν ἀγκάλαις αὐτοῦ, ἐκήρυξε λαοῖς Δεσπότην αὐτὸν εἶναι ζωῆς καὶ τοῦ θανάτου, καὶ Σωτῆρα τοῦ κόσμου». Anthologion tou holou eniautou, vol. 1.Roma1967, p. 1573. “Adorna thalamum tuum, Sion, et suscipe Regem Christum: amplectere Mariam, quae est caelestis porta: ipsa enim portat Regem gloriae novi luminis: subsistit Virgo, adducens manibus Filium ante luciferum genitum: quem accipiens Simeon in ulnas suas, praedicavit populis, Dominum eum esse vitae et mortis, et Salvatorem mundi”. Missale Romanum ex decreto ss. Concilii Tridentini restitutum summorum pontificum cura recognitum. (ed. Sodi M., Toniolo A.) / Monumenta Liturgica Piana, n. 2816. Città del Vaticano 2007, p. 550. Detorakis, Kosmas, p. 161. La traduzione latina è anteriore al terzo quarto del IX sec.
[47] «Κοσμᾶς: ὁ ἐξ Ἱεροσολύμων, σύγχρονος Ἰωάννου τοῦ Δαμασκηνοῦ». Suidae Lexicon (ed. Adler A.), pars III. Lipsiae 1933, p. 162, n. 2139. «συνήκμαζε δ’ αὐτῷ καὶ Κοσμᾶς ὁ ἐξ Ἱεροσολύμων, ἀνὴρ εὐφυέστατος καὶ πνέων μουσικὴν ὅλως τὴν ἐναρμόνιον. οἱ γοῦν ᾀσματικοὶ κανόνες Ἰωάννου τε καὶ Κοσμᾶ σύγκρισιν οὐκ ἐδέξαντο οὐδὲ δέξαιντο, μέχρις ἂν ὁ καθ’ ἡμᾶς βίος περαιωθήσεται». Suidae Lexicon (ed. Adler A.), pars II, Lipsiae 1931, p. 649, n. 467. Detorakis, Kosmas, p. 83. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 125.
[48] «… μετὰ καὶ Κοσμᾶ, οὖτινος πολὺς ὁ λόγος τῶν ἐν ταῖς ἁγίαις ἑορταῖς ποιημάτων καὶ μελῳδιῶν, καὶ μάλιστα ἐν τῇ ἁγίᾳ μεγάλῃ ἑβδομάδι περὶ τοῦ Πάσχα». Il Menologio di Basilio II : (cod. vaticano greco 1613), vol. II. Torino 1907, p. 213. Menologium Graecorum Basilii Porphyrogeniti imperatoris jussu edetum / PG 117, 184. Detorakis, Kosmas, p. 18. Ševčenko N.P. Menologion of Basil II /ODB 2, pp. 1341-1342. Luzzi A. Per l’individuazione del codice modello delle due prime edizioni a stampa del semestre estivo del “Menologio” di Basilio II in: Bollettino della Badia greca di Grottaferrata, Nuova Serie, v. 52 (1998), pp. 95-115.
[49] «οὗτος ὁ ὅσιος Ἰωάννης καὶ μελῳδὸς ὠνομάσθη μετὰ Κοσμᾶ ἐπισκόπῳ τοῦ Μαϊουμᾶ καὶ Θεοφάνους ἀδελφοῦ Θεοδώρου τῶν γραπτῶν, διὰ τὸ αὐτοὺς μελῳδῆσαι τὰ ἐν ταῖς ἐκκλησίαις τῶν Χριστιανῶν τετυπωμένα ψάλλεσθαι». Georgius Cedrenus, Compendium historiarum, vol. I (ed. Bekker I.). Bonn 1838, p. 799. Giorgio Cedreno in questo passo cita la cronaca di Pseudo-Simeone (X sec.): Browning R. Notes on the ‘Scriptor Incertus de Leone Armenio’ / Byzantion 35 (1965), p. 410. Detorakis, Kosmas, p. 83. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 122.
[50] Detorakis, Kosmas, p. 3. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), pp. 125, 127.
[51] Synaxarium ecclesiae Constantinopolitanae (ed. Delehaye H.) / Propylaeum ad Acta Sanctorum, Novembris. Bruxellis 1902, 395-396. Taft R.F., Ševčenko N.P. Synaxarion / ODB 3, p. 1991. I più antichi codici sono: 1) Codex monasterii S. Ioannis theologi in insula Patmo n. 266 (X); 2) Codex Hierosolymitanus, S. Crucis 40 (X-XI). Synaxarium eccl. Const., col. X-XIV. Gordillo M. Damascenica / Orientalia Christiana, VIII-2 (1926), pp. 61-62, 63-65. Codice Sinaitico gr. 376 (X – inizi XI). Detorakis, Kosmas, pp. 17-20, 26-29. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 127.
[52] Detorakis, Kosmas, p. 15.
[53] Detorakis, Kosmas, p. 15. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 127. Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), p. 106.
[54] Detorakis, Kosmas, p. 3. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 125.
[55] Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 132.
[56] Detorakis, Kosmas, p. 17.
[57] Synaxarium eccl. Const., col. V-XLVI. Halkin F. Bibliotheca Hagiographica Graeca, vol. I. Bruxelles 1957, p. 137 (394c). Detorakis, Kosmas, pp. 17-18.
[58] Synaxarium eccl. Const., 395-396, 13752, 39738, 1114. Detorakis, Kosmas, p. 17. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 125. Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), p. 104.
[59] Synaxarium eccl. Const., 279.
[60] Detorakis, Kosmas, p. 19. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 127.
[61] «…ὁ λόγος οὗτος ἐκ πατέρων καὶ εἰς ἡμας ἀφίκετο». Synaxarium eccl. Const., 395. Detorakis, Kosmas, pp. 18-19.
[62] Synaxarium eccl. Const., 395. Detorakis, Kosmas, pp. 20, 84-85. Detorakis Th. Vie inédite de Cosmas le Mélode BHG 394b in : Analecta Bollandiana 99 (1981), p. 104. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 122. Kiprian (Kern), Liturgika : Gimnografija i eortologija. Paris 1964, p. 79. Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), p. 104.
[63] «Ὁ αὐτὸς δὲ οὗτος πατὴρ τοῦ εἰρημένου πανσόφου Ἰωάννου προσελάβετο καὶ Κοσμᾶν τὸν μακαριώτατον, κομιδῇ νήπιον ὄντα ὀρφανίᾳ τε ὁμοῦ καὶ πενίᾳ πιεζόμενον ἐσχάτῃ· ὃν καὶ ἀναθρεψάμενος ἐπιμελῶς υἱοποιήσατο καὶ διὰ πάσης παιδεύσεως καὶ σοφίας θείας τε καὶ ἀνθρωπίνης διελθεῖν αὐτὸν ἐποίησε …». Synaxarium eccl. Const., 396. Detorakis, Kosmas, p. 20. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 127. Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), p. 104.
[64] «Πείρᾳ δὲ μαθεῖν ἡμῖν ἔξεστιν, ὁποῖος τῷ λόγῳ καὶ τῇ γνώσει γέγονε, τοῖς αὐτῷ πονηθεῖσι κανόσι τε καὶ τροπαρίοις καὶ ἑτέροις συγγράμμασιν ἐπιμελῶς ἐντυχοῦσι». Synaxarium eccl. Const., 396. Detorakis, Kosmas, p. 20. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 127.
[65] «Ἐπεὶ δὲ τῆς ὑψηλοτέρας διαγωγῆς ὀρεγόμενος ἦν, τὸν μοναδικὸν ὑπέδυ ζυγόν· ὃς ἀστέρος δίκην τῇ πολιτείᾳ ταύτῃ ἐκλάμψας, ἐπίσκοπος Μαιουμᾶ παρὰ τοῦ προέδρου Ἱεροσολύμων χειροτονεῖται». Synaxarium eccl. Const., 396. Detorakis, Kosmas, p. 20.
[66] «… τὸν μονήρη βίον ἠσπάσατο μετὰ τοῦ μακαρίου Κοσμᾶ, τοῦ γεγονότος ὕστερον ἐπισκόπου Μαϊουμᾶ». Synaxarium eccl. Const., 279.
[67] «… εἰς βαθὺ γῆρας ἐλάσας, ἀνεπαύσατο ἐν Κυρίῳ». Synaxarium eccl. Const., 396. Detorakis, Kosmas, p. 20.
[68] «Ὁ γὰρ πατήρ φησιν Ἰωάννου τοῦ Δαμασκηνοῦ εὐγενὴς ὢν καὶ ἐξ εὐγενῶν γονέων καταγόμενος, πλούτῳ τε πολλῷ περιρρεόμενος καὶ δόξῃ καὶ τῇ ἄλλῃ περιφανείᾳ τοῦ βίου γνωριζόμενος, καὶ τὴν οἴκησιν ἔχων ἐν τῇ Δαμασκῷ τῇ περιφανεστάτῇ πόλει, προσελάβετό τινα τῶν ἀσηκρητῶν, ἄνδρα πολυμαθῆ καὶ σοφόν· ὃς καὶ τὸν αὐτοῦ υἱὸν Ἰωάννην πᾶσαν σοφίαν ἐξεπαίδευσε τὴν ἔξωθεν εἰς τὸ ἀκρότατον, ὡσαύτως καὶ τὴν καθ’ ἡμᾶς. Καὶ τοῦτο δῆλον ὑπάρχει καὶ καταφανὲς ἀπὸ τῶν φιλοπονηθέντων αὐτῷ συγγραμμάτων τε καὶ κανόνων, ὅτι μετὰ τῆς ἑλληνικῆς παιδείας καὶ πάσης ἱερᾶς καὶ θείας γνώσεως ἀνάπλεοι. Ὁ αὐτὸς δὲ οὗτος πατὴρ τοῦ εἰρημένου πανσόφου Ἰωάννου προσελάβετο καὶ Κοσμᾶν τὸν μακαριώτατον …». Synaxarium eccl. Const., 395-396.
[69] Synaxarium eccl. Const., 395-396, 278-279. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 128.
[70] «… τὸν μονήρη βίον ἠσπάσατο μετὰ τοῦ μακαρίου Κοσμᾶ, τοῦ γεγονότος ὕστερον ἐπισκόπου Μαϊουμᾶ. Οἳ θεόθεν ἐμπνευσθέντες διά τε τροπαρίων ἄλλων καὶ κανόνων πλείστων τό τε θεῖον καὶ τὴν Θεοτόκον καὶ πολλοὺς τῶν ἁγίων ἐξύμνησαν· καὶ εἰσέτι τὰ αὐτῶν μελῳδήματα ᾄδονται πᾶσιν θεῖον ἐντρύφημα προκείμενα. Ἐπίσης οὖν καὶ ἄμφω τὴν ἄσκησιν μετελθόντες … Ὁ δέ γε ἀοίδιμος Κοσμᾶς πλεῖστα καὶ αὐτὸς τῇ θείᾳ γραφῇ ἐμμελετήσας καὶ πολλὰ συγγράμματα τῇ ἐκκλησίᾳ καταλελοιπὼς ἐν εἰρήνῃ τὸν βίον ἀπέλιπε». Synaxarium eccl. Const., 279.
[71] Gordillo M. Damascenica / Orientalia Christiana, VIII-2 (1926), pp. 63-65. Halkin F. Bibliotheca Hagiographica Graeca, vol. II,p. 18 (885b). Detorakis, Kosmas, pp. 26-27. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 127. Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), p. 104.
[72] «Εἶχε δὲ σὺν αὐτῷ καὶ ἕτερον τινὰ, κοσμᾶν ὀνόματι, ἐξ ὧνπερ ἦν ὀρφανῶν ἀναθρέψας ὁ πατὴρ αὐτοῦ, εὐφυῆ εἰς ἅπαντα καὶ εὐμαθῆ καὶ αὐτὸν γενόμενον, καὶ τὰ ἶσα τοῦ μακαρίου τούτου καὶ θεσπεσίου ἰωάννου μαθόντα, καὶ τὸν μονήρη βίον ἀσπασάμενον, μετὰ δὲ ταῦτα καὶ ἐπίσκοπον γενόμενον τοῦ μαιουμᾶ. Οἵτινες πλεῖστα τροπάρια καὶ κανόνας εἰς δεσποτικὰς ἑορτὰς καὶ μνήμας ἁγίων ἐξέθεντο ὑπὸ ἀκροστιχίδος, τινὰ δὲ καὶ ἔμμετρα, ἅπερ καὶ μέχρι τῆς σήμερον ἐν τῇ ἐκκλησίᾳ τοῦ θεοῦ ᾄδονται, θαυμασιώτατα ὄντα καὶ πλήρη ὑπάρχοντα ἡδυφωνίας καὶ μουσικῆς τερπνότητος». Gordillo, Damascenica, p. 64. Detorakis, Kosmas, p. 28. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 127.
[73] Gordillo, Damascenica, p. 64. Detorakis, Kosmas, pp. 28-29.
[74] «Οὗτος τοίνυν πολλοὺς αἰχμαλώτους ἐξηγοράσατο φιλόχριστος ὢν, καὶ παραλαβὼν ἐν τοῖς διαφέρουσιν αὐτῷ τόποις κατώκισεν. Ἐν οἷς καὶ ἄνδρα τινὰ πεπαιδευμένον πάσῃ ἐπιστήμῃ τῆς γραμματικῆς, ὃν ἔλεγον παρὰ ῥωμαίοις ἀσύγκριτον γεγονέναι· ὅντινα καὶ εἰσοικισάμενος ἐν τῷ οἴκῳ αὐτοῦ, καὶ ἐν τιμῇ μεγίστῃ κατέχων, παρέδωκεν αὐτῷ τὰ ἑαυτοῦ τέκνα πρὸς τὸ ἐκπαιδεῦσαι αὐτὰ τήν τε τῆς γραμματικῆς καὶ φιλοσοφίας ἐπιστήμην». Gordillo, Damascenica, p. 64. Detorakis, Kosmas, p. 28. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 127. Th. Detorakis ritiene sbagliata la correzione della parola originale «ἀσικρίτην» per «ἀσύγκριτον» fatta dall’editore. Gordillo, Damascenica, p. 645, nota 1. Detorakis, Kosmas, p. 27. Il termine latino “a secretis”, trasmesso in greco «ἀσηκρῆτις», in alcuni manoscritti viene modificato. L’autore della Vita Damascenica Marciana lo trasmette con «ἀσικρίτην».
[75] Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 127.
[76] Detorakis Th. Vie inédite de Cosmas le Mélode BHG 394b in : Analecta Bollandiana 99 (1981), pp. 101-116. Halkin F. Bibliotheca Hagiographica Graeca, vol. I, p. 137 (394b). Halkin F. Novum Auctarium Bibliothecae hagiographicae graecae, Bruxelles 1984, p. 56 (394b). Detorakis, Kosmas, p. 20. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 127.
[77] «Ἀλλ’, ὦ τῆς ἐκκλησίας ἀψευδέστατε κόσμε, ὦ τῆς οἰκουμένης ἐγκαλλώπισμα θεῖον, ὦ τῶν μοναζόντων ἀκριβεστάτη στάθμη, ἄνωθεν ἡμᾶς ἐποπτεύοις, τοὺς τὴν σὴν χαρμόσυνον τελετὴν περιχαρῶς ἑορτάζοντας καὶ τοῖς μετέπειτα παραπέμποντας πάλαι κεκρυμμένην οὖσαν καὶ τὸ μέχρις ἡμῶν ἄγνωστον …». Detorakis, Vie inédite, pp. 101-102, 116329-334. Detorakis, Kosmas, p. 21. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), pp. 127-128.
[78] Detorakis, Vie inédite, pp. 102-103, 106-111. Detorakis, Kosmas, pp. 21-26. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), pp. 128-129. Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), p. 105.
[79] «Ὑπὸ τοιούτῳ οὖν διδασκάλῳ ἐκπαιδευόμενος ὁ μακάριος οὗτος συναυξανόμενον εἶχε καὶ συμπαιδευόμενον αὐτῷ καὶ τῶν ἴσων ἐφιέμενον τὸν μακαριστὸν Ἰωάννην …». Detorakis, Vie inédite, pp. 10887,89,90-109117-119. Detorakis, Kosmas, pp. 21-22. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 129. Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), p. 105.
[80] Detorakis, Vie inédite, pp. 107-108. Detorakis, Kosmas, pp. 22-23. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 129. Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), pp. 105, 108.
[81] Detorakis, Vie inédite, pp. 111-112. Detorakis, Kosmas, p. 24. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 128. Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), p. 105.
[82] «…ἐκ πόλεως Δαμασκοῦ ὡρμημένον, ἣν δὴ καὶ τοῦ γενναίου τοῦδε ἀνδρὸς ἐνεγκαμένην οἶδεν ὁ λόγος …». Detorakis, Vie inédite, pp. 103-104, 10754-56. Detorakis, Kosmas, p. 24. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 128. Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), p. 105.
[83] «Οὕτω τοίνυν βιοὺς καὶ μετὰ τοιούτων ἐλπίδων, οὔπω τὸν πεντηκοστὸν πέμπτον χρόνον κατειληφώς … καθαρὸς τῷ καθαρῷ προσεχώρησεν …». Detorakis, Vie inédite, pp. 104-105, 116313-314, 317. Detorakis, Kosmas, pp. 24-25. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 128.
[84] Detorakis, Kosmas, p. 30. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 127.
[85] Eustratiades S., Arcadios of Vatopedi, Catalogue of the Greek Manuscripts in the Library of the Monastery of Vatopedi on Mt. Athos. Cambridge 1924, p. 103 (23. f. 310a). Hunger H. Katalog der griechischen Handschriften der Österreichischen Nationalbibliothek, vol I. Vienna 1961, p. 261. Gordillo, Damascenica, p. 49. Detorakis, Kosmas, pp. 30-31. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), pp. 125-126. Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), p. 103.
[86] Vita S.P.N. Joannis Damasceni a Joanne Patriarcha Hierosolymitano conscripta / PG94, 429-490. Halkin F. Bibliotheca Hagiographica Graeca, vol. II,pp. 17-18 (884). Detorakis, Kosmas, pp. 30, 32.
[87] «Σύγγνωθί μοι, τρισμάκαρ, καὶ ἱκέτης γένοιό μοι τὰ πρὸς Θεὸν θερμότατος καὶ ἀνένδοτος, ἐφ’ οἷς τοῦτον καλὸν ἔρανον ἄλλου πεποιηκότος, ὡς εἶχεν ὁ ἄνθρωπος, ἀφελῶς αὐτὸς εὑρηκὼς, καὶ διαλέκτῳ Ἀράβων καὶ γράμμασι κείμενον, ὁ ὁμωνυμῶν σοι, ἐκ πόθου εἰς τοῦτο λόγου καὶ ἐπιμελείας τῆς κατὰ δύναμιν, διὰ σῶν μετέβαλον ἐπισκέψεων, ἤ ἂν οὕτω δέῃ, καὶ ἐπισκήψεων». Vita S.P.N. Joannis Damasceni, XXXIX/ PG94, 489. Detorakis, Kosmas, pp. 30-32, 34. Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), p. 103.
[88] Vita S.P.N. Joannis Damasceni, XXXIX/ PG94, 489. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), pp. 125-126. Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), p. 103.
[89] Das arabische Original der Vita des hl. Johannes von Damaskus (ed. Graf G.) in: Der Katholik 12 (1913), pp. 164-190. Arabskaja versija žitija sv. Ioanna Damaskina (ed. Vasiliev A.). St. Petersburg 1913. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 126.
[90] Das arabische Original der Vita des hl. Johannes von Damaskus (ed. Graf G.), p. 168s. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 126. Cfr. Detorakis, Kosmas, p. 36.
[91] Gruzinskaja versija arabskogo žitija sv. Ioanna Damaskina (ed. Kekelidze K.) in: Christianskij Vostok 3 (1914), pp. 142-174. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 126. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 126. Cfr. Detorakis, Kosmas, p. 36.
[92] Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 126.
[93] «… τοιοῦτος δὴ πάντως καὶ ὁ Κοσμᾶς. Ἀλλ’ ὁ περὶ τούτου λόγος ἑτέροις κείσθω». Vita S.P.N. Joannis Damasceni, XI / PG 94, 448A. Detorakis, Kosmas, p. 37.
[94] Vita S.P.N. Joannis Damasceni, X/ PG94, 445A. Detorakis, Kosmas, p. 38.
[95] Vita S.P.N. Joannis Damasceni, XI/ PG94, 445B. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 128.
[96] Vita S.P.N. Joannis Damasceni, X/ PG94, 445A. Cfr. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 128.
[97] Gruzinskaja versija (ed. Kekelidze K.), pp. 143-145. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 128.
[98] «ὡς ἔλαφος διψῶσα τὸν Θεόν, εἰς τὴν ἔρημον ἔξεισι [ὁ Δαμασκηνὸς], καὶ τὴν τοῦ θεοφόρου Σάβα λαύραν καταλαμβάνει, ἔχων ὀπαδὸν, οὐ τῆς ὁδοῦ μόνον, ἀλλὰ καὶ τοῦ σκοποῦ κοινωνὸν, Κοσμᾶν τὸν αὐτῷ συμμετασχόντα καὶ ἀναγωγῆς καὶ παιδεύσεως. Εἶπες ἂν αὐτοὺς ζεῦγος ἱερὸν εἶναι …». Vita S.P.N. Joannis Damasceni, XΧΙΙ / PG94, 461Β. Detorakis, Kosmas, p. 38.
[99] «Ἀλλ’ ὁ μὲν Κοσμᾶς ἐπίσκοπος τῆς Μαϊουμᾶ ὑπὸ τοῦ Ἱεροσολύμων πατριαρχεύοντος, οὐχ ἑκουσίως χειροτονεῖται». Vita S.P.N. Joannis Damasceni, XXXIV/ PG94, 477Β, 480A. Detorakis, Kosmas, p. 39. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 128.
[100] «Εἶχε δὲ πρὸς τοὺς τοιούτους πόνους [ὁ Δαμασκηνὸς] ἀδελφικῶς ὑπαλείφοντα, ὃν ἐν πνεύματι θείῳ ἔσχηκεν ἀδελφὸν, Κοσμᾶν τὸν καὶ κόσμιον, τὸν καὶ κοινωνήσαντα αὐτῷ, καὶ λόγων, καὶ ἀναγωγῆς, καὶ ἀσκήσεως». Vita S.P.N. Joannis Damasceni, XXXIV/ PG94, 477Α. Detorakis, Kosmas, p. 38. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 128.
[101] «εἶτα καὶ τραφεὶς ἐν γήρᾳ καλῷ πρὸς τοὺς πατέρας αὐτοῦ ἀπελήλυθε, μᾶλλον δὲ πρὸς Θεὸν ἐξεδήμησε». Vita S.P.N. Joannis Damasceni, XXXIV/ PG94, 480A. Detorakis, Kosmas, p. 39. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 128.
[102] «Ὃς δὴ καὶ οὗτος [ὁ Κοσμᾶς] τοῖς ἐν ᾄσμασι πνευματικοῖς πόνοις, τὸν Ἰωάννην ἐμιμήσατο συνετῶς, καὶ ὑπῇσε λιγυρὰς τῇ Ἐκκλησίᾳ ἁρμονίας ἐν κιθάρᾳ καὶ φωνῇ ψαλμοῦ, τὸ οἰκεῖον σῶμα τύμπανον παραστησάμενος τῷ Θεῷ διὰ τὴν τῶν παθῶν νέκρωσιν, καὶ ψαλτήριον ἄλλο δεκάχορδον καταστήσας, ὅλον ἑαυτὸν, τὴν πενταπλῆν τοῦ σώματος αἴσθησιν, καὶ τὰς ἰσαρίθμους δυνάμεις τῆς ψυχῆς ἐντέχνως καὶ σοφῶς ἐντεινάμενος». Vita S.P.N. Joannis Damasceni, XXXIV / PG94, 477AB. Detorakis, Kosmas, pp. 38-39.
[103] Detorakis, Kosmas, p. 37. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 129.
[104] «Οἱ ἐκ Δαμασκοῦ βάρβαροι, τὴν κατὰ θάλασσαν ποιούμενοι ἔφοδον ὡς αὐτοῖς εἴθιστο, πολλοὺς τότε Χριστιανοὺς ἐληΐσαντο … Τούτοις καί τις συναπεκληρώθη ἀνὴρ σχῆμα ἠμφιεσμένος μοναδικὸν, ἐξ Ἰταλίας ὁρμώμενος, κόσμιος τὴν ὄψιν, κοσμιώτερος τὴν ψυχὴν, καὶ τὴν κλῆσιν Κοσμᾶς». Vita S.P.N. Joannis Damasceni, VIII/ PG94, 440D-441A. Detorakis, Kosmas, p. 37. Cfr. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 129.
[105] Das arabische Original der Vita des hl. Johannes von Damaskus (ed. Graf G.), p. 172s. Gruzinskaja versija (ed. Kekelidze K.), p. 145. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), pp. 129-130.
[106] Vita S.P.N. Joannis Damasceni, XIII / PG94, 448D. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 129.
[107] «Ὁ δὲ πρὸς τὴν ἐν ἐρήμῳ τοῦ ἀγίου Σάβα λαύραν ἀπιὼν, καὶ ἔως τελευτῆς μεμενηκὼς, πρὸς τὴν αὐτοσοφίαν Θεὸν μετακεχώρηκε». Vita S.P.N. Joannis Damasceni, XIII / PG94, 449Β. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 129.
[108] Βίος καὶ πολιτεία τῶν ὁσίων καὶ θεοφόρων πατέρων ἡμῶν καὶ αὐταδέλφων καὶ μελισσῶν τῆς τοῦ Θεοῦ ἐκκλησίας Ἰωάννου τοῦ Δαμασκηνοῦ καὶ Κοσμᾶ, ἐκτεθεὶς παρὰ τοῦ ἁγιωτάτου ἀρχιεπισκόπου καὶ πατριάρχου Ἱεροσολύμων Ἰωάννου τοῦ Μερκουροπώλου [Vita Ioannis et Cosmae] (ed. Papadopoulos-Kerameus A.) in: Analekta Hierosolymitikes Stachyologias, vol. IV (1897), pp. 303-350. Papadopoulos-Kerameus A. Διορθώσεις καὶ προσθήκαι ἐν τοῖς ἁγιολογικοῖς κειμένοις τοῦ τετάρτου τόμου in: Analekta Hierosolymitikes Stachyologias, vol. V (1898), pp. 405-407. Halkin F. Bibliotheca Hagiographica Graeca, vol. I, p. 137 (395). Detorakis, Kosmas, p. 39. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), pp. 127, 130-131. Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), p. 105.
[109] Detorakis, Kosmas, pp. 40-41, 50. Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), p. 105.
[110] «Τὸ δὲ λέγειν ἐν Ἀντιοχείᾳ παραγενέσθαι τὸν ποιητήν, ἢ τῇ Βασιλευούσῃ παραβαλεῖν, κἀκεῖσε τὸ μέλος ἐκθεῖναι, πάντῃ τῆς ἀληθείας ἀπώλισθε …». IoannesMercuropulos, Vita Ioannis et Cosmae, 31/ AHS, IV, p. 33821-23. Detorakis, Kosmas, p. 42. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), pp. 130-131.
[111] Detorakis, Kosmas, p. 42.
[112] «Οὗτος δὲ ἦν ὁ θεῖος Κοσμᾶς, ἐκείνην πατρίδα κτησάμενος, περὶ ἧς ποτε καὶ Ναθαναὴλ εἰ ἀγαθὸν ἐκεῖθεν ἔξεισι διηπόρηκεν», «ἐκ Παλαιστίνης μὲν ἥκοντα». IoannesMercuropulos, Vita Ioannis et Cosmae, 4; 9 / AHS, IV, pp. 30720-22, 31217. Detorakis, Kosmas, p. 43. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 131. Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), p. 105.
[113] «Ἦν σοι μὲν δι’ ἐφέσεως καὶ δεύτερον τόκον ἰδεῖν ἐκ τῆς γαμετῆς, ἀπεβίω δὲ αὓτη τὴν ἔφεσιν μὴ περάνασα· καὶ νῦν μὴ ἀνιῶ· δῷη γάρ σοι παῖδα ὁ Θεὸς πολὺ τοῦ ὅστις ὤφειλέ σοι τεχθῆναι διαφορώτερον». IoannesMercuropulos, Vita Ioannis et Cosmae, 3 / AHS, IV, p. 3079-12. Detorakis, Kosmas, p. 43. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 131.
[114] «Ἐγώ φησιν ἐξ Ἰταλίας μὲν ὥρμημαι, ἐν ἁπαλῷ δὲ ἔτι καὶ ἀώρῳ τῷ σώματι τοὺς τεκόντας ἀποβαλὼν ἔρωτι μαθημάτων τὴν Βασιλίδα κατέλαβον … ἔρωτι φιλοσοφίας ὑψηλοτέρας τῆς ἐνεγκούσης μιμνήσκομαι· πρὸς ἣν ἀπάρας καὶ τόπιον εὑρηκὼς δεινῶς ἔρημον ὂν καὶ πολλὴν ὅσην φέρον ἀπανθρωπίαν, ἔρημος, ἄμικτος τοῖς πολλοῖς, ἐκεῖσε προσεκαρτέρησα τὴν ἀνωτάτω μάθησιν ἐκζητῶν καὶ τῶν πατουμένων λόγων τοὺς ἐντίμους κατασπαζόμενος. Καὶ ἐπεὶ τὸ μάλιστα πάντων βούλεσθαί με λαθεῖν τοῦτο δὴ καὶ μᾶλλον τοῦ μὴ λαθεῖν με γέγονεν αἴτιον, τοὺς θορύβους ἐκκλίνων τῆς ἐπὶ τὰ Ἱεροσόλυμα φερούσης εἰχόμην ὁδοῦ καί, ὡς ὁρᾷς, ὑμῖν πειραταῖς ἐντυχὼν εἰς τόδε τύχης ἀβουλήτως κατήνεγμαι». IoannesMercuropulos, Vita Ioannis et Cosmae, 9 / AHS, IV, pp. 31122-25, 30-31-3121-7. Cfr. Detorakis, Vie inédite, p. 108. Detorakis, Kosmas, pp. 43-44. Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), pp. 105-106.
[115] «Ἀλλ’ ἵνα μὴ καταφρόνησις τὸ τοῦ Κοσμᾶ ἀνήκοον λογισθῇ καὶ μῶμος ἐντεῦθεν τῷ ἄρχοντι προστριβῇ, οὐκ ἀνῆκεν ἐκεῖνος· τὴν δ’ ἀρχικὴν δεικνύων τάχα ἰσχύν, τῶν δημοσίων ἀπογραφῶν τοῦτον ἐφίστησι φύλακα, οἰκείαν τὴν λειτουργίαν τῷ δοκεῖν τῇ αὐτοῦ λογιότητι ἐφευρών, καὶ ἀσεκρήτιν αὐτὸν προχειρίζεται». IoannesMercuropulos, Vita Ioannis et Cosmae, 14 / AHS, IV, p. 3185-10. Detorakis, Kosmas, pp. 44-45. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 131. Qui il termine «ἀσηκρῆτις» (dal latino “a secretis”) viene modificato con «ἀσεκρῆτις».
[116] «τὸν μὲν Κοσμᾶν, οἷα δὴ καὶ τῷ χρόνῳ προσήκοντα – ἓξ γὰρ πρὸς τοῖς εἴκοσιν ἦν ἐτῶν – καὶ τὸ ἦθος μὲν ἐμβριθέστερον, τῷ δὲ λόγῳ στιβαρώτερον, εὐθὺς μετ’ ὀλίγον θαρρήσας ἰδιωτικώτερον μένειν ἀποτέταχε· τὸν δὲ Ἰωάννην, ἐπειδὴ ἑώρα τὸ βέβαιον οὔπω καὶ ἀπὸ χρόνου κτησάμενον – πρῶτον γὰρ ἔτος μετὰ τὴν εἰκάδα διήνυεν – ἀνδρὶ πολλὰ τῇ πείρᾳ μαθόντι καὶ γνῶσιν ἔμπρακτον ἔχοντι ἀναθεῖναι τοῦτον ἐσκέπτετο». IoannesMercuropulos, Vita Ioannis et Cosmae, 22 / AHS, IV, p. 3286-14. Detorakis, Kosmas, p. 47. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 131.
[117] IoannesMercuropulos, Vita Ioannis et Cosmae, 23 / AHS, IV, p. 32815-16. Detorakis, Kosmas, p. 47.
[118] IoannesMercuropulos, Vita Ioannis et Cosmae, 23 / AHS, IV, p. 3296-7. Detorakis, Kosmas, p. 47.
[119] «… μὴ τῆς λαχούσης ἐξῄει Κοσμᾶς, ἀφ’ οὗ καιροῦ τὰς ἡνίας αὐτῆς ἀνεδέξατο, κἀκεῖ βιοῦς ἐπὶ ἔτεσιν ἑπτακαίδεκα τὸ σῶμα τῷ ἐκεῖσε χώματι ἐκαλύψατο». IoannesMercuropulos, Vita Ioannis et Cosmae, 31 / AHS, IV, p. 33823-25. Detorakis, Kosmas, p. 48.
[120] Cfr. Detorakis, Vie inédite, p. 116. Detorakis, Kosmas, pp. 24-25, 46-48.
[121] IoannesMercuropulos, Vita Ioannis et Cosmae, 44 / AHS, IV, p. 3507. Detorakis, Kosmas, p. 48.
[122] IoannesMercuropulos, Vita Ioannis et Cosmae, 15-21 / AHS, IV, pp. 318-327. Nasrallah J. Saint Jean de Damas. Son époque – sa vie – son œuvre, Harissa 1950, pp. 73-74. Detorakis, Kosmas, pp. 45-46. Petrynko O. Der jambische Weihnachtskanon des Johannes von Damascus. Münster 2010, p. 71.
[123] «… τῆς Ἱερουσαλὴμ ποιμένος διὰ θαύματος εἶχον αἱ ἀκοαὶ Ἠλία …». IoannesMercuropulos, Vita Ioannis et Cosmae, 23 / AHS, IV, p. 3291-2. Detorakis, Kosmas, p. 47. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 131.
[124] Detorakis, Kosmas, p. 51. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 127.
[125] Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 127.
[126] Detorakis, Kosmas, pp. 51-52. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 127.
[127] Βίος καὶ πολιτεία καὶ μερικὴ θαυμάτων διήγησις τῶν ὁσίων καὶ θεοφόρων πατέρων ἡμῶν Κοσμᾶ καὶ Ἰωάννου τοῦ Δαμασκηνοῦ τῶν ποιητῶν [Vita Cosmae et Ioannis Damasceni] (ed. Papadopoulos-Kerameus A.) in: Analekta Hierosolymitikes Stachyologias, vol. IV (1897), pp. 271-302. Papadopoulos-Kerameus A. Διορθώσεις καὶ προσθήκαι ἐν τοῖς ἁγιολογικοῖς κειμένοις τοῦ τετάρτου τόμου in: Analekta Hierosolymitikes Stachyologias, vol. V (1898), pp. 404-405. Halkin F. Bibliotheca Hagiographica Graeca, vol. I, p. 136 (394). Detorakis, Kosmas, pp. 51-52. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), pp. 127, 130.
[128] Detorakis, Kosmas, p. 54, 63.
[129] Detorakis, Kosmas, p. 63. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 130.
[130] Grébaut S. Le synaxaire éthiopien / Proche Orient 15 (1927), p. 683. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 130.
[131] «πατρίδα δὲ ἔσχε τὴν Κρητῶν νῆσον, ἐν ᾗ καὶ γεννηθεὶς καὶ αὐξηθεὶς εὐσεβῶς καὶ ἐν βραχεῖ χρόνῳ πᾶσαν ἐξεπαιδεύθη γραγήν …». Cod. Paris. Coisl. gr. 286, 187v. Vita Cosmae et Ioannis Damasceni, 1 / AHS, IV, p. 2717-8 (omissione parziale). Detorakis, Kosmas, p. 54. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 130.
[132] «παρὰ τοῦ ἀρχιερέως τῆς Κρήτης, διὰ τὸ τῆς ἀρετῆς ὑπερβάλλον, ἐχειροτονήθη διάκονος καὶ διδάσκαλος κατέστη πάσης τῆς νήσου». Cod. Paris. Coisl. gr. 286, 187v. Detorakis, Kosmas, p. 54.
[133] «Μιᾷ γὰρ τῶν ἡμερῶν χάριν ἐπισκέψεως τῶν ἀδελφῶν τὴν πορείαν ποιουμένου [τοῦ Κοσμᾶ] καὶ φθάσαντος εἴς τι χωρίον παρακείμενον τῷ αἰγιαλῷ, ἐξαίφνης Ἀγαρηνῶν στῖφος μετὰ πλοίων ἐπελθὸν τῇ νήσῳ νυκτὸς ἐλεηλάτησε σὺν τούτοις καὶ τὸ χωρίον ἐκεῖνο, ἐν ᾧ κατήντησεν ὁ ἅγιος, ἅρπαγμα χειρὸς οἱ παλαμναῖοι ἐποιήσαντο καὶ πολὺ πλῆθος χριστιανῶν ἀνδρῶν τε καὶ γυναικῶν καὶ παίδῶν αἰχμαλωτίσαντες μετ’ αὐτῶν συνέλαβον καὶ τὸν θαυμαστότατον Κοσμᾶν». Cod. Paris. Coisl. gr. 286, 187v. Detorakis, Kosmas, p. 55. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 130.
[134] «τῷ γὰρ Μανσούρ, ἄρχοντι ὄντι τῆς Δαμασκοῦ τῷ τηνικαῦτα καιρῷ, ὃν καὶ ἀμηρᾶν ἐκάλουν οἱ ἐγχώριοι, δεδώκασιν ὡς ἀπαρχὴν τὸν ὅσιον οἱ Ἀγαρηνοί». Vita Cosmae et Ioannis Damasceni, 4 / AHS, IV, p. 27226-29. Detorakis, Kosmas, pp. 55, 63.
[135] «… εἶχεν υἱὸν ὡσεὶ χρόνων δώδεκα καὶ μικρόν τι πρός (παρήσω τὸ ἐθνικὸν αὐτοῦ ὄνομα, τὸ δὲ ἐκ τῆς ἁγίας κολυμβήθρας), τὸν τίμιον Ἰωάννην τὸν ποιητήν, ᾧ ἐπώνυμον Δαμασκηνός· ἕτεροι δὲ τοῦτον Ἁγιοπολίτην καλοῦσιν, ὡς καὶ τὸν ὅσιον Κοσμᾶν». Vita Cosmae et Ioannis Damasceni, 4 / AHS, IV, pp. 27232-2731-4. Detorakis, Kosmas, p. 55. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 130.
[136] «χρόνων ἦν τριάκοντα καὶ τριῶν». Vita Cosmae et Ioannis Damasceni, 28 / AHS, IV, p. 30117. Detorakis, Kosmas, p. 55.
[137] «θέλω δέ, χωρὶς τοῦ γενέσθαι χριστιανόν, τἆλλα πάντα ποιῆσαι καὶ διδάξαι αὐτὸν κατὰ σὲ γενέσθαι». Vita Cosmae et Ioannis Damasceni, 4 / AHS, IV, p. 27320-21. Detorakis, Kosmas, p. 55. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 130.
[138] «Οὕτως οὖν αὐτὸν κατηχήσας καὶ τὰ νενομισμένα πάντα, κατὰ τὸν ἐξαρχῆς τῇ ἐκκλησιαστικῇ καταστάσει διορισθέντα τύπον παρὰ τῶν ἁγίων καὶ θεοφόρων πατέρων, τελέσας ὁ ἀοίδιμος Κοσμᾶς, μηδὲν εἰδότος τοῦ ἀμηρᾶ, Θεοῦ συνευδοκοῦντος ἐβάπτισε τὸν Ἰωάννην εἰς τὸ ὄνομα τοῦ Πατρὸς καὶ τοῦ Υἱοῦ καὶ τοῦ Ἁγίου Πνεύματος». Vita Cosmae et Ioannis Damasceni, 6 / AHS, IV, pp. 27531-33-2761-3. Detorakis, Kosmas, p. 58. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 130.
[139] «Ὁ τοίνυν σοφώτατος Ἰωάννης μετὰ τοῦ ὁσίου Κοσμᾶ τὰ χρήματα πάντα καὶ εἴ τι ἄλλο ἦν τῷ ἀποιχομένῳ Μανσοὺρ πένησι διανείμαντες ἐν Δαμασκῷ καὶ ἐν πᾶσι τοῖς ὁρίοις αὐτῆς, καὶ μέχρι τῶν Ἱεροσολύμων ἐλθόντες, εἴς τε τοὺς ἐκεῖσε ἁγίους ναοὺς ὄντας περινοστήσαντες καὶ τοὺς Ἁγίους Τόπους, καὶ ἐκ τῶν ἐν αὐτοῖς ὄντων τιμίων πατέρων πλείστην ὠφέλειαν καρπωσάμενοι, τῶν ἄλλων ὑπεριδόντες ἁπάντων, διατρίβειν μετ᾿ αὐτῶν ᾑρετίσαντο καὶ ἐνταῦθα πρῶτον γράφειν ἀπήρξαντο καὶ τὰ ποιήματα μελῳδεῖν· ἐδόθη δὲ μεγίστη χάρις αὐτοῖς καὶ ἐπεφοίτησεν ἡ τοῦ Ἁγίου Πνεύματος δύναμις ἐπ᾿ αὐτούς, καὶ ἤρξαντο συγγράφειν τὴν νῦν τελουμένην τοῦ Λυχνικοῦ καὶ Ὄρθρου ποίησιν καὶ τὰς ἑορτὰς τοῦ Σωτῆρος κοσμεῖν καὶ τὴν Θεοτόκον μεγαλύνειν καὶ τοὺς ἁγίους πάντας ἐγκωμιάζειν ἐν μελίσμασιν, ὡς ἔστι τοῖς φιλοπόνοις ἐξετάζειν καὶ τοῖς φιλαρέτοις εὑρίσκειν τὰ τοιαῦτα συγγράμματα τῶν ἀοιδίμων καὶ μακαρίων τούτων ἀνδρῶν». Vita Cosmae et Ioannis Damasceni, 11 / AHS, IV, pp. 2793-17. Detorakis, Kosmas, p. 59.
[140] «Ὁ δὲ ὁσιώτατος Κοσμᾶς γεγονὼς ἐπίσκοπος Μαϊουμᾶ καὶ ποιμαίνων θεοπειθῶς τὸ τοῦ Χριστοῦ ποίμνιον». Vita Cosmae et Ioannis Damasceni, 18 / AHS, IV, pp. 2871-2. Detorakis, Kosmas, p. 59.
[141] Christ, Paranikas, Anthologia, pp. 161-165. «… καὶ πρὸς τὴν μεγάλην Ἀντιοχείαν· καὶ ξενισθεὶς παρὰ τῷ καθηγουμένῳ τῆς μονῆς τοῦ προδρόμου καὶ βαπτιστοῦ Ἰωάννου κατ᾿ αὐτὴν τὴν ἑορτὴν τοῦ τιμίου καὶ ζωοποιοῦ Σταυροῦ, ἐπεὶ τὸν κανόνα τῆς ἑορτῆς ἔψαλλον, οὗ ποιητὴς αὐτὸς ἦν …». Vita Cosmae et Ioannis Damasceni, 18 / AHS, IV, pp. 2875-24. Detorakis, Kosmas, pp. 59-60.
[142] Vita Cosmae et Ioannis Damasceni, 19 / AHS, IV, pp. 287-289. Detorakis, Kosmas, p. 60.
[143] «Προσιὼν δὲ τῷ ἁγιωτάτῳ πατριάρχῃ περὶ τῶν μελλόντων καταλαβεῖν τὴν ἐκκλησίαν προφητικῷ διεσάφησεν ὄμματι καὶ τέλος ἀνεῖπε, περιπτυξάμενος αὐτόν, ὅτι “Τοὺς ἀγρίους θῆρας τοὺς κατὰ τῆς ἐκκλησίας κινεῖσθαι μέλλοντας, πνευματικὲ καὶ ἅγιε πάτερ, οὐκ ὄψει· ἔτι γὰρ δύο χρόνοι καὶ ἐκ τούτου τοῦ βίου πορεύσῃ πρὸς Κύριον ἐκδημήσας”· ὃ καὶ γέγονε, κατὰ τὴν τοῦ ὁσίου πρόρρησιν». Vita Cosmae et Ioannis Damasceni, 21-26 / AHS, IV, pp. 290-299, 29827-33. Detorakis, Kosmas, pp. 60-61, 63.
[144] Vita Cosmae et Ioannis Damasceni, 27 / AHS, IV, p. 299. Detorakis, Kosmas, p. 61. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 130.
[145] «… καὶ τὸ μαρτυρικὸν αὐτοῦ καὶ πολύαθλον σῶμα ἐντίμως ἔθαψεν ἐν τῇ τῶν Περσῶν χώρᾳ· οὗ τὸν τάφον ὁ μέγας Κοσμᾶς ἰδών, ὁπότε πρὸς Πέρσας ἧκεν ἐξ Ἰβήρων, ἐδομήσατο ναὸν ἐπ᾿ ὀνόματι τούτου τοῦ ἁγίου καὶ μάρτυρος ὄντως Ἰωάννου». Vita Cosmae et Ioannis Damasceni, 27 / AHS, IV, p. 29927-31. Detorakis, Kosmas, pp. 57-58, 61.
[146] «εἶτα τὰ Ἱεροσόλυμα κατέλαβε, καὶ προσκυνήσας τὸν ζωοποιὸν Τάφον τοῦ Σωτῆρος εὗρεν ἐκεῖσε τὸν τίμιον Στέφανον, ἀδελφιδοῦν τοῦ μακαρίου Ἰώαννου τοῦ Δαμασκηνοῦ …». Vita Cosmae et Ioannis Damasceni, 27 / AHS, IV, p. 29923-25. Detorakis, Kosmas, p. 61. Kazhdan A. Stephen Sabaites / ODB 3, pp. 1954-1955.
[147] «Οὕτως ὁ μακάριος βιώσας καὶ οὕτως εὐαρεστήσας θεῷ, παρ᾿ ἐκείνου τοῦ δοξάζοντος τοὺς δοξάζοντας αὐτὸν ἀξίως ἐδοξάσθη, προσμείνας τῷ βίῳ καὶ τῷ σαρκίῳ ὁ ἄσαρκος, ὡς εἰπεῖν, καὶ μετὰ σαρκὸς ἔξω ταύτης πολιτευσάμενος ἔτη ὀκτὼ πρὸς τοῖς ἑβδομήκοντα· καὶ γὰρ ὅτε τῆς Κρητῶν αἰχμάλωτος ἀπηνέχθη νήσου, χρόνων ἦν τριάκοντα καὶ τριῶν, καὶ ἐν τῇ Δαμασκῷ καὶ πᾶσι τοῖς ὁρίοις αὐτῆς ἔτη διέτριψεν εἴκοσι καὶ ἕξ, ἐν δὲ ταῖς τῶν πόλεων καὶ χωρῶν περιόδοις διήνυσεν ἔτη δέκα καὶ ὀκτὼ καὶ χρόνον ἐν τῇ μονῇ, παρ᾿ ᾗ μετέστη πρὸς τὸν ποθούμενον». Vita Cosmae et Ioannis Damasceni, 28 / AHS, IV, p. 30112-20. Detorakis, Kosmas, p. 62.
[148] Detorakis, Kosmas, p. 63. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 130.
[149] Ὁ βίος τοῦ ἁγίου Ἰωάννου τοῦ Δαμασκηνοῦ, τὰ φιλοσοφικὰ αὐτοῦ κεφάλαια καὶ τὰ δογματικά, γραφέντα πρὸς τὸν ἁγιώτατον πατέρα Κοσμᾶν καὶ θεοτίμητον ἐπίσκοπον τοῦ Μαϊουμᾶ. Vita Ioannis et Cosmae / Cod. Athen. 321, ff. 10-46 (XII). Halkin F. Bibliotheca Hagiographica Graeca, vol. II,p. 18 (884a). Detorakis, Kosmas, p. 65. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 130.
[150] Detorakis, Kosmas, p. 65.
[151] «Πατρίδος δ’ ἐξώρμητο τῆς νήσου Κρήτης, ἐν ᾗ γεννηθείς τε καὶ αὐξηθεὶς ἀνήγετο μὲν παρὰ τῶν γεννητόρων αὐτοῦ, ὡσπερεί τισιν ὁδηγοῖς χρηστοῖς καὶ πρὸς τὸ καλὸν ἀπευθύνουσι, δύο δὴ ταύταις τιθήναις ἐκ μικρᾶς εὐτυχήσας τῆς ἡλικίας, τῇ εὐσεβείᾳ καὶ τῇ εὐφυΐᾳ». Vita Ioannis et Cosmae / Cod. Athen. 321, f. 10v. «Εἰ δὲ καὶ τὴν γέννησιν μὴ εἶχεν ἐκ Δαμασκοῦ, ἀλλ’ ἐκ Κρήτης, ὅμως κατὰ τὸν μακάριον Ἰωάννην καὶ οὗτος Δαμασκηνὸς ὠνομάζετο». Vita Ioannis et Cosmae / Cod. Athen. 321, f. 45v. In particolare la Vita Athoniensis Laurae (tipo A) tratta della provenienza di Cosma da Damasco: «…ἐκ πόλεως Δαμασκοῦ ὡρμημένον, ἣν δὴ καὶ τοῦ γενναίου τοῦδε ἀνδρὸς ἐνεγκαμένην οἶδεν ὁ λόγος …». Detorakis, Vie inédite, pp. 103-104, 107. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 128. Anche nell’Heirmologion manoscritto della Grottaferrata cod. Crypt. E. γ. II, f. 16v (XIV) l’irmo di Cosma «Χριστὸς γεννᾶται δοξάσατε» è esposto come «Κοσμᾶ μοναχοῦ τοῦ Δαμασκηνοῦ». Detorakis, Kosmas, pp. 24, 66, 69.
[152] «Καὶ γίνεται μετὰ τῶν συσχεθέντων ἀνδρῶν τε καὶ γυναικῶν καὶ παίδων, τοῦ συμμείκτου λαοῦ τῆς αἰχμαλωσίας καὶ τῆς πολυπληθοῦς ἐκείνης τῶν χριστιανῶν κατασχέσεως καὶ αὐτὸς συνδεσμώτης ὁ θεῖος ἀνήρ». Vita Ioannis et Cosmae / Cod. Athen. 321, f. 12v. Detorakis, Kosmas, p. 66.
[153] «Τῷ τηνικαῦτα τῆς χώρας προσάγεται ἄρχοντι καὶ δίδεται τούτῳ τῶν ἁρπαγμάτων ὡσεί τι δῶρον ἐριτιμότατον· ὄνομα τούτῳ Μανσούρ. Καὶ ὃς δέχεται κοίλῃ χειρί, τὸ τοῦ λόγου, ἀναμαθὼν αὐτοῦ τὸ περὶ πᾶσαν σοφίαν ἐλλόγιμον καὶ παρ’ ἑαυτῷ τοιοῦτο θήραμα εἶναι οὐκ ἀποστρέφεται. Ἦν δὲ τῷ ἄρχοντι υἱὸς κομιδῇ νέος, ὡσεὶ χρόνων ιβ’ καὶ μικρόν τι πρός». Vita Ioannis et Cosmae / Cod. Athen. 321, f. 18v. Detorakis, Kosmas, pp. 66-67.
[154] «Ὁρᾷς τὸ παιδίον τοῦτο; Λάβε οὖν αὐτὸ καὶ βλέπε οὐχ ὡς κυρίου σου κύριον, ἀλλ’ ὡς τέκνον ἀπὸ σοῦ γεννηθέν … Βούλομαι οὖν σε, πλὴν τοῦ ποιῆσαι χριστιανόν, τἆλλα πάντα σοφίσαι τὰ κατὰ σέ». Vita Ioannis et Cosmae / Cod. Athen. 321, f. 19v. Detorakis, Kosmas, p. 67.
[155] «Τὰ μὲν τοῦ μακαρίου τοῦδε ἀνδρὸς οὕτω τοιοῦτο τέλος ἐδέξαντο καὶ οὕτω τῇ μεγάλῃ τούτου καὶ θαυμαστῇ πολιτείᾳ καὶ τὸ τέλος συμβαῖνον παρηκολούθησεν. Ἀναγράφονται δ’ εἶναι πάντες οἱ χρόνοι τῆς τούτου ἐπιβιώσεως ὀκτὼ πρὸς τοῖς ἑβδομήκοντα. Καὶ γὰρ ὁπηνίκα ἐκ τῆς Κρητῶν ἐξῆλθε νήσου χρόνων εὑρέθη τυγχάνων, ὡς γέγραπται, λς’· διετέλεσε δὲ ἐν Δαμασκῷ καὶ ἐν πᾶσι τοῖς ὁρίοις αὐτῆς ἔτη κδ’, ἐν δὲ ταῖς περιόδοις αὐτοῦ ταῖς ἐν ταῖς χώραις καὶ πόλεσιν ἔτη ιη’». Vita Ioannis et Cosmae / Cod. Athen. 321, f. 45r–v. Detorakis, Kosmas, pp. 67-68.
[156] Vita Cosmae et Ioannis Damasceni, 28 / AHS, IV, p. 3016-11. Vita Ioannis et Cosmae / Cod. Athen. 321, f. 45r. Detorakis, Kosmas, pp. 62, 67.
[157] Vita Ioannis et Cosmae / Cod. Athen. 321, f. 45r-v. Detorakis, Kosmas, p. 68.
[158] Βίος καὶ πολιτεία καὶ μερικὴ θαυμάτων διήγησις τοῦ ἐν ἁγίοις πατρὸς ἡμῶν Κοσμᾶ τοῦ ποιητοῦ (Vita et miracula). Detorakis Th. Ἀνέκδοτος Βίος Κοσμᾶ τοῦ Μαϊουμᾶ / Epetêris Hetaireias Byzantinôn Spoudôn, vol. 41 (1974), pp. 257-296 (il testo, pp. 265-296). Analecta Bollandiana 19 (1900), n. 53. p. 113. Halkin F. Bibliotheca Hagiographica Graeca, vol. I, pp. 136-137 (394a). Detorakis, Kosmas, p. 70. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), pp. 127, 130.
[159] «… μὴ αὐθορμήτως πρὸς τὴν παροῦσαν ὑπόθεσιν ἐφωρμήθημεν, ἀλλὰ θείῳ καὶ πατρικῷ πειθόμενοι ἐπιτάγματι …». Vita et miracula / ΕHΒS, 41, p. 26629-30. Detorakis, Anekdotos Vios Kosma tou Maiouma, p. 260. Detorakis, Kosmas, p. 70.
[160] «τὸ δέ γε σῶμα [τοῦ Δαμασκηνοῦ] τῇ καθ’ ἡμᾶς ἁγίᾳ μονῇ τεθησαύρισται». Vita et miracula / ΕHΒS, 41, p. 293978-979. Detorakis, Kosmas, p. 71.
[161] Detorakis, Anekdotos Vios Kosma tou Maiouma, pp. 260-261. Detorakis, Kosmas, p. 71.
[162] Detorakis, Kosmas, p. 75.
[163] Detorakis, Anekdotos Vios Kosma tou Maiouma, p. 262. Detorakis, Kosmas, pp. 72-73.
[164] «Οὐδὲ γὰρ εἰκὸς πλείω περὶ τούτου λέγειν ἡμᾶς, ἑτέρου τετυχηκότος ἐπαινέτου καὶ ὑμνητοῦ ὁμωνυμοῦντος αὐτῷ καὶ τὸν ἀρχιερατικὸν πεπιστευμένου θρόνον τῆς Ἱερουσαλήμ, ἀνδρὸς τῷ ὄντι σοφοῦ καὶ πάσαις κεκοσμημένου χάρισι λογικαῖς. Τί γὰρ ἂν καὶ φανεῖν τὰ ἡμέτερα νηπιώδη ψελλίσματα τοῖς ἀνδρικοῖς καὶ στερροῖς ἐκείνου λόγοις παραβαλλόμενα;». Vita et miracula / ΕHΒS, 41, p. 280531-536. Detorakis, Anekdotos Vios Kosma tou Maiouma, pp. 261-262. Detorakis, Kosmas, pp. 71-72.
[165] «Εἰ δὲ καὶ ἕτερός τις Κοσμᾶς θείας σοφίας ἔμπλεως εὕρηται, ἀλλ’ οὐ ποιητὴς ἐκεῖνος, κοινὸς δὲ τούτοιν ἀμφοῖν παιδευτὴς καὶ θεῖος διδάσκαλος». Vita et miracula / ΕHΒS, 41, p. 26520-22. Detorakis, Anekdotos Vios Kosma tou Maiouma, p. 263. Detorakis, Kosmas, p. 73. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 130.
[166] «Ἐμοὶ πατρὶς μὲν ἔφη Κρητῶν ἡ νῆσος ἡ περιώνυμος, τέχνη δὲ λόγοι καὶ παιδεία θεία καὶ τὸ κατ’ ἀρετὴν ζῆν πολλοῦ τιμώμενον ἐπιτήδευμα».Vita et miracula / ΕHΒS, 41, p. 272259-261. Detorakis, Anekdotos Vios Kosma tou Maiouma, p. 263. Detorakis, Kosmas, p. 76.
[167] «Ὁ τοίνυν θεῖος Κοσμᾶς, ὁ νῦν ἡμῖν ἀφορμὴ τῷ λόγῳ προκείμενος, πατρίδα μὲν ἔσχε τὴν περιφανεστάτην τῶν πόλεων, πόλιν ἐκείνην φημί, ἣν οὐκ ἄνθρωπος ἐποίησε, χεὶρ δέ, προφητικῶς εἰπεῖν, Θεοῦ ἐζωγράφησεν. Ἔγνωτε πάντες πάντως τὴν θαυμαστὴν Ἱερουσαλὴμ ἐξ ὧν ἠκηκόειτε. Ἔδει γὰρ ἔδει τὸν τῆς ἄνω Ἱερουσαλὴμ ἐσόμενον κληρονόμον τῆς κάτω τε προελθεῖν καὶ πατρίδα πατρίδος ὁμωνυμοῦσαν ἀλλάξασθαι». Vita et miracula / ΕHΒS, 41, p. 26636-41. Detorakis, Anekdotos Vios Kosma tou Maiouma, p. 263. Detorakis, Kosmas, pp. 73, 75.
[168] «Ἀλλὰ βραχὺ τὸ ἐν μέσῳ καὶ οἱ μὲν χρηστοὶ τῷ ὄντι γεννήτορες πρὸς λῆξιν μετέβησαν τὴν ἀμείνω καὶ οὐράνιον κατοικίαν τῆς γεώδους ἠλλάξαντο, ὁ δὲ ὑπελείπετο χρῆμα οὔ τι τῆς γῆς, ἀλλὰ τῆς ἐπουρανίου πολιτείας ἐπάξιον, πολὺ τὸ σεμνὸν ἐμφαίνων καὶ χάριεν, οὕτως ἁπαλῷ καὶ νηπιώδει τῷ σώματι». Vita et miracula / ΕHΒS, 41, p. 26648-52. Detorakis, Anekdotos Vios Kosma tou Maiouma, p. 263. Detorakis, Kosmas, p. 75.
[169] «Ὃν ἀνὰ χεῖρας λαβὼν ὁ ἄπαις, ὁ ἀθυμῶν, καλλίπαις ὁμοῦ καὶ εὔθυμος ἦν». Vita et miracula / ΕHΒS, 41, p. 26896-97, tutta la narrazione dell’adozione di Cosma: pp. 26766-268110. Detorakis, Anekdotos Vios Kosma tou Maiouma, p. 263. Detorakis, Kosmas, p. 75.
[170] «ὃν καὶ ἀμηρᾶν ἐκάλουν οἱ ἐγχώριοι». Vita Cosmae et Ioannis Damasceni, 4 / AHS, IV, p. 27227-28. Detorakis, Kosmas, p. 75.
[171] «Μᾶλλον γὰρ ἂν ἐφ’ ἁρπαγαῖς καὶ λεηλασίαις εὐδοκιμοῦντας τοὺς παῖδας ἰδεῖν ἐπηύξατό τε καὶ ᾑρετίσατο ἢ περὶ λόγους καὶ ἀρετήν. Εἰ δέ γε καὶ τοῦτο συγχωρηθείη, ἀλλ’ οὐδ’ ἂν ἀνὴρ δυσσεβής, οὐ μόνον δὲ ἀλλὰ καὶ ζηλωτὴς περὶ τὸ οἰκεῖον σέβας καὶ προσέτι φιλόπαις ἐπὶ τοσοῦτον, παῖδας οἰκείους χριστιανῷ διδασκάλῳ παράθοιτο τὴν τῆς οἰκείας θρησκείας μεταβολὴν δεδιττόμενος». Vita et miracula / ΕHΒS, 41, p. 279482-487, tutto il testo: pp. 279478-280512. Detorakis, Anekdotos Vios Kosma tou Maiouma, p. 262. Detorakis, Kosmas, pp. 73-75.
[172] «ἀνὴρ τῇ τε κατὰ κόσμον περιφανείᾳ λαμπρὸς καὶ τὸ ἀπὸ Χριστοῦ καλεῖσθαι πεπλουτηκώς, καὶ ταῦτα μέσον ἀσεβούντων ἀναστρεφόμενος». Vita et miracula / ΕHΒS, 41, p. 26657-58. Detorakis, Anekdotos Vios Kosma tou Maiouma, p. 262. Detorakis, Kosmas, pp. 75-76.
[173] «Ἐπεὶ δὲ καὶ χρόνοι παρῆλθον συχνοὶ καὶ ὁ μὲν Ἰωάννης περὶ δέκατόν που τῆς ἡλικίας ἦν ἔτος, ὁ δὲ Κοσμᾶς περὶ τρίτον καὶ δέκατον, πολὺς ἦν ὁ πατὴρ πάντα τόπον ἀνερευνῶν καὶ πάντα λίθον, τὸ τῆς παροιμίας, κινῶν, εἴπερ ἀνδρὶ περιτύχοι δεδυνημένῳ τοῖς παισὶ διδασκάλῳ γενέσθαι …». Vita et miracula / ΕHΒS, 41, p. 268120-123. Detorakis, Anekdotos Vios Kosma tou Maiouma, p. 264. Detorakis, Kosmas, p. 76.
[174] «Ἐντεῦθεν ὁ μὲν Ἰωάννης πρωτοσύμβουλος χρηματίσας τῷ τότε Ἀγαρηνῷ προεξάρχοντι τῷ τέως ἐν Δαμασκῷ καταλείπεται». Vita et miracula / ΕHΒS, 41, p. 280530-531. Detorakis, Kosmas, p. 77.
[175] «Πρῶτον μὲν οὖν τοῖς ἱεροῖς καὶ θείοις τόποις τῇ προσκυνήσει ἀφοσιοῦται τὰ τῆς τιμῆς, εἶτα δὴ καὶ ἔν τινι τῶν ἐκεῖσε φροντιστηρίων τὸ μοναδικὸν μεταμφιέννυται ἄμφιον». Vita et miracula / ΕHΒS, 41, p. 281562-564. Dal fatto che il monastero in cui è entrato Cosma all’inizio non è precisato Th. Detorakis ricorda l’episodio della vita arabica di Stefano Sabbaita che tratta di Cosma igumeno del monastero Al-Qwysma vicino ad Amman, anche se sarebbe difficile dimostrare l’identificazione con Cosma il Melodo: “Postea autem in una dierum ivit ad Lauram patris nostri mâr Sabae, in necessitate quae ei advenerat, abbas Cosmas (qzm’), hegumenus monasterii al-qwysma quod est apud civitatem Ammân; erat autem hic abbas Cosmas (qzm’) vir egregius, perfectus in sanctitate et servus Dei proprius et eximius inter monachos, habens gratiam scientiae occulti”. Garitte G. Le début de la Vie de S. Étienne le Sabaïte retrouvé en arabe au Sinaï / Analecta Bollandiana 77 (1959), p. 352 (cap. VIII). Detorakis, Kosmas, p. 77.
[176] «Ἀμέλει καὶ μεταστέλλεται τοῦτον ὁ τηνικαῦτα τῆς ἐν Ἱερουσαλὴμ ἐκκλησίας ἰθύνων τοὺς οἴακας. Καὶ πρῶτον μὲν εἰς τὸν τῶν ἱερέων βαθμὸν ὁ τῶν ἱερῶν ὄντως ἄξιος ἄγεται, μετὰ βραχὺ δὲ καὶ πρόεδρος τῆς ἐν Μαϊουμᾶ ἐκκλησίας καθίσταται, οὐ τὴν τιμὴν ἁρπάσας οὐδὲ διώξας αὐτήν, ἀλλ’ ὑπ’ αὐτῆς διωχθείς. Οὕτως οἶδε τιμᾶν ἀρετὴ τοὺς κτωμένους αὐτήν, οὕτω περιφανεῖς οὕτω λαμπροὺς ἀπεργάζεται». Vita et miracula / ΕHΒS, 41, p. 282588-594. Detorakis, Kosmas, p. 78.
[177] «Ὅπως δὲ τὴν ψυχὴν ὑπὲρ τῶν οἰκείων προβάτων διδόναι πρόθυμος ἦν, τοῦ οἰκείου δεσπότου γινόμενος μιμητής, τόν τε αὐτῷ πεπιστευμένον ἀγρὸν ἐπιπόνως ἀνακαθαίρων, ὡς μὴ τῷ παρ’ αὐτοῦ καταβαλλομένῳ σπόρῳ συνεκφυήσεται καὶ ζιζάνια, ἃ τότε πάσῃ τῇ οἰκουμένῃ σχεδὸν ἐπιφυῆναι πεποίηκεν ὁ ἐξ ἀρχῆς βασκαίνων ἡμῖν καὶ τὸ περίγειον αὐχῶν ὡς νοσσιὰν καταλήψεσθαι, τὴν τῆς προσκυνήσεως λέγω τῶν σεπτῶν καὶ ἁγίων εἰκόνων ἀθέτησιν, ἧς ἀνωτέρους τοὺς τοῦ οἰκείου κλήρου πεποίηκε τὸ γλυκὺ ἐκεῖνο στόμα, ἡ ἐπικαθημένη τοῖς χείλεσι χάρις, τὸ πρὸς πειθὼ δεξιὸν καὶ ἡ τῶν θείων μελῳδημάτων ἡδυμελὴς ἁρμονία καὶ εὔηχος …». Vita et miracula / ΕHΒS, 41, p. 282599-607. Detorakis, Kosmas, p. 78.
[178] «Ὅτι δὲ τῶν θείων τούτων ὑμνῳδιῶν πρῶτος αὐτὸς σὺν τῷ ἀδελφῷ Ἰωάννῃ ἐφευρετής, πᾶσι πάντως ἐπιγινώσκεται». Vita et miracula / ΕHΒS, 41, p. 282616-283617. Detorakis, Kosmas, pp. 78-79.
[179] «Ὅπερ οὖν ὁ λόγος φθάσας ἐδήλωσεν, ἐπὶ Ἱερουσαλὴμ ὁ θεῖος Κοσμᾶς παραγίνεται καὶ τῇ τοῦ μεγάλου Σάββα λαύρᾳ ἐπιφοιτᾷ, ἧς ἄρα προειστήκει τῷ τότε ὁ τιμιώτατος Στέφανος, ἀδελφιδοῦς ὁμοῦ καὶ μαθητὴς τοῦδε χρηματίσας τοῦ μάκαρος καὶ τῶν διδασκαλικῶν ναμάτων τῆς τούτου φιλοσοφίας εἰς κόρον ἀπαρυσάμενος. Ὃς καὶ ἄσμενος τοῦτον ὑποδεξάμενος πάντα τε τὰ τῷ θείῳ Ἰωάννῃ κατορθωθέντα διασαφεῖ καὶ ὡς πρὸ μικροῦ τοῦ βίου διαπεράσας τὸ πέλαγος τὴν μὲν ψυχὴν παρέθετο τῷ Θεῷ, τὸ δέ γε σῶμα τῇ καθ’ ἡμᾶς ἁγίᾳ μονῇ τεθησαύρισται. Περιχαρὴς οὖν ὁ μέγας ἐπὶ τοῖς τοῦ ἀδελφοῦ γεγενημένος προτερήμασι καὶ τὸ θεῖον ἐκείνου σῶμα κατασπασάμενος ἀριδήλως καὶ τὴν αὑτοῦ προαγορεύει μετάστασιν. «Ἐνταῦθα» φήσας «δεῖ κἀμὲ τὸ τοῦ βίου πέρας θεάσασθαι καὶ κοινῆς ἀπολαῦσαι τῷ φιλτάτῳ ταφῆς, ὥσπερ δὴ καὶ ἀνατροφῆς καὶ μαθημάτων τῶν αὐτῶν συμμετέσχομεν. Ἔτι γὰρ ἔτος ἓν καὶ μῆνες τρεῖς τῆς ἐνταῦθά μοι διαγωγῆς τὸ διάστημα». Ἡ μὲν οὖν τοῦ ἁγίου πρόρρησις κατὰ καιρὸν εἰς ἔργον ἐκβέβηκε καὶ πρὸς τὰς οὐρανίους μετέβη μονὰς ὁ τούτων τῷ ὄντι ἐπάξιος καὶ προσετέθη τοῖς πατράσι καὶ διδασκάλοις ὁ πατὴρ καὶ διδάσκαλος. Καὶ νῦν ἀμέσως παρεστὼς τῇ ἑνιαίᾳ Τριάδι ταῖς ἐκεῖθεν φρυκτωρίαις καθαρώτερον καταλάμπεται». Vita et miracula / ΕHΒS, 41, pp. 293972-294988. Detorakis, Kosmas, pp. 74, 79.
[180] Detorakis, Kosmas, pp. 84-98.
[181] «…ἐκ πόλεως Δαμασκοῦ ὡρμημένον, ἣν δὴ καὶ τοῦ γενναίου τοῦδε ἀνδρὸς ἐνεγκαμένην οἶδεν ὁ λόγος …». Detorakis, Vie inédite, pp. 101-104, 107, 116. Detorakis, Kosmas, pp. 21, 24, 84-85. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), pp. 127-128.
[182] «Εἰ δὲ καὶ τὴν γέννησιν μὴ εἶχεν ἐκ Δαμασκοῦ, ἀλλ’ ἐκ Κρήτης, ὅμως κατὰ τὸν μακάριον Ἰωάννην καὶ οὗτος Δαμασκηνὸς ὠνομάζετο». Vita Ioannis et Cosmae / Cod. Athen. 321, f. 45v. Detorakis, Kosmas, pp. 24, 66, 69, 85. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 128.
[183] Gli acrostici «Δεύτερος ὕμνος Κοσμᾶ ἁγιοπολίτου», «Τρίτος ὕμνος Κοσμᾶ Ἱεροσολυμίτου»: Eustratiadês S. Kosmas Hierosolymitês ho poiêtês episkopos Maiouma / Nea Siôn 28 (1933), pp. 257-262, 263-267, 406-413. Detorakis, Kosmas, pp. 81, 120, 155, 196. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 122.
[184] Detorakis, Kosmas, pp. 20, 84-85. Detorakis Th. Vie inédite de Cosmas le Mélode BHG 394b in: Analecta Bollandiana 99 (1981), p. 104. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 122. Kiprian (Kern), Liturgika : Gimnografija i eortologija. Paris 1964, p. 79.
[185] Detorakis, Kosmas, pp. 56-57, 85.
[186] IoannesMercuropulos, Vita Ioannis et Cosmae, 22 / AHS, IV, p. 3286-14. Vita et miracula / ΕHΒS, 41, p. 268120-123. Detorakis, Anekdotos Vios Kosma tou Maiouma, p. 264. Detorakis, Kosmas, pp. 47, 76, 88. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 131.
[187] Detorakis, Kosmas, p. 88.
[188] «… εἰς βαθὺ γῆρας ἐλάσας, ἀνεπαύσατο ἐν Κυρίῳ». Synaxarium eccl. Const., 396. Detorakis, Kosmas, pp. 20, 89.
[189] La Vita di Halki: «Οὕτως ὁ μακάριος βιώσας καὶ οὕτως εὐαρεστήσας θεῷ, παρ᾿ ἐκείνου τοῦ δοξάζοντος τοὺς δοξάζοντας αὐτὸν ἀξίως ἐδοξάσθη, προσμείνας τῷ βίῳ καὶ τῷ σαρκίῳ ὁ ἄσαρκος, ὡς εἰπεῖν, καὶ μετὰ σαρκὸς ἔξω ταύτης πολιτευσάμενος ἔτη ὀκτὼ πρὸς τοῖς ἑβδομήκοντα· καὶ γὰρ ὅτε τῆς Κρητῶν αἰχμάλωτος ἀπηνέχθη νήσου, χρόνων ἦν τριάκοντα καὶ τριῶν, καὶ ἐν τῇ Δαμασκῷ καὶ πᾶσι τοῖς ὁρίοις αὐτῆς ἔτη διέτριψεν εἴκοσι καὶ ἕξ, ἐν δὲ ταῖς τῶν πόλεων καὶ χωρῶν περιόδοις διήνυσεν ἔτη δέκα καὶ ὀκτὼ καὶ χρόνον ἐν τῇ μονῇ, παρ᾿ ᾗ μετέστη πρὸς τὸν ποθούμενον». Vita Cosmae et Ioannis Damasceni, 28 / AHS, IV, p. 30112-20. Detorakis, Kosmas, pp. 62, 89. La Vita Atheniensis: «Τὰ μὲν τοῦ μακαρίου τοῦδε ἀνδρὸς οὕτω τοιοῦτο τέλος ἐδέξαντο καὶ οὕτω τῇ μεγάλῃ τούτου καὶ θαυμαστῇ πολιτείᾳ καὶ τὸ τέλος συμβαῖνον παρηκολούθησεν. Ἀναγράφονται δ’ εἶναι πάντες οἱ χρόνοι τῆς τούτου ἐπιβιώσεως ὀκτὼ πρὸς τοῖς ἑβδομήκοντα. Καὶ γὰρ ὁπηνίκα ἐκ τῆς Κρητῶν ἐξῆλθε νήσου χρόνων εὑρέθη τυγχάνων, ὡς γέγραπται, λς’· διετέλεσε δὲ ἐν Δαμασκῷ καὶ ἐν πᾶσι τοῖς ὁρίοις αὐτῆς ἔτη κδ’, ἐν δὲ ταῖς περιόδοις αὐτοῦ ταῖς ἐν ταῖς χώραις καὶ πόλεσιν ἔτη ιη’». Vita Ioannis et Cosmae / Cod. Athen. 321, f. 45r–v. Detorakis, Kosmas, pp. 67-68, 89.
[190] «Οὕτω τοίνυν βιοὺς καὶ μετὰ τοιούτων ἐλπίδων, οὔπω τὸν πεντηκοστὸν πέμπτον χρόνον κατειληφώς … καθαρὸς τῷ καθαρῷ προσεχώρησεν …». Detorakis, Vie inédite, pp. 104-105, 116. Detorakis, Kosmas, pp. 24-25, 89. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 128.
[191] L’entrata nella Laura di S. Saba nell’età di 26 anni: «τὸν μὲν Κοσμᾶν, οἷα δὴ καὶ τῷ χρόνῳ προσήκοντα – ἓξ γὰρ πρὸς τοῖς εἴκοσιν ἦν ἐτῶν – καὶ τὸ ἦθος μὲν ἐμβριθέστερον, τῷ δὲ λόγῳ στιβαρώτερον, εὐθὺς μετ’ ὀλίγον θαρρήσας ἰδιωτικώτερον μένειν ἀποτέταχε· τὸν δὲ Ἰωάννην, ἐπειδὴ ἑώρα τὸ βέβαιον οὔπω καὶ ἀπὸ χρόνου κτησάμενον – πρῶτον γὰρ ἔτος μετὰ τὴν εἰκάδα διήνυεν – ἀνδρὶ πολλὰ τῇ πείρᾳ μαθόντι καὶ γνῶσιν ἔμπρακτον ἔχοντι ἀναθεῖναι τοῦτον ἐσκέπτετο». Ioannes Mercuropulos, Vita Ioannis et Cosmae, 22 / AHS, IV, p. 3286-14. Detorakis, Kosmas, p. 47. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 131. Undici anni passati nel monastero (δέκα γὰρ ἐφ’ ἑνὶ πρὸς τὸν μονήρη βίον ἐπύκτευσε): Ioannes Mercuropulos, Vita Ioannis et Cosmae, 23 / AHS, IV, p. 32815-16. Detorakis, Kosmas, p. 47. Vescovo di Maiuma durante 17 anni: «… μὴ τῆς λαχούσης ἐξῄει Κοσμᾶς, ἀφ’ οὗ καιροῦ τὰς ἡνίας αὐτῆς ἀνεδέξατο, κἀκεῖ βιοῦς ἐπὶ ἔτεσιν ἑπτακαίδεκα τὸ σῶμα τῷ ἐκεῖσε χώματι ἐκαλύψατο». Ioannes Mercuropulos, Vita Ioannis et Cosmae, 31 / AHS, IV, p. 33823-25. Detorakis, Kosmas, pp. 48, 89.
[192] IoannesMercuropulos, Vita Ioannis et Cosmae, 44 / AHS, IV, p. 3507. Detorakis, Kosmas, pp. 48, 89.
[193] «Ἔτι γὰρ ἔτος ἓν καὶ μῆνες τρεῖς τῆς ἐνταῦθά μοι διαγωγῆς τὸ διάστημα». Vita et miracula / ΕHΒS, 41, p. 293984. Detorakis, Kosmas, pp. 74, 79, 89.
[194] Gli anatemi del Concilio iconoclasta (754) sono inclusi nei documenti del Concilio di Nicea II (787): Sacrorum conciliorum nova, et amplissima collectio (ed. Mansi G.D.), vol. 13. Firenze 1767 (repr. Paris 1902), 356.
[195] Detorakis, Kosmas, p. 87.
[196] «… μὴ τῆς λαχούσης ἐξῄει Κοσμᾶς, ἀφ’ οὗ καιροῦ τὰς ἡνίας αὐτῆς ἀνεδέξατο, κἀκεῖ βιοῦς ἐπὶ ἔτεσιν ἑπτακαίδεκα τὸ σῶμα τῷ ἐκεῖσε χώματι ἐκαλύψατο». IoannesMercuropulos, Vita Ioannis et Cosmae, 31 / AHS, IV, p. 33823-25. Detorakis, Kosmas, pp. 48, 89-90.
[197] La Vita di Halki: Vita Cosmae et Ioannis Damasceni, 28 / AHS, IV, p. 30112-20. La Vita Atheniensis: Vita Ioannis et Cosmae / Cod. Athen. 321, f. 45r-v. Detorakis, Kosmas, pp. 62, 67-68, 89-90.
[198] «Τῷ ὁσιωτάτῳ καὶ θεοτιμήτῳ Κοσμᾷ, ἁγιωτάτῳ ἐπισκόπῳ τοῦ Μαιουμᾶ, Ἰωάννης μοναχός». Die Schriften des Johannes von Damaskos, I. Dialectica sive Capita philosophica(ed. Kotter B.), prooemium. Berlin 1969, p. 51. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 123.
[199] Jugie M. La Vie de saint Jean Damascène / Echos d’Orient, XXIII (1924), p. 141. Detorakis, Kosmas, pp. 90-91.
[200] Synaxarium eccl. Const., 39513-14. Detorakis, Kosmas, p. 91.
[201] Detorakis, Kosmas, pp. 91-92.
[202] “nutrieris aquis rectae doctrinae per manus pastorum tuorum”. Ioannes Damascenus,Expositio et declaratio fidei, 1 / PG 95, 418. Jugie M. La Vie de saint Jean Damascène / Echos d’Orient, XXIII (1924), p. 140. Detorakis, Kosmas, pp. 92-93.
[203] Detorakis, Kosmas, p. 92. L’autenticità di questa opera può essere dubbia. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 129.
[204] «Τίς γὰρ οἶδε τοῦ μακαριωτάτου Ἰωάννου τοῦ πατριάρχου νόημα ἐμοῦ πλέον; Οὐδείς. Ὅς, ἵνα τἀληθὲς εἴπω, οὐκ ἀνέπνευσε πνοὴν δογματικὴν πώποτε, ἣν ἐμοὶ ὡς μαθητῇ οὐκ ἀνέθετο». Die Schriften des Johannes von Damaskos, IV. Epistola de Hymno Trisagio (ed. Kotter B.), 26, p. 32913-15. Detorakis, Kosmas, p. 93. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), pp. 122, 129. Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), p. 103.
[205] Detorakis, Kosmas, pp. 93, 98.
[206] «… τῆς Ἱερουσαλὴμ ποιμένος διὰ θαύματος εἶχον αἱ ἀκοαὶ Ἠλία …». IoannesMercuropulos, Vita Ioannis et Cosmae, 23 / AHS, IV, p. 3291-2. Detorakis, Kosmas, pp. 47, 97-98. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 131.
[207] Detorakis, Kosmas, pp. 84-98. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 122.
[208] Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), pp. 122-132. Dell’Osso C. Cosma di Maiuma / NDPAC 1, p. 1206.
[209] Gli anatemi del Concilio iconoclasta (754) sono inclusi nei documenti del Concilio di Nicea II (787): Sacrorum conciliorum nova, et amplissima collectio (ed. Mansi G.D.), vol. 13. Firenze 1767 (repr. Paris 1902), 356. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 122.
[210] Theophanes, Chronographia, vol. 1 (ed. De Boor C.). Lipsiae 1883, p. 417.14-20. Cfr. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 122.
[211] “A venerabilissimo ed onorato da Dio Cosma, santissimo vescovo di Maiuma, Giovanni il monaco”, «Τῷ ὁσιωτάτῳ καὶ θεοτιμήτῳ Κοσμᾷ, ἁγιωτάτῳ ἐπισκόπῳ τοῦ Μαιουμᾶ, Ἰωάννης μοναχός». Die Schriften des Johannes von Damaskos, I. Dialectica sive Capita philosophica(ed. Kotter B.), prooemium. Berlin 1969, p. 51. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 123.
[212] Die Schriften des Johannes von Damaskos, I. Dialectica sive Capita philosophica(ed. Kotter B.), prooemium, pp. 51, 53. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 123.
[213] Eustratiadês, Kosmas / Nea Siôn 28 (1933), pp. 87ss. Detorakis, Kosmas, pp. 82, 99. Gero S. Byzantine Iconoclasm during the Reign of Constantine V. Louvain 1977, pp. 171ss. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 123.
[214] Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), pp. 123-124.
[215] «μετὰ δέ τινα καιρὸν Μάρκος ὁ σοφώτατος μοναχός, οἰκονόμος ὢν τῆς αὐτῆς ἐκκλησίας, ὃς καὶ ἐν μεγάλῳ σαββάτῳ τετραῴδιον τοῦ μεγάλου Κοσμᾶ ἀνεπλήρωσεν…». Theophanes Continuatus, Chronographia (ed. Bekker I.). Bonn 1838, p 365. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 124.
[216] «Κοσμᾶς: ὁ ἐξ Ἱεροσολύμων, σύγχρονος Ἰωάννου τοῦ Δαμασκηνοῦ». Suidae Lexicon (ed. Adler A.), pars III. Lipsiae 1933, p. 162, n. 2139. «συνήκμαζε δ’ αὐτῷ καὶ Κοσμᾶς ὁ ἐξ Ἱεροσολύμων, ἀνὴρ εὐφυέστατος καὶ πνέων μουσικὴν ὅλως τὴν ἐναρμόνιον. οἱ γοῦν ᾀσματικοὶ κανόνες Ἰωάννου τε καὶ Κοσμᾶ σύγκρισιν οὐκ ἐδέξαντο οὐδὲ δέξαιντο, μέχρις ἂν ὁ καθ’ ἡμᾶς βίος περαιωθήσεται». Suidae Lexicon (ed. Adler A.), pars II, Lipsiae 1931, p. 649, n. 467. Detorakis, Kosmas, p. 83. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 125.
[217] Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), pp. 127, 128.
[218] Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 128.
[219] Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 129. Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), p. 107.
[220] «Τίς γὰρ οἶδε τοῦ μακαριωτάτου Ἰωάννου τοῦ πατριάρχου νόημα ἐμοῦ πλέον; Οὐδείς. Ὅς, ἵνα τἀληθὲς εἴπω, οὐκ ἀνέπνευσε πνοὴν δογματικὴν πώποτε, ἣν ἐμοὶ ὡς μαθητῇ οὐκ ἀνέθετο». Die Schriften des Johannes von Damaskos, IV. Epistola de Hymno Trisagio (ed. Kotter B.), 26, p. 32913-15. Jugie M. La vie de saint Jean Damascène / Echos d’Orient 23 (1924), p. 140. Detorakis, Kosmas, p. 93. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 129. Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), p. 103.
[221] Das arabische Original der Vita des hl. Johannes von Damaskus (ed. Graf G.), p. 172s. Gruzinskaja versija (ed. Kekelidze K.), p. 145. “Un altro Cosma è riconosciuto come pieno della sapienza divina, ma quello non è poeta, è, invece, istruttore comune e maestro divino per questi due (per Giovanni e Cosma)”. «Εἰ δὲ καὶ ἕτερός τις Κοσμᾶς θείας σοφίας ἔμπλεως εὕρηται, ἀλλ’ οὐ ποιητὴς ἐκεῖνος, κοινὸς δὲ τούτοιν ἀμφοῖν παιδευτὴς καὶ θεῖος διδάσκαλος». Vita et miracula / ΕHΒS, 41, p. 26520-22. Detorakis, Anekdotos Vios Kosma tou Maiouma, p. 263. Detorakis, Kosmas, p. 73. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), pp. 129-130.
[222] Grébaut S. Le synaxaire éthiopien / Proche Orient 15 (1927), p. 683. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 130.
[223] «Ἀλλ’ ἵνα μὴ καταφρόνησις τὸ τοῦ Κοσμᾶ ἀνήκοον λογισθῇ καὶ μῶμος ἐντεῦθεν τῷ ἄρχοντι προστριβῇ, οὐκ ἀνῆκεν ἐκεῖνος· τὴν δ’ ἀρχικὴν δεικνύων τάχα ἰσχύν, τῶν δημοσίων ἀπογραφῶν τοῦτον ἐφίστησι φύλακα, οἰκείαν τὴν λειτουργίαν τῷ δοκεῖν τῇ αὐτοῦ λογιότητι ἐφευρών, καὶ ἀσεκρήτιν αὐτὸν προχειρίζεται». IoannesMercuropulos, Vita Ioannis et Cosmae, 14 / AHS, IV, p. 3185-10. Detorakis, Kosmas, pp. 44-45. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), pp. 131-132.
[224] Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), pp. 131-132.
[225] Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), pp. 110-112.
[226] Vita S.P.N. Joannis Damasceni a Joanne Patriarcha Hierosolymitano conscripta / PG94, 429-490. Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), pp. 110-112.
[227] Gli anatemi del Concilio iconoclasta (754) sono inclusi nei documenti del Concilio di Nicea II (787): Sacrorum conciliorum nova, et amplissima collectio (ed. Mansi G.D.), vol. 13. Firenze 1767 (repr. Paris 1902), 356. Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), pp. 112-113.
[228] «Ἐγώ φησιν ἐξ Ἰταλίας μὲν ὥρμημαι, ἐν ἁπαλῷ δὲ ἔτι καὶ ἀώρῳ τῷ σώματι τοὺς τεκόντας ἀποβαλὼν ἔρωτι μαθημάτων τὴν Βασιλίδα κατέλαβον … ἔρωτι φιλοσοφίας ὑψηλοτέρας τῆς ἐνεγκούσης μιμνήσκομαι· πρὸς ἣν ἀπάρας καὶ τόπιον εὑρηκὼς δεινῶς ἔρημον ὂν καὶ πολλὴν ὅσην φέρον ἀπανθρωπίαν, ἔρημος, ἄμικτος τοῖς πολλοῖς, ἐκεῖσε προσεκαρτέρησα τὴν ἀνωτάτω μάθησιν ἐκζητῶν καὶ τῶν πατουμένων λόγων τοὺς ἐντίμους κατασπαζόμενος. Καὶ ἐπεὶ τὸ μάλιστα πάντων βούλεσθαί με λαθεῖν τοῦτο δὴ καὶ μᾶλλον τοῦ μὴ λαθεῖν με γέγονεν αἴτιον, τοὺς θορύβους ἐκκλίνων τῆς ἐπὶ τὰ Ἱεροσόλυμα φερούσης εἰχόμην ὁδοῦ καί, ὡς ὁρᾷς, ὑμῖν πειραταῖς ἐντυχὼν εἰς τόδε τύχης ἀβουλήτως κατήνεγμαι». IoannesMercuropulos, Vita Ioannis et Cosmae, 9 / AHS, IV, pp. 31122-25, 30-31-3121-7. Detorakis, Kosmas, pp. 43-44. Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), p. 113.
[229] Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), p. 113.
[230] Kalogeras N. The (Purported) Teacher of John of Damascus and Kosmas Melodos / Byzantinoslavica (1-2/2010), p. 114.
[231] «Κοσμᾶς: ὁ ἐξ Ἱεροσολύμων, σύγχρονος Ἰωάννου τοῦ Δαμασκηνοῦ». Suidae Lexicon (ed. Adler A.), pars III. Lipsiae 1933, p. 162, n. 2139. «συνήκμαζε δ’ αὐτῷ καὶ Κοσμᾶς ὁ ἐξ Ἱεροσολύμων, ἀνὴρ εὐφυέστατος καὶ πνέων μουσικὴν ὅλως τὴν ἐναρμόνιον. οἱ γοῦν ᾀσματικοὶ κανόνες Ἰωάννου τε καὶ Κοσμᾶ σύγκρισιν οὐκ ἐδέξαντο οὐδὲ δέξαιντο, μέχρις ἂν ὁ καθ’ ἡμᾶς βίος περαιωθήσεται». Suidae Lexicon (ed. Adler A.), pars II, Lipsiae 1931, p. 649, n. 467. Gli acrostici «Δεύτερος ὕμνος Κοσμᾶ ἁγιοπολίτου», «Τρίτος ὕμνος Κοσμᾶ Ἱεροσολυμίτου»: Eustratiadês S. Kosmas Hierosolymitês ho poiêtês episkopos Maiouma / Nea Siôn 28 (1933), pp. 257-262, 263-267, 406-413. Detorakis, Kosmas, pp. 20, 81, 83-85, 120, 155, 196. Detorakis Th. Vie inédite de Cosmas le Mélode BHG 394b in: Analecta Bollandiana 99 (1981), p. 104. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), pp. 122, 125. Kiprian (Kern), Liturgika : Gimnografija i eortologija. Paris 1964, p. 79.
[232] Eustratiadês S. Kosmas Hierosolymitês ho poiêtês episkopos Maiouma / Nea Siôn 28 (1933),pp. 406-413. Eustratiadês S. Poiêtai kai hymnografoi tês Orthodoxou Ekklêsias / Jerusalem (1940), pp. 352-359. Detorakis, Kosmas, p. 200.
[233] Detorakis, Kosmas, pp. 154-157.
[234] Tetr. Sab. S., ode 6°, tutti tropari. Christ, Paranikas, Anthologia, pp. 198-199. Anthologhion, vol. 2, p. 1112. Die Schriften des Johannes von Damaskos, II. Expositio fidei (ed. Kotter B.), 70-73; III 26-29, pp. 169-172. Giovanni Damasceno, La fede ortodossa, III,26-29 / CTP 142, pp. 237-241.
[235] “Non celeberrimum melodum, sed cognominem quendam Cosmam monachum auctorem canonis sabbati Lazari esse iudico. Cum enim Cosmas Maiumensis, ut qui non hymnographi, sed melodi palmam tulerit, et verba et modos carminum fecerit, illius canonis odae omnes alienis modis accommodatae sunt”. Christ, Paranikas Anthologia, p. L. Il canone per il Sabato di Lazzaro è un’opera complicata. Nei libri liturgici le odi I,III-V sono iscritte «Κανὼν, ποίημα Κοσμᾶ Μοναχοῦ», le odi VI-IX invece costituiscono «Τετραῴδιον, ποίημα Κοσμᾶ Μοναχοῦ». Triôdion katanyktikon : periechon apasan tên anêkousan autô akolouthian tês Hagias kai Megalês Tessarakostês. Roma 1879, pp. 591-597. Detorakis, Kosmas, pp. 112-113, 115, 200, 205.
[236] Detorakis, Kosmas, pp. 113-115.
[237] «Εἶτα τὴν πρὸ τοῦ θείου Πάσχα ἑβδομάδα ὑμνεῖ καθ’ ὁλόκληρον, ἀρξάμενος ἀπὸ τοῦ κατὰ τὸν θεῖον Λάζαρον θαύματος …». IoannesMercuropulos, Vita Ioannis et Cosmae, 29 / AHS, IV, p. 33618-20. Detorakis, Kosmas, p. 200.
[238] «Οὐ λόγοις, ἀλλ’ ὡς ἐν πράγμασι σὺ παρέστησας ἔγερσιν, μάκαρ, Λαζάρου ἐκ νεκρῶν …». Canone di San Cosma, ode 6°, trop. 2°. Codex Athoniensis Laurae Θ 77, f. 141v. Detorakis, Kosmas, pp. 101-104, 200.
[239] Detorakis, Kosmas, p. 115.
[240] Il Canone in onore di Davide e Giacobbe «Ποίημα Κοσμᾶ Μοναχοῦ». Mênaia tou olou eniautou: septembiou-augoustou, vol. II, Roma 1892, pp. 685-693. “Idem valet de canone in honorem Davidis et Iacobi composito, qui cum vulgo Cosma inscribebatur … Hunc autem recentiorem Cosmam monachum eundem esse conicio, quem Montfaucon Palaeogr. graeca p. 75 Κοσμᾶν μοναχὸν τοῦ Παναρέτου nominat et saeculi decimi quarti scriptorem dicit”. Christ, Paranikas Anthologia, p. L. «ἐγράφη χειρὶ Κοσμᾶ μοναχοῦ τοῦ Παναρέτου – Scriptus est manu Cosmae Monachi Panareti». Montfaucon B. Palaeographia Graeca, Parisiis 1708, p. 75. Detorakis, Kosmas, pp. 115, 185-187.
[241] «… εἶτα καθ’ ἑξῆς τοὺς διὰ τὸν μνήστορα Ἰωσὴφ συγγενεῖς αὐτοῦ, Δαβίδ, Ἰάκωβον φημὶ καὶ Ἰούδαν καὶ Συμεών …». IoannesMercuropulos, Vita Ioannis et Cosmae, 29 / AHS, IV, p. 3374-5. Detorakis, Kosmas, pp. 115, 187.
[242] Detorakis, Kosmas, p. 187.
[243] Codex Parisinus graecus 1571 (XIII),f. 120v. Eustratiadês S. Kosmas Hierosolymitês ho poiêtês episkopos Maiouma / Nea Siôn 28 (1933), p. 216. Detorakis, Kosmas, p. 115.
[244] Detorakis, Kosmas, pp. 178-205.
[245] Vasilik, Proisxoždenie kanona, pp. 220-227. V. Vasilik si fonda su: Lur’e V. Tri tipa rannehristianskogo kalendarja i odno raznochtenie v texte Epistula Apostolorum in: Traditions and Heritage of the Christian East (ed. Afinogenov D., Murav’ev A.). Moscow 1996, pp. 274-275. Jaubert A. La date de la Cène : calendrier biblique et liturgie chrétienne. Paris 1957, pp. 72-75.
[246] Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 124. Kazhdan A. Kosmas of Jerusalem: can we speak of his political views? / Le Muséon 103 (1990), pp. 331, 333, 334, 337.
[247] Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 124.
[248] Christ, Paranikas, Anthologia, pp. 196-201, CXXVII-CXXX. Anthologhion, vol. 2, pp. 1109-1116. Triôdion katanyktikon. Roma 1879,p. 728. Theodorus Prodromus, Ex expositione in canonem Sabbati Sancti / PG 133, 1235-1238. Rochow I. Studien zu der Person, den Werken und dem Nachleben der Dichterin Kassia (Berlin 1967), pp. 37-38, 219-220. Tômadakês, Hasmata, pp. 441-455. Schirò, La seconda leggenda, pp. 300-315. Cesaretti P. Da Marco d’Otranto a Demetrio. Alcune note di lettura su poeti bizantini del Salento / Rivista di Studi Bizantini e Neoellenici, N. S. 37 (2000), pp. 183-208. Papadopoulos-Kerameus A. Analekta hierosolymitikês stachyologias ê syllogê anekdotôn, II, Petroupolis 1894, 164-173.
[249] Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), p. 124.
[250] Detorakis, Kosmas, pp. 169-173, 209-211.
[251] Rochow I. Studien zu der Person, den Werken und dem Nachleben der Dichterin Kassia (Berlin 1967), p. 40.
[252] Schirò G. La seconda leggenda di Cassia in: Diptycha : Hetaireias Byzantinôn kai Metabyzantinôn meletôn, 1 (1979), p. 315.
[253] Nikodêmos Hagiorita, Heortodromion, p. 373. Schirò G. La seconda leggenda, p. 314. Tômadakês E-I. Hasmata tou Triôdiou : eranisthenta ek kôdikôn tês katô Italias, vol. II. Athênai 2004, p. 441.
[254] Tômadakês, Hasmata, pp. 441-455. Schirò, La seconda leggenda, pp. 300-315. Cesaretti P. Da Marco d’Otranto a Demetrio. Alcune note di lettura su poeti bizantini del Salento / Rivista di Studi Bizantini e Neoellenici, N. S. 37 (2000), pp. 183-208. Papadopoulos-Kerameus A. Analekta hierosolymitikês stachyologias ê syllogê anekdotôn, II, Petroupolis 1894, 164-173.
[255] Christ, Paranikas, Anthologia, pp. 196-198. Cesaretti, Da Marco d’Otranto a Demetrio, pp. 186-188. Tômadakês, Hasmata, pp. 442-443. Detorakis, Kosmas, p. 210.
[256] Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), p. 329.
[257] Kazhdan A. Kosmas of Jerusalem: Can We Speak of His Political Views? / Le Muséon 103 (1990), pp. 329-346.
[258] Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), p. 329.
[259] I c.d. poemi giambici iconoclastici confutati e così conservati da Teodoro Studita (+826): Theodorus Studita, Refutatio et subversio impiorum poematum / PG 99, 435-477. Gero S. Byzantine iconoclasm during the Reign of Leo III / CSCO 346 (1973), pp. 113-26. Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), pp. 340-341.
[260] Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), pp. 342, 346.
[261] «… οἰ φοροῦντες τὰ στέφοι ὑψοῦσι φαιδρῶς Σταυρὸν …», «… οἰ μέγιστοι δεσπόται νικοποιὸν ἐγχαράττουσι [Σταυρόν] τύπον», «… ἰσχὺς πεφυκὼς ἐλπὶς εἰς κράτος μέγα … ὑψῶν ἄνακτας εὐσεβεῖς ἐν τῷ στέφει» , «…ὅν προσκυνοῦντες ἀξίως οἱ δεσπόται σοβοῦσιν ἐχθροὺς τῷ κράτει δουλοομένους», «ἐχθροὺς τροποῦμαι καὶ φονεύω βαρβάρους». Theodorus Studita, Refutatio et subversio impiorum poematum / PG 99, 436, 437, 476. Theodor Studit, Tvorenija, vol. I. San Pietroburgo 1907, pp. 191, 216.
[262] Kazhdan A. Kosmas of Jerusalem: can we speak of his political views? / Le Muséon 103 (1990), p. 342.
[263] Can. Esaltazione della Croce, ode 3°, trop. 2°; ode 7°, trop. 3°. Christ, Paranikas, Anthologia, pp. 16244, 164133. Anthologhion, vol. 1, pp. 620, 623. «Οἱ τῇ θείᾳ ψήφῳ προκριθέντες ἀγάλλεσθε, Χριστιανῶν πιστοὶ βασιλεῖς, καυχᾶσθε τὸ τροπαιοφόρον ὅπλον λαχόντες θεόθεν, Σταυρὸν τὸν τίμιον· ἐν τούτῳ γὰρ φῦλα πολέμων θράσος ἐπιζητοῦντα σκεδάζονται εἰς τοὺς αἰῶνας». Can. Esaltazione della Croce, ode 8°, trop. 3°. Christ, Paranikas, Anthologia, p. 164. Anthologhion, vol. 1, p. 624. Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), pp. 331-334.
[264] Septuaginta (Rahlfs), vol. I, p. 505. La Bibbia. Secondo la versione dei Settanta, vol. I, p. 305. La Croce è «βασιλέων κράτος καὶ στερέωμα» (forza e sostegno dei re). Can. Esaltazione della Croce, ode 3°, trop. 2°. Christ, Paranikas, Anthologia, p. 162. Anthologhion, vol. 1, p. 620. «Ἰσχὺν ὁ διδοὺς τοῖς βασιλεῦσιν ἡμῶν Κύριος» (il Signore, che dà forza ai nostri re). Can. Epifania, ode 3°, irmo. Christ, Paranikas, Anthologia, p. 169. Anthologhion, vol. 1, p. 1274. Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), pp. 331-334, 340. Nikodêmos Hagiorita, Heortodromion, p. 13.
[265] Septuaginta (Rahlfs), vol. I, p. 505. La Bibbia. Secondo la versione dei Settanta, vol. I, p. 305. Can. Epifania, ode 3°, irmo. Christ, Paranikas, Anthologia, p. 169. Anthologhion, vol. 1, p. 1274. Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), p. 340.
[266] Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), p. 340.
[267] Cfr. Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), p. 342.
[268] Tetr. Sab. S., ode 9°, trop. 2°. Can. Esaltazione della Croce, ode 1°, irmo, trop. 1°, 3°. Christ, Paranikas, Anthologia, pp. 201, 161-162. Anthologhion, vol. 2, pp. 1115, vol, 1, pp. 619-620. Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), pp. 331-333, 337.
[269] Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), pp. 335-336.
[270] «… καὶ δύναμιν Δαμασκοῦ, Σαμαρείας σκῦλά τε ἦλθες προνομεύσων …», «… Αἰθίοπες καὶ Θαρσεῖς καὶ Ἀράβων νῆσοί τε, Σαβᾶ, Μήδων, πάσης γῆς κρατοῦντες προσέπεσόν σοι, Σωτήρ …», «Ἕλκει Βαβυλῶνος ἡ θυγάτηρ παῖδας δορυκτήτους Δαυῒδ ἐκ Σιὼν αὑτῇ· δωροφόρους πέμπει δὲ μάγους παῖδας, τὴν τοῦ Δαυῒδ θεοδόχον θυγατέρα λιτανεύσοντας …». Can. Natale, ode 4°, trop. 1°, trop. 3°, ode 8°, trop. 1°. Christ, Paranikas, Anthologia, pp. 166, 167, 168. Anthologhion, vol. 1, pp. 1165, 1168. Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), p. 336.
[271] Can. Trasfigurazione, ode 1°, trop. 2°. Christ, Paranikas, Anthologia, p. 177. Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), pp. 334-335.
[272] Can. Domenica delle Palme, ode 9°, trop. 1°. Christ, Paranikas, Anthologia, p. 186. Anthologhion, vol. 2, p. 935. Cfr. Sal 2,1: «ἵνα τί ἐφρύαξαν ἔθνη», “Perché mai si agitano le genti”. Septuaginta (Rahlfs), vol. II, p. 1. La Bibbia. Secondo la versione dei Settanta, vol. I, p. 719. Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), p. 337.
[273] Can. Esaltazione della Croce, ode 1°, trop. 1°. Christ, Paranikas, Anthologia, p. 161. Anthologhion, vol. 1, p. 619. Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), pp. 332, 335-337, 340, 346.
[274] Can. Natale, ode 4°, trop. 1°, trop. 3°, ode 8°, trop. 1°. Christ, Paranikas, Anthologia, pp. 166, 167, 168. Anthologhion, vol. 1, pp. 1165, 1168. Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), p. 336.
[275] «Σκιογράφων δὲ τὴν παλίνδρομον πλάνην τρανῶς πατοῦσιν ὡς Θεῷ μισουμένη», «Νῦν δὲ πιστῶν τὸ κλέος ῥεῦμα κραταιὸν Σταυρὸς ἔστησε πλάνης», «Φαύλως δ’ ὅπερ πρὶν ἐγχαραχθὲν ἔπλετο ἀνεῖλες εἰκόνισμα, τὴν πλάνην, Λόγε». Theodorus Studita, Refutatio et subversio impiorum poematum / PG 99, 436, 437. Theodor Studit, Tvorenija, vol. I. San Pietroburgo 1907, pp. 191, 192.
[276] «τὴν γὰρ ἀλόγιστον εἰδώλων πλάνην λῦσαι καὶ τὴν ἀκάθεκτον ὁρμὴν ἀναστεῖλαι πάντων ἐθνῶν παραγέγονεν». Can. Domenica delle Palme, ode 8°, trop. 1°. Christ, Paranikas, Anthologia, p. 186. Anthologhion, vol. 2, p. 934. Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), p. 337.
[277] «… τῷ Σταυρῷ πρὸς τὴν εὐσέβειαν τῶν ἐθνῶν προφαίνων τὴν μετάθεσιν», «… τῷ Σταυρῷ καὶ τῷ Βαπτίσματι τὴν τομὴν τῆς πλάνης τεκμαιρόμενος». Can. Esaltazione della Croce, ode 4°, trop. 1°, 2°. Christ, Paranikas, Anthologia, p. 162. Anthologhion, vol. 1, pp. 620-621. Ellis P.F. 1-2 Re / GCB, p. 259. Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), pp. 331, 337.
[278] Cfr. Die Schriften des Johannes von Damaskos IV (ed. Kotter B.). Berlin – New York 1981. Liber de haeresibus, Haeresis 100, pp. 60-67; Disputatio Christiani et Saraceni, pp. 427-438. Jean Damascène, Écrits sur l’Islam (ed. Le Coz R.) / SCh 383 (1992), pp. 210-227. Giovanni Damasceno, Centesima eresia: l’Islam (ed. Rizzi G.). Milano 1997, pp. 33-50.
[279] «τὴν γὰρ ἀλόγιστον εἰδώλων πλάνην λῦσαι καὶ τὴν ἀκάθεκτον ὁρμὴν ἀναστεῖλαι πάντων ἐθνῶν παραγέγονεν». Can. Domenica delle Palme, ode 8°, trop. 1°. Christ, Paranikas, Anthologia, p. 186. Anthologhion, vol. 2, p. 934. Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), p. 337.
[280] Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), p. 340.
[281] «… τῇ στειρευούσῃ δὲ πρῴην ἐκκλησίᾳ νῦν ἐξήνθησε ξύλον σταυροῦ εἰς κράτος καὶ στερέωμα». Can. Esaltazione della Croce, ode 3°, irmo. Christ, Paranikas, Anthologia, p. 162. Anthologhion, vol. 1, p. 620. Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), p. 340.
[282] «Στειρεύουσα πρίν ἡ τεκνουμένη δεινῶς σήμερον εὐφραίνου, Χριστοῦ ἐκκλησία …». Can. Epifania, ode 3°, trop. 1°. Christ, Paranikas, Anthologia, p. 169. Anthologhion, vol. 1, p. 1274. Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), p. 340.
[283] «… ἡ ἐκκλησία πανηγυρίζει γάρ σου ὀρθοδόξως νῦν φιλευσεβοῦσα …». Can. S. Mena, ode 6°, trop. 2°. Eustratiadês S. Kosmas Hierosolymitês ho poiêtês episkopos Maiouma / Nea Siôn 28 (1933), p. 211. Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), p. 340.
[284] Nikodêmos Hagiorita, Heortodromion, p. 13. «… τῇ στειρευούσῃ δὲ πρῴην ἐκκλησίᾳ νῦν ἐξήνθησε ξύλον σταυροῦ εἰς κράτος καὶ στερέωμα». “per la Chiesa un tempo sterile, è fiorito ora l’albero della Croce, come forza e sostegno”. Can. Esaltazione della Croce, ode 3°, irmo. Christ, Paranikas, Anthologia, p. 162. Anthologhion, vol. 1, p. 620. «Στειρεύουσα πρίν ἡ τεκνουμένη δεινῶς σήμερον εὐφραίνου, Χριστοῦ ἐκκλησία …». “Sterile un tempo, amaramente priva di prole, rallegrati oggi, o Chiesa di Cristo”. Can. Epifania, ode 3°, trop. 1°. Christ, Paranikas, Anthologia, p. 169. Anthologhion, vol. 1, p. 1274. Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), p. 340.
[285] Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), pp. 341-342.
[286] Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), pp. 342-346.
[287] Can. anastasimos, ode 5°, trop. 2°. Christ, Paranikas, Anthologia, p. 234. Anthologhion, vol. 1, p. 186. Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), p. 343.
[288] “The topic of the three Hebrews is frequently used by Kosmas. It would be natural to link it with the theme of idolatry”. “Even though he frequently deals with the theme of the three Hebrews he does not link it with the worship of idols … [Kosmas] does not explain that this prostagma, dogma and rhema [of the king Nebuchadnezzar] introduced the cult of false idols”. Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), pp. 338-339.
[289] Maisano R. L’Apocalisse apocrifa di Leone di Costantinopoli. Napoli 1975, pp. 72ss. Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), p. 338.
[290] «πρόσταγμα τυράννου δυσσεβοῦς» (editto di un tiranno empio), «τυράννου καὶ φλογὸς ἀπειλήν» (la minaccia del tiranno e della fiamma), «τῷ δόγματι τῷ τυραννικῷ» (all’ordine del tiranno), «ῥῆμα τυράννου … βασιλέως πατήσαντες δόγμα» (la parola del tiranno … [i fanciulli] che avevano calpestato il comando del re), «βασιλεύοντος κατέπτυσαν προσταγῆς ἀλογίστου» (disprezzarono l’ordine insensato del re). Christ, Paranikas, Anthologia, pp. 163101, 179116, 1881, 18916,19, 192129-30. Anthologhion, vol. 1, p. 623; vol. 2, pp. 967, 988, 1010. Cfr. Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), pp. 339-340.
[291] Theodorus Prodromus, Commentarios in carmina sacra Melodorum Cosmae Hierosolymitani et Ioannis Damasceni (ed. Stevenson H.M.). Roma 1888, p. 2111. Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), pp. 338-339.
[292] Canone per l’Esaltazione della Croce, ode 7°, irmo. Christ, Paranikas, Anthologia, p. 163. Anthologhion, vol. 1, p. 623. Theodorus Prodromus, Commentarios in carmina sacra Melodorum Cosmae Hierosolymitani et Ioannis Damasceni (ed. Stevenson H.M.). Roma 1888, p. 2111. Kazhdan A. Kosmas of Jerusalem: can we speak of his political views? / Le Muséon 103 (1990), p. 338.
[293] Triod. Ven. S., ode 8°, irmo. Christ, Paranikas, Anthologia, p. 194. Anthologhion, vol. 2, p. 1055.
[294] Th. Detorakis elenca 7 canoni di Cosma fondati su irmi del Damasceno e 10 canoni del Damasceno fondati su irmi di Cosma. Detorakes, Kosmas, pp. 154-157.
[295] Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), p. 329.
[296] Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), p. 346.
[297] I c.d. poemi giambici iconoclastici confutati e così conservati da Teodoro Studita (+826): Theodorus Studita, Refutatio et subversio impiorum poematum / PG 99, 435-477. Gero S. Byzantine iconoclasm during the Reign of Leo III / CSCO 346 (1973), pp. 113-26. Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), pp. 337, 340-341.
[298] «Κοσμᾶς: ὁ ἐξ Ἱεροσολύμων, σύγχρονος Ἰωάννου τοῦ Δαμασκηνοῦ». Suidae Lexicon (ed. Adler A.), pars III. Lipsiae 1933, p. 162, n. 2139. «συνήκμαζε δ’ αὐτῷ καὶ Κοσμᾶς ὁ ἐξ Ἱεροσολύμων, ἀνὴρ εὐφυέστατος καὶ πνέων μουσικὴν ὅλως τὴν ἐναρμόνιον. οἱ γοῦν ᾀσματικοὶ κανόνες Ἰωάννου τε καὶ Κοσμᾶ σύγκρισιν οὐκ ἐδέξαντο οὐδὲ δέξαιντο, μέχρις ἂν ὁ καθ’ ἡμᾶς βίος περαιωθήσεται». Suidae Lexicon (ed. Adler A.), pars II, Lipsiae 1931, p. 649, n. 467. Gli acrostici «Δεύτερος ὕμνος Κοσμᾶ ἁγιοπολίτου», «Τρίτος ὕμνος Κοσμᾶ Ἱεροσολυμίτου»: Eustratiadês S. Kosmas Hierosolymitês ho poiêtês episkopos Maiouma / Nea Siôn 28 (1933), pp. 257-262, 263-267, 406-413. Detorakis, Kosmas, pp. 20, 81, 83-85, 120, 155, 196. Detorakis Th. Vie inédite de Cosmas le Mélode BHG 394b in: Analecta Bollandiana 99 (1981), p. 104. Kazhdan, Gero, Kosmas / BZ 82 (1989), pp. 122, 125. Kiprian (Kern), Liturgika : Gimnografija i eortologija. Paris 1964, p. 79.
[299] Detorakis, Kosmas, pp. 154-157.
[300] Tetr. Sab. S., ode 6°, tutti tropari. Christ, Paranikas, Anthologia, pp. 198-199. Anthologhion, vol. 2, p. 1112. Die Schriften des Johannes von Damaskos, II. Expositio fidei (ed. Kotter B.), 70-73; III 26-29, pp. 169-172. Giovanni Damasceno, La fede ortodossa, III,26-29 / CTP 142, pp. 237-241.
[301] Kazhdan A. Kosmas … political views? / Le Muséon 103 (1990), p. 329.
[302] Hannick Ch. Hymnographie et hymnographes sabaïtes in The Sabaite Heritage in the Orthodox Church from the Fifth Century to the Present. Edited by Joseph Patrich // Orientalia Lovaniensia Analecta, 98, Leuven 2001, pp. 218-219.
[303] Detorakis, Kosmas, pp. 130-132, 161.